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EDITORIALE |
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12/06/2024
Per quanto con alcuni
giorni di ritardo, rispetto all’80° anniversario dello sbarco
alleato in Normandia,
si ritiene ugualmente utile sottoporre alla attenzione dei
lettori talune informazioni che ben pochi hanno mai appreso
dalle varie fonti ufficiali che fanno capo alle Nazioni
interessate.
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6 GIUGNO 1944
OPERAZIONE OVERLORD
SBARCO IN NORMANDIA
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OVE IN MEDITERRANEO, NEL SETTEMBRE 1943,
GLI ALLEATI NON FOSSERO INCORSI IN TALUNI ERRORI
STRATEGICI,
LA GUERRA SAREBBE TERMINATA DUE ANNI PRIMA
E SAREBBE STATO POSSIBILE EVITARE QUEL MASSACRO.
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Sono trascorsi 80 anni da quella notte fra il 5 e il 6 giugno
1944 quando ebbe inizio l’attacco alleato in Normandia, la più
imponente, massacrante e costosissima operazione di sbarco
anfibio della storia.
Oggi, prendendo spunto dalle ricorrenti annuali “celebrazioni”,
sembra abbastanza evidente che a ben poco valgono i
“documentari” di parte, lacunosi e incompleti, i vacui “sermoni”
più o meno ipocriti di altolocati personaggi, le interviste ai
“veterani” ancora in vita, la partecipazione protocollare degli
autocrati di una inaffidabile varietà di Stati, la presenza dei
“vip” che rappresentano taluni pressoché inutili organismi
internazionali, l’assalto opportunistico del parassitario mondo
dei mass-media.
Nessuno osa contestare l’occorrenza, per le libere Nazioni del
Mondo (pur se non tutte lo erano, alla stregua della tirannica
URSS staliniana e di taluni Stati della variegata galassia
araba) di abbattere i regimi nazi fascisti coalizzati nell'
“ASSE ROMA BERLINO” e nel “PATTO TRIPARTITO” ma non appare
giusto asserire a cuor leggero che i diavoli
erano tutti da una parte e i Santi dall’altra.
Riproporre la “memoria” di significativi avvenimenti del passato
è cosa assolutamente meritoria ma non è tollerabile che si scada
in demagogiche o farisaiche distorsioni degli stessi ad
esclusivo uso e consumo di una parte in causa, senza prendere in
esame la loro antecedente maturazione e l’evolversi delle
discutibili decisioni che li hanno determinati.
Nel caso in specie, nella misura in cui la smisurata
potenzialità delle Forze Armate alleate (particolarmente
americane e inglesi) riuscì ad avere, sebbene a caro prezzo, il
sopravvento sulle non tanto efficienti difese tedesche, peraltro
condizionate da una serie di errate valutazioni del loro Comando
Supremo, non è fuor di luogo analizzare gli avvenimenti alla
luce dei poco accorti piani operativi che precedettero, in altri
vari teatri di guerra, l’operazione “Overlord” avviata in
Normandia nel giugno 1944, lungo le spiagge della penisola del
Cotentin, con obiettivo primario la conquista di Sainte Mere
Eglise, Caen, Cherbourg, Brest.
Ben 156.000 uomini, una flotta di circa 6500 navi da trasporto e
da guerra, una armata aerea di circa 7000 velivoli d’ogni tipo,
agli ordini del Comandante Supremo Dwight D. Eisenhower, presero
parte alla realizzazione della citata “operazione Overlord”.
Alla fine le perdite, fra morti, feriti e dispersi, assommarono
ad oltre 11.500 uomini da parte alleata e a circa 7000 da parte
tedesca.
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2 GIUGNO
1946 - 2 GIUGNO 2024
// 78 anni
di REPUBBLICA //
Ricorrendo il 78° anniversario della nascita della
Repubblica Italiana, in alto loco, in seno ai vari settori
interessati in specie al Quirinale, ci si è dato da fare per
porre in cantiere una dovizia di iniziative celebrative, pur se,
in gran misura, si sono poi rivelate ben poco confacenti con il
difficile momento che l’Italia e il Mondo stanno attraversando.
Fra le tante manifestazioni esterne ha primeggiato, come
di consueto, la tradizionale “parata” ai “Fori Imperiali” lungo
la ben nota arteria romana realizzata nel corso del contestato
“ventennio” e il cui appellativo di “imperiale” è solo
l’espressione di una sbiadita rimembranza di un glorioso passato
che, di massima, si e no avvantaggia il turismo.
