La grande scommessa con la natura
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1 - Notizie scientifiche
CLIMA TERRESTRE
Il clima di una regione è l'insieme delle condizioni
meteorologiche medie di quella zona. È caratterizzato
dall’insolazione, dalla temperatura, dalla pressione,
dall'umidità dell’aria, dalle precipitazioni, dalla nuvolosità e
dai venti, e dalle loro variazioni animale.
I fattori che influenzano il clima sono: la presenza in un
territorio della vegetazione, o la sua mancanza, l'influenza
delle correnti marine, quanto e come il sole agisce, la
distribuzione delle terre e dei mari, la presenza di catene
montuose e naturalmente l'altitudine e la latitudine; inoltre
nelle vicinanze del mare l'umidità atmosferica contribuisce alla
quantità delle precipitazioni piovose.
Il clima della Terra generalmente viene diviso in fasce che
seguono l'andamento dei paralleli e la vegetazione qui entra in
gioco, perché viene associata alle varie diversità climatiche,
in quanto ogni esemplare nasce, cresce e prospera in determinate
condizioni di temperatura, pressione ed umidità, quindi risulta
un valido punto di paragone per quel che riguarda le varie
tipologie del clima.
La Terra viene di solito divisa in cinque gruppi climatici ed
ognuno di questi possiede diversi cicli:
Clima equatoriale * possiede temperature medie molto elevate che
vanno da 25 a 30 °C.
Clima desertico * con poche piogge (inferiori a 250 mm all'anno)
e può essere diviso in clima arido caldo e clima arido freddo.
Clima mediterraneo * proprio delle zone temperate con
temperature che variano dai 25 ° C estivi e 12-15 ° C invernali.
Clima oceanico * in presenza dell'oceano che tende a livellare
le temperature da 15 ° C d'estate a 3/4 ° C d'inverno.
Clima continentale * specifico di zone interne (lontane dal
mare), con estati calde ed inverni freddi.
In montagna si trova una situazione equivalente agli ambienti
che vanno dall'equatore ai poli; con l'aumentare dell'altezza
diminuisce la temperatura, solo che ogni differenza avviene
nello spazio di pochissimi chilometri, al contrario delle
migliaia di chilometri che separano l'equatore dai poli.
Ad altri fenomeni di cambiamento del clima contribuiscono vari
meccanismi naturali e quelli antropogenici, (cioè variazioni
della composizione dell'atmosfera grazie all'attività umane),
che variano il bilancio energetico globale, fra radiazioni ad
onda corta (ultravioletta -visibile) e radiazioni ad onda lunga
(infrarossa), e perciò forzano il clima a cambiare (climate
forcing).
Nel periodo del Pleistocene molte variazioni climatiche si
alternarono con espansioni e ritiro dei ghiacciai; dopo questo
intervallo negli ultimi 5.000-6.000 anni altri apprezzabili
cambiamenti avvennero sulla Terra.
Nell'Alto Medioevo vi fu un periodo caldo seguito da un altro
particolarmente freddo, avvenuto verso la fine del XVI e la
seconda metà del XIX, seguito da un periodo caldo che dura fino
ad oggi. Queste variazioni sono testimoniate dall'avanzamento e
ritiro dei ghiacciai alpini. Tutto fa pensare a periodi ciclici
a cui va incontro la Terrona, dovuti a fattori più svariati, tra
cui fra gli ultimi, come affermato da scienziati russi, il
nostro pianeta nel suo girovagare assieme al sistema solare
attraverserebbe zone dello spazio più o meno ricche di
radiazioni ed appunto ora ci troveremmo in una di queste
maggiormente densa e ciò causerebbe l'anomalo momento di caldo
con tutte le implicazioni che comporterebbe.
