Rete
Italiana per il Disarmo.
- Osservatorio Mil€x -
Messaggio ricevuto:
….“A quanto ammontano le spese militari italiane in un anno, in
un giorno, in un'ora?
…..Quanti sono gli effettivi delle nostre Forze Armate?
…..Quanti sono i comandanti e quanti invece i comandati?
…..Per acquistare nuovi armamenti (cacciabombardieri ultrasonici
e sofisticatissimi, costosissime navi militari ultra
tecnicizzate, onerosi blindati e carri armati d’ultima
generazione) quanti miliardi vengono impiegati, ogni anno?
Trattasi di oltre 23/miliardi, cui vanno aggiunte le ingenti
somme periodicamente stanziate per i contingenti militari
all’estero (Afganistan, Iraq, Libano, Libia, ecc.)”
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COMMENTO:
Riducendo adeguatamente le spese per l’apparato militare
ed evitando l’abnorme acquisto e approntamento di costosi
armamenti (aerei, portaerei e navi, carri armati e mezzi
cingolati) - spesso in quantità spropositata e non necessaria -
si risparmierebbero ingenti disponibilità di bilancio. Risorse
che potrebbero essere assegnate, in alternativa, alla ricerca,
allo sviluppo, alla scuola, al settore cultura, arte e turismo,
alla ricostruzione dei territori colpiti da calamità naturali,
alle opere di messa in sicurezza del territorio, degli abitati e
del patrimonio monumentale, alla concreta riduzione della
pressione fiscale, al sostegno dei disoccupati e delle famiglie
realmente bisognose. Ciò contribuirebbe, oltretutto, allo
sviluppo economico e alla occupazione produttiva, oltre che a
frenare la tendenza all’incongruente corsa al riarmo e a
contrastare l’attività speculativa delle industrie degli
armamenti che, spregiudicatamente, forniscono ai guerrafondai
sparsi per il Mondo e al criminale terrorismo moderni strumenti
di distruzione e morte.
E’ a tutti evidente che combattere tale immondo commercio è
quanto mai indispensabile per il futuro della umanità.
L'industria delle armi alimenta la violenza, le guerre e il
terrorismo. L’assurdo è che si è poi costretti a devolvere
ingenti risorse finanziarie - impiegando a dismisura uomini e
mezzi - per tentare una valida prevenzione a difesa delle
comunità prese di mira dalle varie e crudeli organizzazioni
eversive o terroristiche.
L’ONU, in applicazione dei principi per cui fu fondata, dovrebbe
intervenire efficacemente contro quei Paesi (in particolare gli
USA, la Russia e la Cina) che vendendo indiscriminatamente armi
e materiali da guerra, provocano morte, disastri, genocidi e
sofferenze nell’ambito dell’umanità tutta.
L’Italia, pur se in misura ben ridotta, è purtroppo da includere
nella lista nera di tali Nazioni. Non sembra azzardato esprimere
un severo giudizio sui governanti dei cosiddetti Paesi civili
che, spesso e volentieri, dimostrano di non esserlo.
14 settembre 2017
Luau
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IL Pentagono
stronca gli F35:
"Poco sicuri".
Ha ancora senso comprarli ?
Problemi strutturali evidenti.
Il tutto costerà all'Italia non meno di 10 miliardi.
Doveva essere il "cacciabombardiere del futuro", il "deterrente
perfetto" nonchè un programma, seppur dispendioso, utile anche a
livello occupazionale. Invece l'F35 targato Lockheed, dopo la
prolungata bagarre parlamentare che ha infine visto governo e
maggioranza spuntarla sulle opposizioni per la piena adesione al
programma, rischia seriamente di divenire un boomerang. Specie
ora che il Pentagono lo bolla sostanzialmente come un aereo
difettoso e inaffidabile, con problemi strutturali e di gestione
dei software. Il tutto all'interno di un rapporto in cui, beffa
ulteriore, si stimano nettamente al ribasso i livelli
occupazionali promessi dal programma stesso.
IL RAPPORTO - Secondo il rapporto del Pentagono “le
prestazioni sull’operatività complessiva continuano ad essere
immature” e rendono necessarie “soluzioni industriali con
assistenza e lavori inaccettabili per operazioni di
combattimento”. La fusoliera, in particolare, è soggetta a crepe
che richiedono continua assistenza, circostanza che – in caso di
guerra o conflitto – rischierebbe di comprometterne in modo
pesante l’operatività. E sempre sul fronte dell’affidabilità
della fusoliera, già un anno fa la Difesa statunitense aveva
sottolineato come, nel tentativo di ridurre il peso del velivolo
(è stato infatti quasi raggiunto il peso massimo prima di
compromettere le capacità tecniche previste per contratto) lo si
era reso talmente fragile che – se colpito da un fulmine –
poteva esplodere. Risultato: il cacciabombardiere non può volare
a meno di 45 km da un temporale. Per non parlare della scarsa
visibilità posteriore e del sistema radar incapace di inquadrare
gli obiettivi.
GLI F35 "ITALIANI" - Beffardamente sarebbero proprio gli
F-35 nella versione a decollo verticale su pista corta – che
secondo le intenzioni della Difesa italiana dovrebbero
sostituire i Sea-Harrier sulla Garibaldi - ad avere il software
più difettoso. L’Italia ha già finanziato l’acquisto di 90
caccia F-35 (inizialmente erano 131) per l’aviazione e per la
Marina: due terzi sono modelli ‘tradizionali’ Lightning 2; un
terzo invece F-35B a decollo corto ed atterraggio verticale.
COSTANO ALMENO 10 MILIARDI - E' a questo punto
prevedibile che la vicenda possa tornare all'ordine del giorno
in politica, sebbene fonti del Ministero della Difesa lascino
intendere che al momento non ci sia troppo spazio per
ripensamenti. L’intera operazione dovrebbe costare circa 12
miliardi di euro, ma l’incertezza suo costi finali è alta.
L’adesione al programma è stata decisa nel 2002 dall’allora
esecutivo targato Silvio Berlusconi, una scelta confermata poi
nel 2012 dal governo Monti che ha però ridotto l’ordine di 41
esemplari per un risparmio di oltre 3 miliardi di euro. E se
negli USA si è aperta una discussione sugli F-35, in Italia si
procede a tappe forzate.
L'ASPETTO OCCUPAZIONALE - La convinta adesione italiana
al programma poggiava anche sulle promesse della Lockheed a
livello occupazionale, visto che il secondo stabilimento di
costruzione dell'F-35 ha sede proprio nel Belpaese. Ebbene anche
in questo senso le notizie d'oltreoceano sono tutt'altro che
rassicuranti, giacchè un rapporto diffuso nei giorni scorsi dal
Center for International Policy sostiene che la Lockheed ha
"grandemente esagerato" nel valutare il numero di posti di
lavoro creato dal programma F-35, e le cifre indicate andrebbero
quanto meno dimezzate. Anche in questo senso, dalla Difesa
nessun commento.
sett.2013
Luau |
MOLTE
DIVISE.
Rilevanti
oneri, sciupii e inefficienze.
Già da tempo (vedi -
www.ethosassociazione.com - Home - Editoriale - “Spese pazze
all’italiana“ e “2 giugno”, dal 2008 al 2013) s’è avuto modo
d’addentrarsi, magari alquanto spericolatamente, nel “campo
minato” dei capitoli di bilancio riguardanti l'organizzazione e
la gestione delle Forze Armate e dei vari Corpi militari e
paramilitari istituzionalmente riconosciuti. .....
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