OSSERVATORIO:
SONO UTILI E QUANTO COSTANO
LE VISITE DI STATO?
Pur
non avendo titolo per entrare nel merito dei discorsi di circostanza
pronunciati in occasione della visita del 20 novembre del Presidente
della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano al Capo dello Stato
Vaticano, Papa Benedetto XVI, nessuno può negare all'uomo della strada,
che non s'intende di "visite protocollari" o di "diplomazia formale”, di
porre, a chi di ragione, alcune domande:
• al cospetto della miseria, delle epidemie, della fame, che
drammaticamente imperversano in vaste aree sottosviluppate e abbandonate
del “terzo mondo”, è giustificabile che si seguiti nella politica del
“chiedere” (…ad altri) i necessari interventi e aiuti, piuttosto che
utilizzare le proprie infruttuose cospicue ricchezze o i consistenti
stanziamenti indirizzati verso finalità di gran lunga meno importanti ?
• a fronte delle congenite “ristrettezze di bilancio”, del “cronico
disavanzo d’esercizio”, dello stratosferico “debito pubblico”, è
possibile sapere quanto costano ai contribuenti, in termini monetari e
di spreco di energie, uomini e mezzi, talune visite “protocollari”?
• ammesso che dette “visite” siano necessarie e utili, si può mai
considerare indispensabile o giustificabile lo sfarzo della scenografia,
la ricercatezza degli abbigliamenti (addirittura rigidamente imposti dal
“protocollo”), l’ostentazione di onorificenze, “collari” e monili
preziosi ? Senza dire, poi, degli addobbi da “mille e una notte” e della
parata di tronfi “gentiluomini da medio evo”, di “porporati e sotto
porporati di Curia” o dei numerosi e impacciati “magnati” della politica
e della burocrazia, alcuni con consorte al seguito.
• in un momento tanto critico e delicato per la pace mondiale, sono
bastevoli le generiche “dichiarazioni” o gli accorati “appelli” per
fronteggiare le cause e gli effetti dei vari “conflitti” (alcuni
addirittura “sconosciuti” alla gran massa dei cittadini) che
cruentamente si combattono in varie zone del Pianeta ?
• non si riesce a pensare che tutto ciò, alla fine, possa divenire un
autentico incentivo per le “proteste di piazza” contro il “caro vita” o
contro l’asfissiante “pressione fiscale”?
• non si riesce a pensare che talune eccessive e appariscenti
coreografie di facciata possano servire ad alimentare le varie “correnti
di pensiero” dei “no global” che talvolta si traducono, in danno della
cittadinanza, nei nefasti e violenti tafferugli urbani ?
• non sarebbe il caso di porre fine, una volta per tutte, alle vacue e
talvolta grottesche esternazioni formali per assumere, di contro, un più
consono comportamento di parsimonia, di modestia, di condivisione dei
principi della “vita francescana” ?
Che bello sarebbe il riuscire ad ottenere un positivo riscontro agli
interrogativi di cui sopra!
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