FESTIVAL
SANREMO 2024
In
ITALIA SIAMO GIA’ AD UN PUNTO DI NON RITORNO , IN CUI CONTANO
PIU’ LE TELEVISIONI CHE LE ISTITUZIONI?
Seconda parte.
Riprendendo il discorso non sembra
male tratteggiare, più da vicino, ciò che riguarda l’appena
concluso “Festival di San Remo 2024”, inteso come una sorta di
simposio annuale di una pseudo rassegna “televisiva musicale”
che, tuttavia, ha dimostrato, parecchio prosaicamente, di avere
perso di vista le sue originarie caratteristiche.
Festival che, più che altro, è apparso oggi come un contenitore
di nebulosi business affaristici basati su faraoniche
scenografie, su onerose “partecipazioni” di big o gruppi di
facciata, sullo stantio presenzialismo di vetusti personaggi
d’ambo i sessi (qualcuno da “museo delle cere) dell'antico mondo
canoro, artistico e intellettuale cui, in qualche caso, dovrebbe
essere proibito di apparire in pubblico, almeno per precauzione
contro l’insorgere di plausibili sensazioni di ripulsa.
Ciò a prescindere dalle scialbe forzature pseudo comiche del ben
noto vanesio e stancante Rosario Tindaro Fiorello, quello delle
insipide “performance” mattutine di “viva RAI/2”.
Il citato fantascientifico arlecchinesco showman da
avanspettacolo, s’inventato, per l’occasione, un impertinente
“copia e incolla” della sua figura, attribuendone la paternità
ad una sorta di collusa “intelligenza artificiale”.
L’incarico di organizzare il tutto è stato confermato anche
quest’anno (per la quinta volta) ad un certo semidio della TV, a
tutti noto come Amadeus, all’anagrafe Amedeo Umberto Rita
Sebastiani, al quale va riconosciuta la capacità di essere
riuscito ad illudere parecchi milioni di teleutenti allestendo
brillantemente, forse anche in virtù della sua invidiabile e
incontestabile fotogenia, da qualcuno definita alquanto
mefistofelica, un odierno “spettacolo più grande del mondo”.
Nell'adempimento della sua improba faticaccia, peraltro
ottimamente retribuita, è stato affiancato da Marco Mengoni,
dalle attempatelle, pur se abbastanza in forma, Giorgia Trodani
(53 anni), Teresa Mannino (54), Lorella Cuccarini (59), oltre
che dal citato onnipresente, ripetitivo e ben poco originale
Fiorello che, malgrado la sua dimostrata attitudine a sfornare
continue bagattelle da avanspettacolo, non è riuscito a
sollevare più di tanto le sorti della farraginosa “scaletta”
delle serate in corso.
Gli “invitati speciali”, sono stati John Travolta, Giovanni
Allevi, Russell Crowe, Eros Ramazzotti, Sabrina Ferilli, Luca
Argentero, Claudio Gioè.
Qualcuno ha azzardato una giustificata perplessità: se una buona
parte di tutti costoro, Amadeus compreso, fossero stati assaliti
da un qualche malanno influenzale stile Meloni che sarebbe
successo?
Nessuna paura. Sembra sia stato preordinato una sorta di “piano
B”, volto a rassicurare i preoccupati fans: lo spettacolo
sarebbe proseguito in “streaming” da qualche vicino e attrezzato
ente ospedaliero o da qualche confortevole villa già predisposta
all’uopo.
Sono molti i superficialoni o fanatici conterranei che, infatti,
non avrebbero accettato, per tutto l’oro del mondo, di essere
privati di un avvenimento salottiero e frivolo tanto
freneticamente atteso per tutto l’anno.
Senza dire dell'eventuale possibile ripiego sulla possente “nave
da crociera” (la “Costa Smeralda” di 182.700 tn..),
presumibilmente “convenzionata” o “sponsor” del Festival/RAI,
all’ancora in rada con a bordo ricchi passeggeri e ospiti di
rilievo, in grado di effettuare collegamenti in tempo reale con
l’Ariston.
Nel complesso, malgrado la dispendiosa immagine artificiosamente
costruita attorno allo sfarzoso festival di San Remo 2024, non
rimane che rimpiangere i parsimoniosi, dignitosi e apprezzabili
anni che segnarono la iniziale affermazione della manifestazione
canora.