Quest’anno, oltretutto, essa s’è svolta in maniera affatto
appariscente, sia per le difficili condizioni ambientali dovute
alla copiosa pioggia che per la insoddisfacente e disarmonica
“sfilata” di gran parte dei “settori” partecipanti.
Una illogica concentrazione di ben retribuiti uomini in
divisa (circa 5000) e di qualche centinaio di mezzi motorizzati
di rilevante cilindrata il cui “sfilamento” ha indubbiamente
comportato un notevole onere e ha attivato, ovviamente, un
abbondante emissione di ossido di carbonio CO2.
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15 maggio
1946
Promulgazione della “Autonomia” della Regione Siciliana.
Lo Stato italiano, nel maggio 1946, approvando e
"concedendo" con l'imprimatur
dell'allora Luogotenente del Regno Umberto II di Savoia, quello
strumento autonomistico che va sotto la dicitura di
"Statuto della Regione Siciliana",
pose essenzialmente in atto un autentico raggiro, mistificando,
in un certo senso, le ataviche aspettative della Sicilia,
“indiscutibile comunità etnica e culturale dotata di identità,
cultura e tradizioni proprie”, come definita dal Prof. Massimo
Costa dell'Università di Palermo nel suo esauriente testo
“Introduzione allo studio dell'Autonomia siciliana”, edito nel
2013.
Si pose in guardina, di fatto, la pregressa, inequivocabile e
sofferta fisionomia “regionale” della Sicilia, tendenzialmente
indipendente, storicamente comprovata e ben distinta rispetto a
quella “nazionale”.
Fu elargita, di contro, una “autonomia” zoppa (tuttora mancante,
a distanza di svariati lustri, di parecchi dei previsti
dispositivi legislativi attuativi inerenti basilari e delicate
competenze, come più avanti segnalato), forviante, stante che
essa è talvolta oggetto di divergenti vedute fra Stato e
Regione, sostanzialmente difficile da attuare pienamente ove si
seguiti a non porre in adeguata considerazione i parametri
sociali, territoriali e antropologici che, nel bene e nel male,
contraddistinguono la Sicilia dalle altre Regioni d’Italia.
Non si è riusciti a colmare il consolidato divario fra nord e
sud formatosi e acuitosi nel corso dei lunghi periodi di diffusa
trascuratezza e di indegna emarginazione da parte dei governi
monarchici e repubblicani succedutisi dal 1860 in poi.
I risultati e le conseguenze sono tuttora evidenti e
condizionanti, oltre ad essere alquanto aggravati, peraltro,
dalla perdurante colposa ignavia della classe politica,
dirigenziale e intellettuale di origine siciliana, legata a filo
doppio con l’entourage dei gruppi di potere romano e nordista.
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15 maggio
1946.
“Autonomia” della Regione Siciliana.
Parte seconda
Seppure sinteticamente, è evidente che, nella fattispecie,
occorre porre in risalto i punti salienti in cui la “autonomia”
della Regione siciliana si è rivelata più o meno inconsistente o
clamorosamente inefficace in materia di talune delle multiformi
attribuzioni (diritti e doveri) previste dallo “statuto
speciale”.
Statuto che, promulgato nel 1946, ha poi subito parziali
modifiche nel 1972 (adeguamento della legislatura alle altre
Regioni), nel 1989 (termine di convocazione dell'Assemblea dopo
le elezioni) e nel 2001 (elezione diretta del Presidente della
Regione e poteri discrezionali allo stesso attribuiti).
Ci si riferisce, in special modo, ai settori dei diritti
“fiscali” (art. 37 e 38), della viabilità (art.14 – lavori
pubblici), del credito e risparmio (art. 17 - punto “e”), della
tutela del territorio (art. 14).
Non è il caso di avventurarsi, e ce ne asteniamo a priori, nel
campo minato della cosiddetta “Autonomia Giudiziaria” (mancata
definizione e attuazione delle norme di competenza e di
funzionamento delle eventuali sezioni staccate della Corte di
Cassazione, della Corte dei Conti, del Consiglio di Giustizia
Amministrativa, del Consiglio di Stato) stante che trattasi di
settori parecchio intricati e difficili da sceverare (nel pro’ e
nel contro) e quindi di non facile valutazione e
approfondimento.
1 – FISCO.
