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Fatti e misfatti
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SUD 1860, SINTESI DI UN
ANNO INFAUSTO
CIÒ CHE LA STORIOGRAFIA UFFICIALE NON HA RACCONTATO
(DI ANGELO
RUSSO)
Al di là degli stereotipi e delle suggestioni trasmessici dalla
storiografia ufficiale, i tragici eventi del 1860 segnarono per
il Sud, e per la Sicilia in particolare, l’inizio di un subdolo
assoggettamento coloniale al Piemonte e, in genere al Nord
Italia, che prosegue tutt’ora.
Col pretesto dell’unificazione dell’Italia, il Piemonte si
arrogò allora il diritto di conquistare il Sud con un’atroce
guerra mai dichiarata.
Per giustificare l’invasione inventò tutta una serie di
menzogne, che tutt’ora
leggiamo nei libri ufficiali di storia, che ledono la dignità di
una Terra e di un Popolo che furono faro di civiltà e cultura
nel Mediterraneo. In assenza di una riparatrice revisione
storica ufficiale, colpevolmente mai attuata, è bene far
conoscere su questi eventi la verità che emerge dagli studi di
giornalisti e storici basati sulla documentazione dell’epoca
rinvenuta negli archivi storici.
Tutto era cominciato col famoso sbarco dei Mille a Marsala nel
1860.
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In relazione a
quanto accaduto di recente circa lo sprofondamento di una
“carreggiata” della statale 121 PA-AG (appena “collaudata”, si
fa per dire) e circa il cedimento di alcuni piloni del viadotto
“Himera” della A 19 PA-CT,
riproponiamo
uno scritto risalente all’estate del 2011

AUTOSTRADA
CATANIA – PALERMO
di
Augusto Lucchese
Giorno 13 luglio ho avuto occasione
di partecipare al convegno organizzato a Palermo (Villa Zito)
dalla Fondazione Congiuntura RES (Istituto di Ricerca su
Economia e Società in Sicilia) sul tema “Analisi e Previsioni
della economia in Sicilia”, cui sono intervenuti personaggi
d’alto profilo. .
Lungo il viaggio di ritorno, percorrendo la malconcia e insicura
Autostrada Palermo-Catania, non ho potuto fare a meno di
osservare, .....
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Testo apparso sull’Unità del 13 Agosto 2010, pagina 10/11
Intervista a Beatrice Rangoni Machiavelli
«L’acquisto di Arcore? Un raggiro del Cavaliere»
«Previti ci disse che avrebbe venduto solo la casa nuda, la
cappella e un pò di ghiaia intorno»
«E’ stata una doppia rapina. Consumata alle spalle di una
ragazzina minorenne, scioccata dalla morte del padre, fuggita
dall’Italia per sottrarsi alla curiosità di giornalisti e
paparazzi e raggirata da quel professionista che si chiama
Cesare Previti, al servizio di Silvio Berlusconi».
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vedi anche "CHI è?" di Rangoni
Machiavelli Beatrice
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REGIONE SICILIA
Un miliardo di euro all’anno, una
spesa improduttiva che favorisce la cultura parassitaria
La Pubblica amministrazione. locale costa almeno un miliardo
all’anno in più del necessario ai siciliani, i cui
rappresentanti politici ottengono o scambiano il consenso
elettorale ottenuto, di prammatica, con l’elargizione generosa
di impieghi pubblici di pura invenzione, privi di qualsiasi
utilità.. ...
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Amato
cornuto e
mazziato
In vista della scalata al Colle,dopo
essere stato nominato
giudice della Corte Costituzionale, Giuliano Amato ha
chiesto all’Inps di sospendergli la pensione.
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(Riportato da "LIBERO" del 1/2/2015) |
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CHE
SUCCEDE AL MONTE DEI PASCHI DI SIENA ?
Nulla di nuovo sotto il sole. Trattasi di circostanze e
fatti ben noti da tempo. Solo
che ora, scoperchiata la pentola, un po’ tutti hanno preso ad
esternare più o meno pertinenti giudizi e commenti mentre i
maggiorenti della solita politica all’italiana s’accusano a
vicenda e hanno preso a versare, pressoché inutilmente, un
fiume di lacrime … (di coccodrillo).
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A cosa sono
ridotte, oggi, le Funzioni religiose ?
Parec chi saccenti
Sacerdoti (per fortuna non tutti), più che altro imbevuti di protagonismo e di
incongruo dottrinalismo, non riescono a
rendersi conto (o più
semplicemente non vogliono rendersene conto) di avere
trasformato le sacre funzioni, magari inavvertitamente, in
autentici spettacoli folcloristici sostanzialmente privi di
spiritualità e d’interiorità. I presbiteri .......
leggi tutto
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IL
PAESE DEI BALOCCHI E …. DEGLI ALLOCCHI.