Essa potrebbe servire, oggi, per misurare, attraverso
l’audience, l’eventuale mediocrità encefalica e culturale della
gran massa degli invaghiti proseliti e fautori.
In merito alla “audience” anche quest’anno si parla di circa
11/milioni di telespettatori, vicini e lontani, pur se ci si
guarda bene dall’ipotizzare e segnalare età, classe sociale di
appartenenza, schemi e abitudini di vita.
Per chiudere, anticipando uno “scoop” meritevole di almeno
quattro colonne di prima pagina, qualcuno ha già esternato la
contrita dolorosa preoccupazione per una eventuale
“sostituzione” dell'invitto mattatore Amadeus alla guida della
intramontabile rassegna canora di San Remo.
Specie perché la vasta platea dei suoi “fedeli” ha dovuto
prendere atto che, per sopravvenuti impegni pro alluvionati
tosco emiliani, è da considerare inattuabile la ventilata nomina
dell’impareggiabile Generale Francesco Paolo Figliuolo
nell'approntamento dei “piani operativi” del Festival 2025,
piuttosto ironicamente sussurrata l’anno scorso.
Sembra che neppure un redivivo Padre Dante, potrebbe essere
ritenuto capace di superare in originalità il venerato tutto
fare di che trattasi.
Non poteva mancare, “in cauda venenum” (il veleno nella coda),
la entrata in scena di alcune consuete polemiche, non tutte di
bassa lega, quale quella della paventata abusiva pubblicità alle
“scarpe” di John Travolta o quella della censurata apertura alla
“protesta dei trattori”, o ancora quella dei “posti di prima
fila” non si sa se gratuitamente “riservati” a moglie e figlio
di cotanto “capataz” Amadeus.
Argomenti che ovviamente sono da ritenersi fuori dall’orbita
assegnata al mercantile Festival 2024, quasi fossero provenienti
dalla stratosfera dei soliti venali contestatori, oltre che da
qualche interferenza di natura farisaicamente politica.
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In base a talune notizie di corridoio, il Festival 2024 sembra
sia stato dotato di uno smodato plafond di spesa stanziato dalla
sultanesca RAI che, all’uopo, ha già autorizzato un po’ tutti
gli addetti ai lavori ad accomodarsi alla cassa, magari
dimenticando, in malafede, che le sue disponibilità finanziarie
dovrebbero essere più parsimoniosamente elargite stante che sono
in buona parte alimentate dagli euro spremuti ai teleutenti
mediante il truffaldino canone arbitrariamente e
indiscriminatamente inserito nelle bollette energetiche.
Il bilancio di spesa dell'anno scorso fu valutato attorno ai 20
milioni di euro, ma per il 2024 è previsto un consistente
aumento di spesa.
Si dice, di contro, che nel 2023 la Rai avrebbe percepito,
attraverso i corrispettivi pubblicitari, la rispettabilissima
cifra di 50 milioni di euro, evidenziando quanto il Festival di
Sanremo rappresenti un terreno più che fertile ai fini di un
ottimo raccolto.
Ciò alla faccia della cultura e della musica e a parte le insane
lamentele rivolte al Governo, colpevole di avere deliberato una
ridicola riduzione del citato canone.
E’ stato posto in risalto, altresì, che il Festival di Sanremo
2024 potrebbe essere ancora più redditizio, puntando a
raggiungere incassi per circa 60 milioni di euro.
Una appetibile e consistente sommetta, non c’è che dire, per un
Ente spendaccione e faraonico come la contestata sciupona RAI.
S’è appreso che le telepromozioni dalla durata di 45 a 60
secondi costeranno circa 500/mila euro a serata, mentre il costo
di un semplice flash sarà di 30/mila euro, tariffe che appaiono
alquanto rivalutate rispetto agli anni decorsi.
Nella misura in cui, di contro, i dirigenti RAI hanno
sadicamente concepito, ammannendolo spudoratamente ai teleutenti
di tutte le sue reti (si può ben dire H/24 e se tutto va storto
non solo per “quinque dies”) un avvilente tormentone di insulse
cronache e di sciocchi commenti sull’andamento dell'impegnativa
“fatica” portata avanti da Amadeus & C., sembra essere
precipitati in un precipizio che rassomiglia parecchio alla
Chicago degli anni ’30 del cinico fuori legge chiamato Al
Capone.