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Estratto da:
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2 - Notizie scientifiche
GLI ELEMENTI E I FATTORI DEL CLIMA
GLI ELEMENTI CHE INFLUENZANO IL CLIMA
Gli elementi del clima sono l'insieme delle cause che
influenzano il clima:
1) pressione;
2) temperatura;
3) umidità
LA PRESSIONE
L'aria ha un peso. Un litro d'aria, al livello del mare e alla
temperatura di 0°c, pesa esattamente 1,293 grammi, mentre ai
limiti esterni dell'atmosfera il suo peso è miliardi di volte
inferiore. Questo perché, essendo l'oceano gassoso che avvolge
la Terra compressibile, l'aria più si trova in alto più è
rarefatta. Infatti a 5 km l'aria ha un peso pari alla metà di
quello che ha al livello del mare. La pressione atmosferica
viene definita come la forza (o peso) che, in un dato luogo o in
una data superficie, viene esercitata dalla colonna d'aria
sovrastante. L'aria attratta dalla forza di gravità esercita
quindi su tutti gli oggetti, e su tutta la loro superficie, per
il principio di Pascal, una pressione che, al livello del mare,
è di circa 1 kg per centimetro quadrato.mGallileo sfatò la
credenza che l'aria non avesse peso ma fu Evangelista
Torricelli, un suo discepolo, ad inventare il barometro a
mercurio,il quale consisteva in un tubo di vetro di 1 cm di
diametro e un’altezza pari a 80 cm. Il tubo fu riempito di
mercurio e capovolto in una vaschetta contenente lo stesso
metallo liquido. Creandosi nella parte superiore del tubo il
vuoto, fu constatato che il livello del mercurio nel tubo era
sceso fino a 76 cm dal livello del liquido contenuto nella
vaschetta. Fu dedotto che il peso della colonna di mercurio
faceva equilibrio alla pressione atmosferica. Oggi la pressione
non si misura più in millimetri. Essendo il millimetro un'unità
di lunghezza, è stato rimpiazzato da un'unità di forza, cioè dal
millibar (che è uguale a 1000 dine per cm2). Inoltre, in
meteorologia, si fa uso delle isobare, che sono linee che
congiungono punti della Terra aventi stessa pressione.
LA TEMPERATURA
La temperatura è il calore solare che la Terra immagazzina
durante il giorno. La differenza da luogo a luogo dipende dal
diverso riscaldamento della superficie terrestre con riferimento
alla latitudine, all'altitudine e al materiale geologico, alla
minore o alla maggiore vegetazione e alla diversa distribuzione
delle terre e delle acque, alla diversa esposizione al sole e ai
venti. Essendo trasparente, l'aria non viene riscaldata
direttamente, ma riceve il calore dalla superficie terrestre. Di
giorno, l'aria sarà più calda sulle terre che sui mari, di notte
viceversa. Come per la pressione, anche per la temperatura si
ricorre a delle linee che in questo caso vengono denominate
isoterme.
L’UMIDITA’
L'aria non è mai completamente secca. Il vapore è fornito
dall'acqua contenuta nella terreferme e nei mari; le piogge poi,
restituiscono l'acqua alla superficie. La presenza dell'acqua
nell'atmosfera, sotto forma di nubi, nebbie, precipitazioni è
responsabile delle condizioni del tempo. Per umidità si intende
la misura della quantità di vapore acqueo contenuto in una data
porzione dell'atmosfera. Può essere espressa direttamente
riferendosi al numero di grammi di vapore contenuto in un metro
cubo (umidità assoluta) o in un chilogrammi d'aria (umidità
specifica) oppure alla quantità massima che può essere contenuta
in un dato volume d'aria (umidità relativa). Particolare
attenzione si deve fare all'umidità relativa, che è il rapporto
espresso in percentuale fra la quantità di vapore acqueo
contenuto in un dato volume d'aria e la quantità massima che
potrebbe esservi contenuta alla stessa temperatura, quindi il
livello di saturazione. Infatti essa è importante perché è
l'umidità registrata dagli igrometri, gli strumenti per la
misurazione dell'umidità.
I FATTORI CHE INFLUENZANO IL CLIMA
sono:
la latitudine, - l'altitudine, - i rilievi circostanti, - i
mari, - i fiumi, - i laghi.
LATITUDINE
La latitudine è un fattore geografico molto importante, indica
infatti la distanza di una località dall’equatore. La
temperatura dell'aria sull'equatore è elevata e quasi sempre
costante in tutti i mesi dell'anno, mentre diminuisce sempre più
gradatamente, variando poi da mese a mese, man mano che si
giunge ai poli. Questa è una conseguenza del fatto, a parità di
stagione, la radiazione solare incontra la superficie terrestre
con diverse inclinazioni a seconda della latitudine e ha perciò
un minore potere calorifico. Generalmente anche l'umidità e
l'evaporazione diminuiscono passando dall'equatore ai poli. Le
precipitazioni si presentano piuttosto abbondanti sulla fascia
equatoriale ove si ha la convergenza dei due alisei. Sono invece
variamente distribuite nell'anno nella fascia compresa tra il
30° ed il 60° di latitudine (sia Nord che Sud): nella zona cioè
che comunemente viene detta "temperata" e nella quale, per il
predominio in tutti i periodi dell'anno di correnti occidentali,
mancano regolari stagioni asciutte. Nelle altre zone terrestri,
come quelle comprese tra il 20° ed il 30° di entrambi gli
emisferi o nelle calotte polari, prevale, per solito, un basso
regime pluviometrico.
ALTITUDINE
L'influenza dell'altitudine si manifesta soprattutto con una
diminuzione sensibile della escursione termica diurna, mensile e
annua. La diminuzione della temperatura con la quota (che, in
media è di circa 0,56° C per ogni 100 metri di salita) è di
minore entità durante la stagione invernale mentre in quella
primaverile questo divario risulta per solito molto accentuato.
