SENNO ANTICO
Sebbene il tempo avessegli la chioma incanutita,
pur fresco e vègeto rimanea,
quale era nell’età fiorita.
Modesto, affabile, umano, ai doveri ligio,
ognun merito gli elargiva.
Aperta la mente, cuor sincero e candido,
di ragion prudente era.
Donde giungono, gli dicean, tanti pregi e lumi ? ….
….Consigli seppi prender da semplice natura,
di cui tutti siam figli, rispondea.
…Dalla tortora appresi ad esser fedele,
dalla formica ad esser operoso,
dall’ape provvido e industrioso,
dalla colomba l’amor per la pace trassi.
…. Dall’avita saggezza, l’umil gratitudine e l’amicizia vera appresi.
…. A star lontano m’avvezzo, d’ogni tal che merita sprezzo,
d’asservimenti, vizi e screzi, non sono oppresso.
.
…. A gufo arrogante somiglia chi prepotente e greve è;
chi troppo ciarlier diventa, ridicol ad ognuno appar.
… Chi ad altri ruba, a gazza invadente somiglia.
.
…. Alla vipera è pari chi odio e invidia nutre.
…. Chi il debole opprime, o mal dispensa,
lupo perfido o iena vorace è.
D’animal grifagni e infidi, come vedi, le città abbondano,
più assai che selve e dirupi.
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Tratto dall’Enciclopedico Almanacco per l’anno 1833 –Tipografia Eredi Abbate – Palermo -
(testo adattato e riscritto da LUAU nel 2004)
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