Per quanto concerne l’annoso contenzioso riguardante la mancata
pur se parziale “restituzione” delle entrate fiscali di
spettanza alla Regione, come da norme statutarie di cui agli
art. 37 e 38 e in prosecuzione della statuita prassi del “fondo
di solidarietà nazionale” (sostanzialmente operante appieno sino
agli anni ‘70/’80 e parzialmente sino agli anni ‘90), va
ricordato che trattasi delle quote di imposte e tasse derivate
dai cospicui profitti delle aziende che “operano” e “producono”
nel territorio siciliano (usufruendo di servizi, ambiente e
infrastrutture) ma che, avendo le loro sedi fiscali altrove,
versano l’ammontare dei vari tributi in sedi diverse da quelle
dei territori ove operano i relativi stabilimenti produttivi, in
parole povere gli sportelli erariali della Sicilia.
E’ risaputo, infatti, che dette industrie, direttamente o
attraverso i gruppi azionari di riferimento, sono quasi tutte
domiciliate a Milano, Torino, Genova. Qualcuna a Roma mentre
altre, e sono ormai parecchie, fanno capo a multinazionali
estere.
E’ evidente, quindi, che la Sicilia procura al fisco un notevole
introito, valutabile in svariati miliardi di proventi diretti e
indiretti, mentre ai siciliani, stringi stringi, rimangono solo
le briciole.
Così facendo si seguita a consumare un truffaldino inganno in
danno dell’Isola?
La presenza delle complesse e mastodontiche industrie
petrolchimiche ed energetiche, in gran parte sorte in Sicilia
negli anni ’50 / ’60, a seguito del diffuso andazzo epocale
squisitamente speculativo e magari usufruendo del beneplacito
degli organi istituzionali di competenza territoriale, hanno
peraltro dato appiglio per una ingannevole varietà di
argomentazioni concernenti un positivo sperato apporto
occupazionale e di sviluppo economico delle zone interessate.
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FESTIVAL DI SANREMO 2024
IN ITALIA SIAMO GIA’ AD UN PUNTO DI NON RITORNO IN CUI
CONTANO PIU’ LE TELEVISIONI CHE LE ISTITUZIONI?
Seconda
parte.
Riprendendo il
discorso non sembra male tratteggiare, più da vicino, ciò che
riguarda l’appena concluso “Festival di San Remo 2024”, inteso
come una sorta di simposio annuale di una pseudo rassegna
“televisiva musicale” che, tuttavia, ha dimostrato, parecchio
prosaicamente, di avere perso di vista le sue originarie
caratteristiche.
Festival che,
più che altro, è apparso oggi come un contenitore di nebulosi
business affaristici basati su faraoniche scenografie, su
onerose “partecipazioni” di big o gruppi di facciata, sullo
stantio presenzialismo di vetusti personaggi d’ambo i sessi
(qualcuno da “museo delle cere) dell'antico mondo canoro,
artistico e intellettuale cui, in qualche caso, dovrebbe essere
proibito di apparire in pubblico, almeno per precauzione contro
l’insorgere di plausibili sensazioni di ripulsa.
Ciò a
prescindere dalle scialbe forzature pseudo comiche del ben noto
vanesio e stancante Rosario Tindaro Fiorello, quello delle
insipide “performance” mattutine di “viva RAI/2”.
Il citato fantascientifico arlecchinesco
showman da avanspettacolo, s’inventato,
per l’occasione, un impertinente “copia e incolla” della sua
figura, attribuendone la paternità ad una sorta di collusa
“intelligenza artificiale”.
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CRIMINI -
VIOLENZA - TRAGEDIE FAMILIARI.
Prendendo spunto
dall’esecrabile delitto che ha posto fine alla giovane esistenza
di una ragazza, Giulia Cecchettin, colpevole solo di avere fatto
innamorare perdutamente un suo quasi coetaneo e compagno di
studi, Filippo Turetta, che non si è posto scrupolo alcuno nel
portarla selvaggiamente a morte, emergono spontanee tristi
considerazioni circa i riflessi di solidarietà e di umanità che
il crudele episodio ha ingenerato nel sensibile e coinvolto
ambiente locale.
L’aspetto riprovevole dell'accaduto è emerso, invece, ad opera
del discutibile, mercenario e infido mondo dei mass-media che,
come da aduso copione, strumentalizza ogni cosa, anche le
tragedie, pur di ottenere “audience” e pur di riempire i
palinsesti o addirittura quinterni di carta stampata.
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NAZIONE ALLO
SBANDO - GOVERNO PAROLAIO E DUBITABILE.
POLITICA INCAPACE - ECONOMIA CLAUDICANTE.