Naturalmente ciò vale per località ubicate su rilievo montuosi
non soggetti a venti costanti e particolari che possono
modificare questo andamento.
RILIEVI
La presenza di rilievi assume notevole importanza specie nella
determinazione dei climi locali in quanto può provocare
variazioni anche marcate nella temperatura e nell'andamento
delle precipitazioni.
Per quanto riguarda la temperatura, si può affermare che le
località situate in zone concave del suolo, in valli o bacini
chiusi, mostrano un andamento termico irregolare con sensibili
variazioni di temperatura, mentre le località situate in zone
convesse (come le sommità dei rilievi) mostrano variazioni di
temperatura generalmente più regolari e meno accentuate.
Considerando le precipitazioni, poi, si può dire che sui rilievi
esse aumentano con la quota: come regola generale, dal
fondovalle alla montagna, si ha un incremento delle
precipitazioni medie annue di circa 50 millimetri per ogni 100
metri di quota. Va sottolineato infine che la diversa
esposizione dei pendii può determinare piccole zone a clima
diversissimo, a seconda che la zona sia ubicata sul versante
rivolto a nord o su quello rivolto a sud: tali differenziazioni
climatiche possono sopravvenire anche in caso di rilievi non
molto elevati.
MARI E TERRE
Le grandi distese d'acqua e di terra emersa esplicano i loro
effetti soprattutto sui climi regionali: la ragione del loro
influsso climatico sta nella diversa capacità di riscaldarsi e
di raffreddarsi che hanno le due superfici (le terre emerse e le
acque). Le terre, infatti, si riscaldano più delle distese
acquee. sia durante il giorno, sia durante la stagione estiva;
viceversa, sia di notte che d'inverno, le terre si raffreddano
più velocemente. Il risultato di questo comportamento disuguale
è che le escursioni termiche diurne e annuali sono più ampie
sulla terra, specie nell'interno dei continenti, che non sul
mare. I periodi dell'anno in cui si raggiungono le temperature
estreme (valori massimi e minimi dell’anno) giungono in ritardo
rispetto a quanto avviene nell'interno dei continenti. I
climatologi hanno assunto l'escursione annua della temperatura
come misura che serve per misurare la "continentalità" di un
clima, costituendone l'effetto più notevole (tenendo conto,
però, anche della latitudine). Per esempio, una zona del
continente europeo si può definire "continentale" o di clima
rigido se la differenza della temperatura media del mese più
caldo e quella del mese più freddo è superiore a 20°c (per
esempio Mosca), nel caso in cui risulti compresa tra 10° ed i
20° c, la località viene catalogata a clima temperato (come
Napoli); mentre se l'escursione è inferiore ai 10°c essa viene
classificata come località "marittima" (è il caso di San Diego).
L'influenza dei mari e delle terre influisce anche sulle
precipitazioni: esse risultano in genere più abbondanti sui
continenti che sulle fasce costiere dei mari o degli oceani.
Rispetto alle varie zone di uno stesso continente, le maggiori
precipitazioni si hanno sulla fascia occidentale, in quanto più
direttamente interessata dalle predominanti correnti
occidentali, umide per la loro provenienza oceanica.
FIUMI E LAGHI
L'influenza delle acque interne varia, a seconda delle loro
diverse caratteristiche.
I fiumi, infatti, tendono a mantenere un clima freddo ed umido
e, se questo contribuisce a mitigare il clima durante l'estate,
d'inverno esso favorirà formazioni nebbiose che contribuiranno
ad acuire la rigidità del clima. Una temperie si può avere, nel
periodo più freddo, se il corso d'acqua è alimentato da sorgenti
provenienti dal sottosuolo e pertanto più calde dell'aria. In
modo diverso, invece, si esplica l'influenza dei laghi sul
clima: le varie caratteristiche dipendono strettamente dal tipo
di acqua che li forma. La superficie di un lago ad acqua dolce,
per esempio, non può raggiungere temperature al di sotto dei 4°c
se prima tutta la massa d'acqua che forma il lago non ha
raggiunto questa temperatura: l'inverno, lungo le rive di un
lago profondono risulta mai piuttosto lungo; le città ubicate
sulle rive di laghi che non gelano presentano di norma un clima
temperato e dolce. Al contrario, le località che si trovano in
prossimità di laghi che in inverno ghiacciano, hanno un clima
notevolmente più crudo.
L'influenza dei laghi salati sul clima risulta diversa a seconda
della salinità delle acque, poiché il congelamento avviene a
temperature più basse quanto maggiore è il grado di salinità. La
presenza, in una regione, di un lago salato produce generalmente
un clima molto asciutto e caldo.
(riportato da sito WEB <elementi e fattori del clima>)
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