Nevio Del Monico: pensieri e appunti sulla conservazione del patrimonio storico.
RESTAURO
È probabilmente il settore tecnico-scentifico che più di ogni altro ha subito attenzioni, interessi, teorie, ipotesi, norme, dogmi, sperimentazioni, dispute, testi, dispense, evangelizzazioni, teoremi, borse di studio, opinioni, divieti, permissivismi, specializzazioni, corsi superiori, carriere, abusi, millanterie, speculazioni, enfasi, cinguettii, cori.
Questa delicata branca è stata inondata da un gran fiume di parole, sino a formare un policromo interesse di ottime volontà nel fare. L’unico pericolo, però, è il ritorno all’anno zero nella ricerca a ritroso di un’evoluzione consumata, in un mondo consumistico che impone un sottile dominio improprio, che trasforma la cosa di tutti in cosa di nessuno, deludendo entusiasmi e oneste convinzioni.
Ndm
Si riporta, appresso, l’integrale trascrizione (anche delle imperfezioni
linguistiche) di un brano degli appunti vergati, più un secolo addietro, da
SILVESTRE MARCIANTE
Ingegnere architetto amastratino (1839-1913)
“Io mi ho proposto di parlare della buona e adatta scelta che forma la solidità di un tutto architettonico che, giusta i preconcetti dei Classici, resulta dai tre requisiti necessari, cioè bellezza, comodità e solidità. Quest’ultimo requisito, a preferenza degli altri due, vien riguardato come il più essenziale negli edifizii; senza la solidità, la magnificenza e la comodità architettonica non si ridurrebbero ad altro che ad una mera fantasmagoria e inattuabilità.
Niuno pensasse che io intenda dettar norme a chi è esperto nell’arte; poiché intendo far conoscere a quei tali che si accingono a fare, che per non impiegare inutilmente le loro somme debbano badare alla buona scelta dei materiali.
Tutto ciò è fondato su leggi naturali, perché l’uomo non si appaga della condizione presente; ma volge lo sguardo all’avvenire, il quale gli si presenta più perfetto e più compiuto.
(pietre – mattoni – calce – gesso – arena – pozzolana - malta)
Mi spero che questa operetta non incontri fra le mani di qualche invido e mordace calunniatore, che per la sua malnata passione manomette sagrilicamente il vero e deturpa con insolenza il buono.”
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MILIZIA, architetto civile, al par. 3 “Della solidità delle fabbriche”, così scrive:
Gli edifici, come gli uomini e come tutti i corpi, portano fin dal loro concepimento, il principio della loro distruzione, la quale deve essere dall’arte tenuta più lungi che si può.
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Restaurare è un’ arte. È una forma artistica che esula dalla manifestazione di alcunché di proprio. È la capacità interpretativa di un messaggio recepito, respirato ne profondo, e quindi tramandato secolarmente con la proporzionata manipolazione della scienza, ispiratrice del fare.
Il restauro parte dalla mente e, percorrendo la strada dell’integrità, arriva al cuore.
Ndm
Un intervento conservativo correttamente progettato e parimente eseguito, è da considerarsi opera d’ingegno.
Il progetto, frutto di esperienza, competenza, sensibilità intuitiva nell’indagine preliminare che deve prevedere ogni aspetto negativo dello stato di conservazione, troverà riscontri adeguati nella cella capacità di analisi e di sintesi della D.L.
La soluzione di ogni singola situazione, grande o piccola che sia, sarà sempre riconducibile alla omogeneità comportamentale dell’assieme nel rispetto degli equilibri chimico-fisici necessari al mantenimento del bene in rapporto alla sua collocazione geografica e ambientale.
Il sistema esecutivo, scrupoloso e sensibile, dovrà operare con spirito di collaborazione autentico, senza furberie e risparmi speculativi su qualità e quantità dei materiali indicati dagli esperti della conservazione.
I preposti all’alta sorveglianza, nel contempo devono imparare ad esercitare la funzione che loro compete, senza invadere settori altrui, mentre i burocrati (che più o meno coscientemente favoriscono la millanteria ) non possono continuare a considerare ogni italiano solo in funzione di portatore sano di affari sporchi.