Nell’Era
di San Silvio da Arcore (leggi Berlusconi) la Nazione Italia -
almeno per quel che riguarda una buona metà del suo popolo –
sta vivendo una poco esaltante fase storica che certamente non
onora la celebrazione dei suoi 150 anni di vita. A confronto di
altre Nazioni - vicine e lontane - non può certo considerarsi
un Paese “felice”, proteso verso un “brillante”
avvenire. Sotto la discussa guida dell’invitto “mago del
compromesso” (per non dire dell’intrigo
o delle turlupinature) punta decisamente a raggiungere la vetta
di molti primati da Guinness World Records ... Leggi
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Ballarò 19
aprile.
Che figura la Maria Stella Gel mini.
Senza entrare nel merito delle più o meno giustificate diatribe che continuano a scaturire dalla riforma scolastica intitolata proprio alla attuale titolare del Dicastero della Pubblica Istruzione, non si può sorvolare sul fatto che
essa ha assunto, con incredibile disinvoltura, il difficile compito di sostenere
pedissequamente la tattica difensiva adottata dal Premier Berlusconi
a fronte dei processi di ogni tipo che lo coinvolgono. Dove è finita la sua
vantata linea personale e politica in materia di meritocrazia, di etica comportamentale, di onestà morale, di lotta
alle storture del sistema? Dove ha relegato il decantato sogno di fornire alle giovani generazioni, attraverso un nuovo modello di scuola, elevati principi morali, culturali e formativi? Ha dimenticato, forse, che la chiave di volta dello sviluppo formativo della gioventù è l’esempio fornito da chi, più o meno meritatamente, è posizionato ai vertici delle Istituzioni? Se per convenienza, per spirito di servilismo al potere, per soggettiva incoerenza intellettuale, la Ministra Gelmini ha
convintamente preso le distanze da tutto ciò, non deve
lagnarsi del fatto che venga inclusa a pieno titolo fra coloro che sistematicamente cercano di distorcere la verità delle cose sostenendo tesi campate in aria basate su arzigogoli e trucchetti degni di imbonitori
da fiera o di illusionisti da baraccone. E’ chiaro ed evidente che non possono coesistere due diverse verità specie quando i fatti, pur se si tenta di nasconderli o di camuffarli, propendono a dimostrare quale sia quella reale. Tutto il resto è menzogna, uso di mezzi ingannevoli, abuso di funzioni, vergognoso tentativo di offuscare la mente di tanti sprovveduti potenziali elettori.
I preconfezionati ragionamenti teatralmente recitati dall' On.
Gelmini sulla scena di Ballarò, a parte la tendenza alle reiterate e poco rispettose sovrapposizioni all’argomentare dei vari dissenzienti (qualcuno l’ha rimbeccata asserendo che il suo era un comportamento quantomeno poco educato) hanno
posto maggiormente in luce un suo sdoppiamento di personalità. La Gelmini
- come del resto parecchi suoi compagni di cordata - non s'è forse resa conto che, così seguitando a fare,
oscura quella che dovrebbe essere l’immagine seria, composta e veritiera di un
qualificato rappresentante delle Istituzioni. Non si è resa conto,
evidentemente, che dal momento in cui ha assunto l'incarico di Ministro della Repubblica, non è
più al servizio del capo o dei capi della sua fazione politica ma, bensì,
diviene responsabile dei suoi comportamenti, delle sue affermazioni, dei suoi
interventi, verso la Nazione intera. Nel caso in specie, ove la
Gelmini preferisca essere solo una politicante di parte, non le
rimane che dimettersi dall’incarico istituzionale e sarà libera,
così, di esternare come vuole e dove vuole le sue discutibili tesi e le sue congetture. Non seguiti ad offendere il buon senso di quella numerosa parte degli italiani che non vorrebbero essere ritenuti allocchi o, peggio ancora, essere presi per i fondelli. Peccato che tutto ciò contrasti con la sua
apparente figura di donna tutta acqua e sapone.