SERVIZI PUBBLICI TRASCURATI E LARGAMENTE INEFFICIENTI.
GUERRE DISTRUTTRICI DI VITA E DI CIVILTA’.
UN PIANETA
IN FIAMME.
Il titolo potrebbe sembrare
allarmistico, esagerato o semplicemente pessimistico ma, alla
luce di quanto sta avvenendo in queste ultime settimane,
particolarmente in questi ultimi giorni, non sembra esserlo.
Trattasi, viceversa, di una “tempestosa” e “cocente” realtà che
è sotto gli occhi di tutti.
Parecchi dei disastri avvenuti erano prevedibili e contenibili
ma l’incuria, la sciatteria, la ben modesta capacità di chi sta
in timoneria, le remore interne ai vari schieramenti partitici,
il permissivismo, il lassismo e il basto burocratico ampiamente
dimostrati dagli organi istituzionali di riferimento e di
controllo ecc. ecc., come ormai accade in Italia da almeno
cinquant’anni a questa parte, hanno portato molti degli
amministratori comunali, regionali e nazionali a non adottare
seri provvedimenti in materia del delittuoso reiterarsi dei
consueti roghi estivi.
Ma chi può giudicare i responsabili di tante “omissioni” se un
po’ tutti nella scala gerarchica istituzionale e politica sono
presuntivamente invischiati in un sistema che porta a
privilegiare più l’apparenza e il formalismo piuttosto che la
sostanza dei doveri amministrativi ?
Troppi “poteri” vacui e inconsistenti, quando non addirittura
“condizionati” a vario titolo, non sono certo il toccasana atto
a correggere un andazzo di cose pressoché fuori controllo.
Ciò non toglie, tuttavia, che parecchi dei signorotti da
strapazzo che affollano le aule parlamentari, le stanze del
“potere” (effettivo o meno, quale quello del sempre osannato
“Colle”), le più o meno precarie segreterie dei partiti, i
centri nevralgici esecutivi spesso e volentieri in ritardo
rispetto agli avvenimenti, se non proprio in “tilt”, le più o
meno appariscenti e bene addobbate sedi di Regioni, Prefetture,
Comuni, Enti locali ecc, ecc., seguitino imperterriti a
diffondere chiacchiere, proclami, aleatori bollettini di
positivi risultati, trattati di bugie e fregnacce elettorali.
La dilagante concrea dei politici di professione - ben pasciuti
e per molti versi appartenenti ad un mondo di alieni - non ha
più alcunché di affidabile e sembra abbia perso per strada
qualsivoglia caratteristica di obiettività e di spirito di
servizio.
Chi più e chi meno presumono di recitare la parte dei “salvatori
della Patria” ma più che altro appaiono, spesso e volentieri,
come attori da avanspettacolo, neppure tanto bravi.
Ritornando sull’argomento delle sempre più ricorrenti e
deleterie emergenze meteorologiche - risaputamente dovute al
surriscaldamento degli oceani, dei mari, dell'atmosfera - che
nel complesso impattano disastrosamente sull’ambiente abitativo
e produttivo della sbandata società umana dei nostri tempi, non
appare agevole dare fiato ad alcun plauso ad una Presidente del
Consiglio che, correndo da un capo all’altro della Nazione e del
Pianeta (oggi è negli Stati Uniti, a Canossa da Biden), dimostra
ampiamente di essere dedita più alle “conferenze internazionali”
e ai frequenti incontri con capi di Stato più o meno illustri,
che a risolvere con i fatti e senza demagogia le emergenze di
casa nostra, non sempre facenti capo a problematiche in corso
con l’Europa o con altri Paesi.
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BERLUSCONI UOMO,
PARECCHIO DISCUSSO IN VITA,
SUPERLATIVO DA DEFUNTO.
Pur condividendo il senso di rispetto dovuto ai defunti e
prendendo atto dei riflessi antropici che hanno accompagnato la
dipartita dell' “uomo” Silvio Berlusconi, personaggio tanto
osannato quanto discusso a fronte dei suoi trascorsi
imprenditoriali e politici (Industriale da “sette più” per
“Milano 2” , Presidente e Direttore Generale “Edilnord progetti
S.p.A.”, Presidente della “Fininvest S.p.A.”, Cavaliere della
Repubblica dal 1977, fondatore di “Forza Italia”nel gennaio
1994, 4 volte Presidente del Consiglio, già Deputato Europeo,
Senatore rieletto, facente parte della altolocata classe
politico-istituzionale, del “gotha” dell'alta finanza, della
galassia televisiva e telematica), non appare facile trascurare
la circostanza che tale non certo amena circostanza ha innescato
un autentico “tsunami” mediatico con palesi ripercussioni, in
forza di talune non apprezzate decisioni governative, in campo
istituzionale.