Sta di fatto che in onore dello strombazzato avvenimento
musicale, sono andati e seguitano ad andare sistematicamente in
onda demenziali “servizi”.
La estenuante maratona della canzone e relative artificiose
esibizioni pseudo esplicative o illustrative riguardanti i
personaggi e i concorrenti seguitano ad imperversare ancora oggi
sul palcoscenico dell'Ariston, negli spiazzi antistanti,
all’interno di “Villa Nobel” e forse, di riflesso, anche a bordo
della grandiosa nave “Costa Smeralda”, dimostrando di avere
scarsissimo rispetto per chi è in sofferenza per via di
patimenti vari, di crisi di lavoro, di attentati, di violenze,
di guerre criminali, di prevaricazioni e abusi.
Di contro, i giovani “fans” più o meno squattrinati, pur se
facili agli assembramenti concitati e scalmanati, contagiati da
facili entusiasmi e ben pronti ad inneggiare ai divi di
cartapesta del momento, se ne son dovuti stare fuori, accalcati
e rinserrati fra transenne invalicabili, potendo manifestare il
loro chiassoso entusiasmo solo cercando di usare al top i loro
immancabili “smartphone”.
Lo slancio per assicurarsi la partecipazione fisica all’effimero
evento è stato parecchio tangibile, con prezzi variabili da 200
euro a sera per i posti standard fino a 730 euro per i posti
“premium” selezionati.
I biglietti d’ingresso, malgrado il costo stellare degli stessi,
sono andati a ruba fra i “fanatici” presenzialisti di turno,
magari appartenenti alle categorie dei “poveri abbienti”, dei
“ricchi evasori”, dei “nababbi della galassia
polico-istituzionale”, degli “addetti ai lavori” del variopinto
mondo dell'informazione, dello spettacolo, della attuale musica
leggera che tanto leggera non sembra.
Più che una sorta di “green pass” da pandemia si dovrebbe
chiedere a costoro l’esibizione della denuncia dei redditi e un
certificato di regolarità fiscale.
Si pensi che per le 5 serate, sono stati sborsati circa 3500
euro per i posti privilegiati di platea, oltre 1000 euro per i
posti standard (quasi un mese di stipendio di un lavoratore
medio), mentre in galleria l’onere è stato di circa 700 euro.
A fronte di quanto detto il “deus ex machina” del Festival,
Amadeus, anche quest’anno, pur se non sono disponibili cifre
ufficiali, percepirà un elevato compenso che, come azzardato da
alcuni bene informati potrebbe ascendere a ben 700.000 €.
Marco Mengoni, Fiorello, Giorgia, Teresa Mannino e Lorella
Cuccarini, percepiranno ognuno un cachet di circa 25.000 euro a
serata.
Si sconosce l’onere preventivato in favore degli “ospiti” che
certamente non avranno calcato il palcoscenico dell'’Ariston
senza percepire un lauto compenso.
Per i 30 cantanti in gara a Sanremo 2024, sarà elargito un
“bonus” per rimborso spese, pari a 53.000 euro, in aggiunta ad
eventuali oneri extra.
In parole povere parecchio denaro è stato buttato al vento, in
massima parte destinato ad alimentare un mondo fatto di ingordi
“cacciatori” di lauti compensi, solo per soddisfare la becera
frenesia festaiola di una ben definita massa di gente
insensibile alle sofferenze di milioni di altri cittadini.
Sino a quando si dovrà assistere a simili poco edificanti
comportamenti?
Non è stato ufficializzato l’elenco degli “sponsor” del
Festival, pur se è noto che negli anni trascorsi, al posto della
asfittica TIM - da tempo colpita da covid finanziario - era
subentrato l’ E.N.I. (Ente Nazionale Idrocarburi), carrozzone a
vocazione energetica proveniente dalla galassia ex IMI (Istituto
mobiliare italiano).
Alla fin fine paga sempre il solito “pantalone”.
“Ragionateci un po’ sopra”, …. direbbe il simpatico e alquanto
bontempone Governatore del Veneto, Luca Zaia.
Il Festival 2024 è giunto così al traguardo del sabato sera.
Assisteremo adesso ai clamori del post festival e ne sentiremo
parlare e sparlare ancora per un certo tempo.
Poi, finalmente, un riposante lungo silenzio, …. almeno sino al
prossimo anno.
11/02/2024
Augusto Lucchese
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