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INDEGNA
BARAONDA A MONTECITORIO
Se
alla gran parte dei sedicenti “onorevoli” che stanno
comodamente assisi negli scanni di Montecitorio e Palazzo Madama
si dovesse attribuire in esclusiva la qualifica di
“rappresentanti” della pseudo democrazia italiana (così
come voluta e costruita dal dispotico apparato di potere
berlusconiano), sarebbe meglio trasferire le sedi istituzionali
del Parlamento, con tutti i ben pasciuti suoi componenti, in
qualche isola deserta. Magari dotandoli di un ring ove sfogare
la loro irrazionale quanto incontenibile aggressività e
facendogli provare cosa significa essere rinchiusi in un qualche
gulag. Si darebbe altresì la possibilità ai molti asserviti e
facinorosi esponenti della combutta di arrivisti che si arrogano
il titolo e la funzione di appartenenti alla maggioranza, di
esternare liberamente il loro livore (oltre che la maleducazione
che rasenta l'inciviltà e la volgarità) senza deturpare ancor
più l'immagine della Nazione. Nel quadro poco edificante della
politica italiana anche l'opposizione dimostra di non sapersi
tirare fuori dal retaggio delle sue antiche e recenti colpe. Non
ha saputo recepire la necessità di assurgere alla funzione di
anticorpo rispetto ai mali che affliggono il quadro democratico
della Nazione. Non ha saputo comprendere il dovere di superare i
ricorrenti e variegati distinguo interni. Non riesce a rifarsi
ad una sorta di novello spirito risorgimentale per affrontare la
lotta con decisione e chiarezza. Non ha ancora compreso che
certi mali oscuri della vita politica vanno fronteggiati e
rimossi al più presto, anche adoperando il bisturi, se non si
vuole che l’Italia finisca con l’insediarsi in testa alla
graduatoria delle Nazioni sottosviluppate.
Non ci si può più permettere di assistere impotenti
all’accentuarsi della frattura che divide in due la Nazione
così come non è ammissibile che tanta gente, magari
disinformata, inconsapevole e in buona fede, continui ad
inneggiare al non tanto occulto manovratore di Mediaset & C.
I recenti dati fiscali e patrimoniali del gruppo dimostrano che
mediante nebulose attività imprenditoriali, fra cui una sorta
di monopolio della pubblicità strapagata dagli italiani,
foraggiano abbondantemente le velleità populiste del Cavaliere
di Arcore, oltre la sua vita privata da pascià. Gli italiani
seguitano a languire fra mille difficoltà esistenziali e lui,
imperterrito, scanzonato e sorridente, non perde un colpo per
prendere in giro anche i suoi fans facendo il Rodomonte
boiardesco contro i suoi nemici dichiarati (prima fra tutti la
magistratura), mentre ... continua a fare collezione di ville e
castelli.
(commento
inviato a “Commenti Virgilio” - ore 15,10 del 31 marzo 2011)
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"Blitz Pdl sul processo breve, bagarre in aula. Il Pd:
Vergogna"
Opposizione
inconcludente
Se
la banda dei "desperados" berlusconiani riesce a
stravolgere la funzione costituzionale del Parlamento
(utilizzando gli accattoni e i mercenari degli
ir...responsabili) lo si deve anche all’incapacità
dell’opposizione di adeguarsi alla tragica situazione politica
italiana. Non basta alzare la voce nelle aule del Parlamento o
nelle inutili dichiarazioni ai mass-media. Se ha, come suole
dirsi, “spina dorsale” e coraggio (ma non credo),
l’opposizione dovrebbe avere il dovere di affrontare il nemico
con altre più adeguate armi. Anche scendendo in piazza tutti
uniti, stile Tunisi o Il Cairo, giungendo anche, se necessario,
all'estrema conseguenza di disertare tutte le sedute del
Parlamento e delle relative Commissioni, sino a quando la
sostanziale funzionalità istituzionale e il decoro di tali
Organi non saranno ripristinati. Ce la farà l'opposizione a
bloccare la deriva antidemocratica della nauseabonda
maggioranza? Ce la farà a ingabbiare, per non farli più
nuocere, i componenti tutti di tale antinazionale setta satanica
che artatamente e frequentemente ricorre a veri propri agguati
antidemocratici per imporre la propria linea? Linea arrogante,
discriminatoria e settoriale fatta di palese incapacità di
gestire la realtà del Paese, di inganni e prevaricazioni, di
proposte di legge sfacciatamente anticostituzionali, di
spregevole corruzione morale e materiale. Se l’opposizione non
riuscirà a tempo a rendersi conto di quale è il proprio
irrinunciabile quanto doveroso compito e continuerà a
cincischiarsi con inutili diatribe e vacui discorsi, per la
Nazione saranno tempi ancora più duri.