Nessuna perplessità, tuttavia, ha accompagnato il fatto che,
vieppiù sotto l’aspetto rituale e sacrale, siano affiorati
sentimenti di più o meno sincero cordoglio, sentimenti che
peraltro trovano riscontro in quelli che, di norma, vengono
tributati ad ogni essere umano, sia esso un misero emarginato
“paria”, un comune anonimo mortale o, viceversa, uno dei tanti
personaggi d’alto lignaggio, meritatamente o meno inseriti nella
affollata “hit parade” riguardante la variegata e talvolta
ambigua, inquinata e poco apprezzabile scala sociale, politica e
istituzionale.
I mass media, sempre vergognosamente pronti a ghermire, da par
loro, ogni possibile preda, si sono prontamente buttati a
capofitto nell'agone della clamorosa funerea “notizia” e
spudoratamente, H24, hanno fatto piovere sulla inconsapevole
massa dei teleutenti e sulla residua micro fascia di lettori
della carta stampata, una impressionante e violenta grandinata
di addomesticati “servizi”, di immancabili logorroici panegirici
e commenti, di variegate insulse interviste ai soliti noti
personaggi politici, televisivi e manageriali, taluni
appartenenti ad una ben antipatica e stantia progenie.
Il tutto abbondantemente farcito con sterili ancestrali
“filmati” riguardanti l’ancora nebuloso periodo degli anni ’80 /
’90 del decorso secolo, con barbosi panegirici, con triti e
ritriti aneddoti su doti e qualità dell'emerito personaggio
scomparso.
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* Non sarebbe male tirare le orecchie alla appariscente e ben
dotata Bianca Berlinguer al riguardo delle consuete ripetute
apparizioni nel suo “talk show” di uno strano personaggio,
all’anagrafe Mauro Corona, che non si capisce in virtù di quale
“libertà di opinione” o di “libertà d’immagine” vomita, spesso
in maniera scurrile, sproloqui d’ogni natura (politica,
ecologia, ambientalismo, naturalismo, filosofia da strapazzo,
letteratura di parte ecc. ecc.), deliziando i telespettatori con
la sua invereconda costruita figura di primordiale uomo delle
caverne. ........
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AUGURI
Che il
Natale 2021 e il nuovo anno 2022
possano riportare quella serenità e quella fiducia nel domani
che la mostruosa pandemia
ha crudelmente intaccate.
Natale è la festa cristiana più attesa?
Quanti sono coloro che, purtroppo, l’ hanno trasformata da
ricorrenza altamente religiosa ad evento consumistico?
Rifacendoci agli antichi aspetti religiosi del Natale cristiano,
non si può non prendere atto che oggi ci si dimentica spesso,
nella ricorrenza, di quanto si potrebbe fare e non si fa per
rendere intimamente ripagante la festività. Sembra che,
viceversa, sia divenuta importante solo la corsa ai regali, alle
riunioni di gruppo, magari da dedicare al “gioco”, ai pranzi e
alle cene luculliani. Per varie ben note cause, connesse con la
decantata evoluzione della società, ci si è venuti a trovare
invischiati nel rapido divenire di una società umana
eufemisticamente definita “moderna” e “civile” ma che, nei
fatti, appare sempre più portatrice di fenomeni endemici, di
pericoli, di violenze, di abusi, di ingiustizie. In ambito
mondiale, tuttavia, più o meno diffusamente, si spende e si
spande, anche quando non si può, anche quando il denaro svanisce
nel nulla consumistico, anche quando non sarebbe male riflettere
responsabilmente sui gravi e impellenti problemi planetari,
nazionali e locali.
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SICILITUDINE
a cura di
Joshua NICOLOSI
Apri......... |
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ALTRI TESTI di autori vari: |
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29 settembre
2021:
UN ANTICO E SEMPRE PIU’ GRAVE PROBLEMA CHE SI RIPROPONE IN DANNO
DEGLI INCOLPEVOLI UTENTI DI BASE.
