A COSA SONO RIDOTTE, OGGI,
LE FUNZIONI RELIGIOSE ?
Parecchi saccenti Sacerdoti (fortunatamente non tutti), più che altro imbevuti di protagonismo e di
incongruo dottrinalismo, non riescono a rendersi conto (o più semplicemente non
vogliono) di quanto le Sacre Funzioni si siano ridotte, magari inavvertitamente, in autentici spettacoli
folcloristici, sostanzialmente parecchio lontani, di massima, da quella spiritualità e interiorità
che dovrebbero essere sempre alla base delle stesse.
I presbiteri delle Chiese sono sempre più somiglianti ad un
"palcoscenico", saturo di preziosi addobbi, di marmi pregiati, di costosi leggii, di candelabri da ricco antiquariato, di
imponenti poltrone indorate tanto somiglianti ai “troni” d’antica memoria.
Tecnologiche postazioni di altoparlanti e microfoni, oltre che di sofisticati impianti d’illuminazione, fanno capo
a dei veri e propri “quadro comando” installati in varie zone
nevralgiche. Ove si decidesse di completare il tutto con delle "luci psichedeliche"
- quelle in uso negli affollati “night club” o nei tanti rinomati “ritrovi” festaioli
- il risultato sarebbe veramente eclatante! E’ scandaloso che tutto ciò avvenga in sacri luoghi di culto, fra immagini e statue
di Santi, fra simboli di fede religiosa, magari sovrastati dall’imponenza di grandiose rappresentazioni
della Croce di Gesù dalle quali emerge la Sua Figura dal viso dolente e dal corpo straziato e sanguinante. Il rito della Santa Messa, in special modo, risente parecchio dell’ostentata coreografia
di paramenti e preziosismi che mal s’adattano con lo spirito francescano che dovrebbe
emergere da ogni manifestazione religiosa, coerentemente ai principi della morale e degli insegnamenti
del Cristo.
La maggioranza dei cosiddetti “fedeli”, peraltro distratti da tanta inutile sontuosità, appare ormai
incanalata verso un presenzialismo puramente di facciata e formale, in ogni caso limitato alle “feste comandate”.
E' questa una amara constatazione pur se essa non vale, ovviamente, per
l'ormai sparuta categoria delle “bizzoche” o dei "bigotti" che, per riflesso della loro ancestrale scarsa conoscenza culturale, si battono
- come suole dirsi - il petto, seguono supinamente le funzioni e,
all'occasione, recitano un rosario dopo l’altro, magari solo per passatempo.
La medesima amara constatazione assume un
ben diverso significato se riferita, invece, agli imberbi ragazzi e
ragazze che, plagiati da farisaici dettami e da un addomesticato
catechismo, difficilmente assimilano quei valori, quei comportamenti e quegli insegnamenti
dei quali poi, da adolescenti e da grandi, dovrebbero fare tesoro per meglio affrontare la diuturna competizione della vita scolastica, familiare
e sociale. La misura, infine, appare colma quando taluni Sacerdoti, con mielata e stancante modulazione di voce di stampo seminarista, s'avventurano in logorroici sermoni o in prolisse e strumentali dissertazioni
basate su varie tematiche bibliche ed evangeliche, magari infarcendole con ripetitivi luoghi comuni
che lasciano il tempo che trovano. Il sacro luogo della Chiesa diviene così, sempre più frequentemente, un contenitore di preoccupante ipocrisia collettiva. E non sarebbe giusto, infine, non evidenziare gli aspetti “materiali” ed economici che scaturiscono dalle varie attività svolte
nell'ambito dall’apparato chiesastico. Ci si riferisce, ovviamente, ai consistenti proventi, non facilmente quantizzabili, che sfuggono ad ogni controllo e che, di massima, godono di una discriminante immunità fiscale rispetto ad ogni altra forma di attività lucrativa del sistema economico.
E' non va dimenticato che proprio da quest’ultimo proviene, quasi totalmente, la considerevole massa monetaria (italiana e non vaticana) che quotidianamente alimenta le entrate di Parrocchie, Santuari, Monasteri ecc. ecc.. Massa monetaria che,
ovviamente, viene meno agli investimenti e ai consumi produttivi. Senza
dire della immensa ricchezza di cui dispongono, nel complesso, gli Enti
ecclesiastici, le Curie, le Parrocchie gli Ordini religiosi, le
Congregazioni e i Dicasteri della Santa Sede romana. E non va
dimenticato, peraltro, il fatto che nel loro ambito è costantemente
attiva la tendenza a questuare la munifica beneficenza dei fedeli, a
parte le elargizioni di Aziende e dei poteri istituzionali. Con buona pace dei molti poveri, dei derelitti, dei sofferenti e di quanti altri soffrono, magari in silenzio, per
le angustie connesse ai pesanti quotidiani oneri personali e familiari.
Quante delle citate rilevanti risorse potrebbero essere devolute a costoro?
Maggio 2007
Luau
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