(commento
inviato a “Commenti Virgilio” - ore 16,18 del 30 marzo 2011)
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I BUCANIERI DELLA MALFIDA GOVERNANCE ITALIANA
I novelli pifferai del rinomato duo ”Giulio Tremonti & Gianni Letta” (il primo "irresponsabile"
Ministro del Dicastero della Economia e delle Finanze e il secondo da tempo incapsulato in una sorta di sbiadita riedizione della controversa figura del "cardinale Richelieu"), hanno ancora una volta tradito la fiducia dei contribuenti onesti e degli indifesi cittadini più poveri. Con disinvoltura e assoluta facciatosta, hanno
deciso, in combutta fra loro, di aumentare di ulteriori 1 o 2 centesimi le già abnormi e oppressive accise gravanti sui carburanti. Hanno diabolicamente pensato di rifondere il maltolto al settore della cultura (cinema, teatro, beni archeologici, storici, monumentali, ecc.) addossando il conseguente onere al già tartassato uomo della strada che del settore della cultura poco o nulla se ne intende o sa che farsene. Non senza però avere riservato un buona fetta della nuova aulente torta (circa la metà) per lenire, sebbene di poco, la famelica ingordigia dell’apparato fiscale che, per merito della banda bassotti operante nel mondo politico istituzionale, appare sempre più esangue. E come se, per soddisfare un proprio obbligo, un acclarato debitore s’appostasse all’angolo della strada per rubare il portafoglio al primo passante a tiro. Ambedue i noti personaggi di cui sopra, non avevano ripetuto a iosa e ai quattro venti che il fisco, in osservanza del primo comandamento del vangelo berlusconiano, mai e poi mai si sarebbe azzardato a mettere le mani nelle tasche degli Italiani? Pur giustificando la probabile ignoranza in materia economica del caro Gianni, come può essere possibile assolvere l’eccelso consulente tributario e superprofessore Giulio? Non ha mai letto, in qualche testo di economia politica, magari in tempi lontani, che le imposte indirette (quali le nefande “accise”) ricadono indiscriminatamente sui cittadini indipendemente dalla loro diversificata capacità contributiva? Non ricorda che insigni scienziati e studiosi (fra cui, presumibilmente, non è da includere il sig. Ministro di che trattasi) hanno definito le imposte indirette una ignominiosa ingiustizia sociale basata su una vera e propria tecnica estorsiva? E’ quasi disumano pensare solo a “tenere i conti in ordine” quando monta sempre più la miseria di larghe fasce della popolazione Il sornione mago della finanza italiana ebbe forse a compiere gli studi in una qualche settaria e poco etica Università, magari specializzata nell’impartire nefasti e spregevoli insegnamenti sul come vessare e torchiare il popolo delle classi meno abbienti?
Ciò potrebbe rappresentare la vera faccia del problema visto che nel corso della sua ascesa politica, nell’ambito delle bizzarrie pseudo oligarchiche del clan berlusconiano e leghista, il mefistofelico e sibillino ministro Tremonti ha ben recepito la mentalità del despota che manovra ogni cosa in danno del popolo sottomesso e indifeso senza avvertire l’obbligo di curare gli interessi collettivi e non quelli di parte. Egli, piuttosto che staccare dal corpo sano della Nazione le innumeri sanguisughe del mondo della politica, della corruzione, della speculazione - bloccando altresì gli ingordi manager d'alto bordo - trova molto più facile infierire sul contribuente che a mala pena s’arrangia per sbarcare il lunario.
Forse, essendo della stessa parrocchia, non se la sente di portare avanti taluni seri e concreti provvedimenti di alleggerimento fiscale, da circa 18 anni promessi ma mai mantenuti. Probabilmente perché potrebbero disturbare i disegni del padrone delle ferriere o del carrocciaio padano? Gli Italiani ben ricordano che nel 1994, in sede di campagna elettorale venne emesso da Berlusconi e Tremonti, in prima TV, un impegno che sino ad oggi non è stato onorato. Un vero e proprio assegno a vuoto. E’ mai capitato a costoro di leggere “Discours sur la misère” di Victor Hugo, o di soffermarsi sull’oscuro personaggio Thénardier de “I Miserabili”, opera insigne dello stesso autore?