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Testo della inevasa missiva indirizzata il 21 febbraio 2017
DA : ethosassociazione@alice.it
A :
presidente@pec.governo.it
e p.c.
gentiloni@governo.it
urp@mef.gov.it (ministero economia e finanze)
urp@mise.gov.it (ministero Sviluppo Economico)
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Nella qualità di Presidente della Associazione ETHOS ed a nome
dei numerosi Soci e Amici interessati all’annosa e deprecabile
questione segnalata, trasmetto copia dell’ E-MAIL
indirizzato , in data 12 u.s. a info@autorita.energia.it.
Trattandosi, a nostro avviso, di una rilevante disfunzione del
sistema Italia che indiscriminatamente arreca notevoli oneri e
danni al cittadino contribuente medio (i “ricchi” e i “paperoni”
non sono interessati e sono chiaramente indifferenti), saremmo
ben felici se gli Organi Istituzionali in indirizzo - preposti
alla materia - prendessero in seria considerazione quanto
rassegnato.
Nel momento in cui la pressione fiscale è notoriamente alle
stelle e le classi popolari stentano a sbarcare il lunario, non
sarebbe male che taluni balzelli indiretti sui consumi LUCE e
GAS venissero ben bene potati se non del tutto eliminati. Ciò in
ossequio al dettato costituzionale e alla equità contributiva.
Si ringrazia per la sperata attenzione.
Distinti ossequi. 21 febbraio 2017 Ethos Associazione
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Allegato 1
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Genova 2021
- ex Ponte
MORANDI -
Ennesima sceneggiata all'italiana.
di Augusto Lucchese
E’ del tutto superfluo rifarsi ai particolari del crollo del
Ponte ”Morandi” di Genova, tragicamente avvenuto il 14 agosto
2018. Se ne è tanto parlato e sparlato, magari impropriamente o
polemicamente, oltre ad essere divenuto, strumentalmente,
l’argomento principe del consueto disgustoso chiacchiericcio
delle varie TV, ovviamente per riprovevoli fini esibizionistici
o di cassetta. Il tutto come da incurabile consuetudine
italiana. Ognuno ha detto la sua e non sono mancate le consuete
insulse disquisizioni di chi usa i network per ostentare il
proprio “io”. La solita pietra buttata a casaccio nel putrido
stagno della ciarlataneria da baraccone. E’ incorreggibile
l’invereconda improntitudine di chi alimenta la massa degli
asinevoli “commenti” dei molti “web dipendenti”.
Con dolorosa incredulità, s’è dovuto prendere atto della
sceneggiata imbastita in occasione del terzo anniversario della
“assurda” sciagura accaduta in quel di Genova alle ore 11,45
circa del 14 agosto 2018. Fu a quell’ora e in quel giorno che
improvvisamente venne giù il “pregiato” e “avveniristico” ponte
realizzato, a fior di miliardi, nel corso del cosiddetto “boom
economico italiano” che sarebbe meglio definire “la greppia
della falsa democrazia italiana”. Nell’arco di pochi secondi il
rinomato ponte si sbriciolò alla stregua di un qualsiasi
friabile biscotto, malgrado fosse considerato una sorta di vanto
della classe politica, tecnica e imprenditoriale degli anni ’60.
Onore (o “disonore”) al merito?
E non si venga a ripetere, ad uso degli allocchi e degli
ingenui, che adesso si farà di tutto per “accertare
rigorosamente le cause e le responsabilità ” che ebbero a
determinare un sì dirompente e tragico crollo. Le svariate
motivazioni (o concause) sono estremamente intuibili, tanto da
pensare che non varrebbe la pena disturbare la magistratura, gli
esimi accademici delle diverse facoltà di architettura e
ingegneria o i più o meno valenti professionisti di settore, per
giungere alla scontata conclusione che già da tempo le
soprastrutture del ponte erano fortemente stressate per la
mancanza di adeguati interventi nella manutenzione e nel
rifacimento delle parti a rischio. Sopra quel ponte passava
giornalmente un numero impressionante di vetture d’ogni tipo, di
automezzi pesanti e di TIR il cui traffico, per l’insana
bramosia di lucrosi pedaggi, non è stato mai contingentato o
smistato lungo altre vie di comunicazione. E’ notorio che da
diversi decenni a questa parte il transito degli odierni
mastodontici autotreni s’è moltiplicato a dismisura (sia come
numero che come tonnellaggio), vieppiù rispetto ai parametri di
cui s’era tenuto conto in fase progettuale.