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Da uno scritto del Prof. Cesare Sacchi (Università di Pavia) circa prognosi di ricostruzione, o almeno di restauro parziale, dell’ecosistema colposamente leso. (1963)
(estratto di “attività di ricerca e studi Farcos” - 1976)
È interessante notare quanto pressoché identici siano i percorsi filosofici che concorrono a trasformare in etica realizzativi restauro ed ambiente. Le nostre convinzioni e i metodi operativi che da sempre mirano al ripristino degli equilibri chimico- fisici di elementi e strutture sono inscindibili dal rispetto ambientale. È stato consolante constatare condivisibile il nostro modo di concepire e realizzare.
“Corollario nel settore dell’ecologia applicata è la ricostruzione di equilibri artificiali quanto meno possibili “innaturali”, cioè in contrasto con i presupposti che hanno condotto alla formazione degli ecosistemi naturali propri di ciascun paese, di ciascun tipo d’acqua e di suolo, di ciascuna zona altimetrica,di ciascun clima.
Al tempo stesso, quest’azione si deve accompagnare ad un rispetto scrupoloso di quanto non è, invece, necessario alterare o distruggere negli ecosistemi originari, sia per non aggravare lo squilibrio della biosfera (comunque provocato dall’azione umana) oltre limiti pericolosi, sia per non determinare già in luoghi inutili, e in un secondo momento probabilmente dannose, scomparse di organismi autoctoni la cui presenza non costituisca un danno per l’uomo (protezione di faune e flore, divieti e restrizioni di caccia, pesca, raccolta raccolta di erbe e funghi, disboscamenti ecc.)
Quest’opera difficile, lunga, preziosa di difesa degli equilibri ecologici naturali urta ancora troppo spesso, da noi, non solo contro interessi, talvolta meschini, talora solo ipotetici, di gruppi di persone, di enti, di categorie sociali della più diversa estrazione, ma anche contro l’impreparazione, l’insufficienza culturale e la svogliatezza di troppa parte del pubblico e degli organi di controllo, a cui più che intense campagne di stampa e radiodiffusione, pur utili, potrà costituire rimedio efficace solo un’educazione scolastica convinta, protratta se possibile dalle scuole materne fino ai più elevati gradi dell’insegnamento,soprattutto in un paese come l’Italia, che oggi ancora ha nel turismo una delle più importanti fonti finanziarie.”
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È avvilente constatare come oggi, anno 2007, la situazione generale si sia aggravata, considerato che alcuni interessi personali siano forse l’unico stimolo dell’esistenza, condivisa da gruppi sociali di diversa estrazione in un’unica, comune, bassa dimensione morale e culturale.
n.d.m.
LAVORI PUBBLICI –
a proposito di ribassi eccessivamente conveniente per gli enti appaltati.
(Architetto Marchese di Vauvan – Parigi, 17 luglio 1683)
Eccellenza Ministro della Guerra, abbiamo opere di costruzione che trasciniamo da anni, non mai terminate, e che forse terminate non saranno mai.
Questo succede, Eccellenza, per la confusione causata dai frequenti ribassi che si apportano nelle opere Vostre, poiché va certo che tutte le rotture di contratti, così come i mancamenti di parola ed il ripetersi degli appalti ad altro non servono che ad attirarvi, quali impresari, tutti i miserabili che non sanno dove batter del capo ed i bricconi e gli ignoranti, facendo al tempo medesimo fuggire da voi quanti hanno mezzi e la capacità per condurre un’impresa. E dirò, inoltre, che i ribassi ritardano e rincarano i lavori, i quali ognora più scadenti diverranno.
E dirò pure che le economie realizzate con tali ribassi e sconti cotanto accanitamente ricercati, saranno immaginarie, giacché similmente avviene per un impresario che perde,quando per un individuo che si annoia: compensare malamente i propri operai, imbrogliare quanta più gente si può, avere la mano d’opera più scadente, come quella che a minor prezzo si dona, adoperare i materiali peggiori, trovare cavilli in ogni cosa e leggere la vita ora di questo, ora di quello. Ecco dunque quanto basta, Eccellenza, perché vediate l’errore di questo Vostro sistema; abbandonatelo quindi in nome di Dio, non rifiutate un onesto compenso ad un imprenditore che compirà il suo dovere.
Sarà sempre questo l’affare migliore che Voi potrete fare.
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