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LA NAZIONE DEI CHIACCHIERONI
In Italia s’è sempre più diffusa una grave e incurabile epidemia di logorrea. Tutti parlano - magari per il solo gusto di dire qualcosa
o per mettersi in mostra -, tutti intervengono nei numerosi e talvolta sconclusionati talk schow televisivi
o appuntamenti radiofonici, tutti ammanniscono sermoni e fanno prediche, tutti rilasciano interviste e dichiarazioni di parte. E’ difficile, però, trovare
nel loro "bla bla" concordanza di idee, chiarezza e spirito di
coesione. Si parla a ruota libera o si recita a soggetto, non ha importanza, purché il proprio pensiero - spesso e volentieri distorto e ambiguo - corra sulle onde della radio o fra i canali delle TV. Molti non si rendono conto di avere ormai acquisita una sorta di tossicodipendenza da microfono e di essere in balia di una perenne sbronza di individualismo esasperato, nutrendo magari l’inconscia speranza di ostentare una qual distintiva cultura intellettualistica, retorica o filosofeggiante che dir si voglia. Che bella cosa questa odierna “Italietta nostra”, preda di un famelico branco di squali pronti ad addentare e dilaniare chiunque si permetta di contestare le loro ciance o di smentire i loro assiomi. Il
tutto porta ad accelerare la corsa verso l'inarrestabile
decadenza dei valori culturali e morali della Nazione.
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Il
Cavaliere preoccupato
Dopo il
convegno europeo di Parigi si è visto, forse per la prima volta, il
Premier italiano seriamente preoccupato. Gli si leggeva in
volto. Non è riuscito ad ostentare, neppure per un momento, il
consueto artefatto "sorriso Durbans". Sorge il dubbio, però, che le sue reali preoccupazioni
non riguardino la "Nazione Italia" a fronte delle
conseguenze della crisi libica, bensì le estemporanee uscite
del compare Bossi ("Silvio ha sbagliato"-
"qualche ministro parla a vanvera") che si sono
sommate alla presa di
posizione di alcuni ministri di razza padana che, in merito all'affare Libia,
si sono defilati e hanno assunto un atteggiamento discordante
rispetto agl'altri colleghi del Consiglio dei Ministri. Senza
dire del vento di fronda che cresce all'interno della sua
raccogliticcia maggioranza. Il Cavaliere, da un po' di tempo a
questa parte, deve sempre tenere a portata di mano una buona riserva di "super
attaK" per riappiccicare, alla meno peggio, i cocci del
suo malfido entourage. E' facile notare, infine, che quando è costretto a
parlare di cose serie, risalta in lui l'ambiguità di un contorto modo di
esprimersi oltre che la palese
incompetenza riguardo alle specifiche materie di che trattasi.
Nel caso specifico della crisi libica sono apparse evidenti le stramberie, le
imperfezioni tecniche, l'inconsistente giro di parole e le
studiate riserve circa la posizione italiana nell'intervento ONU
contro la Libia. Per suo merito l'Italia è veramente messa male,
.... in ogni campo!
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"No fly zone" sulla
Libia di Gheddafi.
Il Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U., al pari
della montagna del saputo detto popolare, ha partorito, con
ingiustificabile ritardo e forse fuori tempo massimo, il gracile
topolino della “no fly zone” da attuare, potendo, sui cieli
della Libia. Il chimerico scopo dovrebbe essere quello di proteggere la
popolazione civile dissidente dal reiterato e criminale impiego
dell'aviazione di Gheddafi. L’attesa risoluzione è stata
approvata, nel corso di una stanca e contrastata seduta quasi
notturna, con 11 voti a favore e 5 astenuti. Fra questi ultimi,
vedi caso, risaltano la Cina e la Russia. La prima, la Cina, in
quanto spererebbe, in relazione alle trattative già avviate e
rimanendo Gheddafi al potere, di assumere il controllo della
produzione petrolifera e metanifera della Libia. Una bella
prospettiva per l’Italia berlusconiana. La seconda, la Russia,
non avrebbe potuto fare diversamente senza offendere il ricco cliente
del suo fornitissimo "supermercato" di materiale bellico. Si sa che
l’industria russa degli armamenti vive e prospera attraverso
la massiccia esportazione di ogni tipo di aggeggi da guerra, dai
kalashnikov, ai cannoni, ai moderni "katiuscia", ai carri armati, ai Mig. Non tanto
facilmente, quindi, può essere disposta a rinunciare a un facoltoso
acquirente come Gheddafi. La nomea di "mercanti di morte" non li
tange più di tanto. Gli affari sono affari, ha sempre detto il
caro ex proletario del KGB, inteso Putin, all'intimo "compagno anticomunista"
Berlusconi, meglio conosciuto come l'indefèsso cavaliere di
Arcore. La conseguenza di tutto ciò sta nel fatto che il mondo è
ormai costretto ad andare avanti fra
tiranni, speculatori e nuovi arricchiti senza scrupoli, a
prescindere dai diffusi e più o meno scandalosi bunga
bunga.
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