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QUALE
AVVENIRE PER IL PIANETA TERRA?
di Augusto Lucchese
Prendendo atto dell'inarrestabile inquinamento atmosferico,
oltre che terracqueo, che sta portando al surriscaldamento della
temperatura media del Pianeta, all’azzeramento delle stagioni,
agli incontrastabili sconvolgimenti meteorologici, alla
desertificazione di vaste aree produttive, allo scioglimento
delle calotte polari e dei secolari ghiacciai, e chi più ne ha
più ne metta, non è facile sperare che il futuro del Pianeta
Terra si avvii verso un tranquillo avvenire, specie se non si
riuscirà a legarlo ad un auspicabile e generalizzato
ravvedimento operoso dell' ex “homo sapiens”.
Aggiungasi l’esponenziale aumento della popolazione mondiale e
la sempre più evidente rarefazione delle risorse naturali, ed
ecco che il complessivo ben poco rassicurante scenario degli
anni a venire diviene sempre più preoccupante, foriero di
assillanti problematiche.
In questi ultimi trent’anni s’è perso molto tempo prezioso, la
situazione generale s’è aggravata, la legge di causa ed effetto
ha preso il sopravvento e i danni immensi, diversificati, forse
irrimediabili, fanno ormai parte del pesante bagaglio che le
giovani generazioni presenti e quelle prossime future si
dovranno portare dietro lungo una strada perigliosa e tutta in
salita.
Non bastano più le mendaci promesse dei “grandi della Terra” o i
buoni propositi enunciati a fronte dell’urgente necessità di
intervenire oggi e non domani, visto che ieri sono state
elargite a profusione solo chiacchiere. Non basta far visita,
magari con un codazzo di pseudo “responsabili”, nei luoghi dei
disastri, così come non basta correre al capezzale del morente
ecosistema ambientale o impegnarsi (a parole) di “ricostruire”
ciò che la furia dei violenti e anomali fenomeni meteo seguita a
distruggere in ogni parte del Pianeta. Non basta più irridere la
gente con l’assicurazione che ogni cosa tornerà sotto controllo
entro il 2050 circa. I pericoli incombenti, i disastri
prevedibili, i probabili morti, gli invalidi, gli sfollati, le
gravose perdite patrimoniali, sono tutte cose che appartengo
all’ “oggi” e non possono essere “rimandate al mittente”, in
attesa del chimerico traguardo annunciato. La natura non accetta
turlupinature politiche o rinvii di natura tornacontistica o
demagogica.
Le cronache quotidiane provenienti da ogni parte del Mondo
portano a riflettere, tuttavia, che oggi, peggio che ieri, non
si vede traccia alcuna di una classe dirigente mondiale capace,
responsabile, onesta, volenterosamente protesa a proteggere e
difendere l’avvenire della umanità.
Esiste e cresce, invece, una accozzaglia di intriganti
personaggi, d’ogni provenienza ideologica, d’ogni etnia, d’ogni
appartenenza nazionale, dediti più a curare i propri poco
odorosi intrecci personali e di gruppo che quelli della
disorientata collettività internazionale avviata verso un
incerto e insicuro avvenire.
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Una data da ricordare:
25 LUGLIO 1943 –
ARRESTO DI MUSSOLINI.
di Augusto Lucchese
Sono trascorsi 78 anni da quel 25 luglio 1943 quando nella
Italia stremata per i disagi, le sofferenze, le privazioni, le
ferali e distruttive incursioni aeree nemiche, oltre che
militarmente provata per l’avverso svolgimento delle tristi
vicende belliche di oltre tre anni di guerra non voluta e mal
condotta (GRECIA / AOI / LIBIA / TUNISIA / SICILIA/ (in aggiunta
ai patiti insuccessi navali di Genova, Taranto, Punta Stilo,
Capo Teulada), s’abbattè il “coup d’etat” ordito dall’entourage
di Vittorio Emanuele III per “far fuori” Mussolini e il
fascismo.
A detta dello storico Gianfranco Romanello, (pag. 1339 de “La
seconda Guerra Mondiale” - Gruppo Editoriale Fabbri - 2°ristampa
– 1986 ) “… il 25 luglio venne girata una pagina della storia
d’Italia, ma le nubi di un’altra tragedia si fecero ancora più
scure”. “Giungerà presto, infatti, l’infausto e tragico 8
settembre 1943. Un disastro di gran lunga peggiore della tragica
disfatta di Caporetto, dell'ottobre 1917”.
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Trascurare la conoscenza della storia, quella vera non quella
monca o distorta, preferendo ignorarla per correre dietro ai
racconti di sciocca fantasia, del mondo dei balocchi, delle
favolette per allocchi o, peggio ancora, ai materialistici
piaceri goderecci del consumismo sfrenato, è una autentica
condanna a rimanere nel limbo della mediocrità. E’ inutile
allora lamentarsi che la società civile è diretta al capolinea
dello sfascio, che i politici mal governano le istituzioni, che
le infrastrutture cascano a pezzi, che la sporcizia e l’incuria
per il territorio sono quasi ovunque il marchio segnaletico di
un paese da “quarto mondo”, che i centri urbani sono, di
massima, da classificare “invivibili”. Ciò è quanto la parte
sana della Nazione non merita, pur se subisce l'operato di una
sfacciata minoranza di mediocri arrivisti, di gente senza
scrupoli, di corrotti, di speculatori, di imbonitori da fiera,
che ogni giorno riversa, nei luoghi della convivenza sociale,
una sorta di virtuale “raccolta indifferenziata” di indegni
comportamenti.
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Ecco una sintetica ricostruzione dei
fatti accaduti in quei giorni, ferma restando, per chiunque, la
facoltà di esprimere, mediante le pertinenti informazioni
fornite, un proprio soggettivo giudizio.
25 luglio 2021
LuAu
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INDRO
MONTANELLI
Ricorre oggi il 20° anniversario della
scomparsa dell'insigne giornalista INDRO MONTANELLI e anche il
Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ritenuto
opportuno ricordare accoratamente la ricorrenza .
Quanto appresso rassegnato non vuole menomamente intaccare o
contestare la sua bravura e la sua versatilità di pubblicista,
di maestro del giornalismo, di cronista. Nell’anniversario della
sua dipartita ognuno è libero di ricordarlo e giudicarlo come
meglio ritiene, nell'assoluto rispetto della memoria di un sì
valente giornalista. Pur condividendo le molte positive
motivazioni che lo riguardano, sembra anche giusto, tuttavia,
puntualizzare un paio di circostanze in cui il "grande"
Montanelli non è stato meritevole della sua fama.
22luglio2021
LuAu
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BERLUSCONI E I DUE
MATTEO
di Angiolo Alerci
Questo è quello che io scrivevo il 12
dicembre 2020 (pag. 7 del VII volume di Cronaca e riflessioni
sulla politica italiana” sui due Matteo nazionali
12 dicembre 2020
MATTEO L'ARROGANTE
MATTEO IL IL FURBO
Il nome Matteo accomuna nel nostro parlamento due soggetti che,
sebbene di estrazione diversa, hanno in comune un solo problema:
rendere la vita sempre più difficile ad una maggioranza sempre
più disunita.
Matteo I, da una posizione di opposizione politicamente
corretta, se non fosse condizionata dalla sua arroganza per il
negativo risultato del suo maldestro tentativo di arrivare
subito alla Presidenza del Consiglio, chiede continuamente
di andare al voto.
Matteo II, da una posizione ibrida, perchè dopo essere stato
colui che ha imposto al suo partito. l'accordo di governo con il
Movimento 5 Stelle, lo abbandona subito dopo per creare una
nuova formazione politica, Italia Viva, nell'errata convinzione
che con il gran numero dei parlamentari a lui vicini disposti a
seguirlo, la stessa cosa avrebbe fatto l'elettorato del P.D.
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SPERIAMO
CHE LA STORIA SI RIPETA
di Angiolo Alerci
Nel 1947 il nostro paese distrutto
dalla guerra che, tra l’altro, aveva notevolmente modificato la
produzione di nostre fiorenti industrie per adattarle alla
produzione di “materiali” da guerra, con molte città
notevolmente danneggiate prima dai bombardamenti aerei e dopo
dall’invasione, visse un giorno speciale: l’annuncio che gli
Stati Uniti avevano programmato un piano, l’European Recovery
Progam, noto come piano Marshall di aiuti ai paesi europei, dopo
i notevoli danni provocati dalla seconda guerra mondiale.
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2
giugno 2021 – 75° anniversario della Repubblica Italiana.
di Augusto Lucchese
Un altro anno si aggiunge alla ancor giovane esistenza della
Repubblica Italiana, nata nel giugno del 1946. Una ricorrenza
che vedrà ben poco dei variegati festeggiamenti posti
precedentemente in essere, di anno in anno, sino al 2019. Il
“covid 19”, nel 2020 e nel 2021, ha imposto la rinuncia,
presumibilmente con un certo rammarico, a parecchie consuete
celebrazioni di prammatica, in particolare a quelle che
avrebbero potuto determinare “assembramenti” o pericolose
occasioni di ravvicinato contagio.
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