Ad
Augusto.
Ciao!
Come stai?
In attesa di rendere leggibile una qualche sorta di scritto mio,
te ne mando uno, che
come vedi, risale ad anni fa. Pensa che questo lo ripesco da un
forum, ormai inattivo. Ne ho sparsi diversi in giro, senza
neanche conservarne copia. Mi piace condividerlo con te! A
presto. Antonella
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Al tempo in cui quattro fratelli su cinque (la
primogenita no, il di lei concepimento era avvenuto in casa del
conte – col conte) avevano come attività
ricreativa preferita quella di arrampicarsi sugli alberi,
si sapeva perfettamente
che quelli potevano darti un sacco di cose, tantissime…
Non ultimi
graffi e lividi di cui andar fierissimi e da mostrare in giro,
sudatissime medaglie al valore!
Mai,
comunque, i barattoli di marmellata C., alla ciliegia. In realtà,
le uniche caratteristiche che legavano la dolce promessa
all’originario frutto, erano date dal colore e dall’immagine
sull’etichetta; fornita, questa ultima, evidentemente, a solo
scopo dimostrativo del prodotto.
A renderla tanto appetibile bastava sicuramente il fatto che
essa costituiva una
valida alternativa (unica, escludendo la più “esclusiva”
Nutella riservata a occasioni speciali) al semplicissimo
zucchero nel quale la provvida mamma era
solita adagiare il pane bagnato.
Oh, giusto per farlo aderire meglio e per
evitare sprechi.
Va bene: il pane era raffermo, anche.
Costava trecentocinquanta lire e si poteva pagare “cash” o
comodamente inserire
in nota da saldare a fine mese. Si andava a comperarla in quello
che, con gli occhi
affamati di allora, era il paradiso in terra, il paese delle
meraviglie, la casetta di marzapane e che non poteva non
costituire la perfetta ambientazione dei ricorrenti sogni
infantili in cui si restava chiusi
una notte intera
a consumare ogni sorta di dolciumi.
Nulla poteva intaccare la magia di quel luogo, nemmeno il
pavimento sudicio o la polvere che regnava sovrana, eccezion
fatta per un cartello appiccicato al
muro che severamente ammoniva: VIETATO SPUTARE PER TERRA.
Di tanto in tanto ci si chiedeva il perché di quella scritta
bizzarra (vergognosa, vergognante): a chi mai poteva venire in
mente di fare cosa così… così… sì, insomma, una cosa così?
Quel che di prodigioso hanno i bambini è di non dare eccessivo
peso a certi trascurabilissimi dettagli, imparando a sviluppare
quella memoria selettiva che tanto serve a mantenere intatti e
meravigliosi certi ricordi. Ma il trascorrere del tempo porta
con sé la sgradevole abitudine di riproporre certe sensazioni.
Di riconoscerle, di trovare per loro appropriate definizioni.
Sono intime ribellioni. Un po’ come avviene per il secondo
incontro col virus della varicella che in età adulta determina
l’herpes zoster. Passano trent’anni e, se una volta era
stato il bisogno a costruire l’eden, ora è il bisogno di
distruggerlo.
Ecco come in una dolcissima sera di maggio che esala odori di
gelsomini e di mare
su per una terrazza dove non sai scegliere se apprezzare prima e
di più l’esclusiva vista dell’isola di Lachea o la scia
d’argento della luna siciliana,
tutto puoi e devi fare tranne che farti sfiorare dalla
malsana idea di andare alla “toilette”. Mai come in questo
caso, il francesismo è inevitabile non tanto per via
dell’obbligo derivante dalla nobiltà quanto per modernità e
lusso dell’ambiente riflessi sulle deliziose, delicate,
ceramiche dieci per dieci tappezzanti le pareti.
Tuttavia, pretendere accuratezza nell’esecuzione di certi
lavori dalle nostre parti è assolutamente impossibile. Per cui,
quando gli occhi si posano su quel paio di inappropriate righe
che con freddezza recitano TROVARE IL BAGNO PULITO E’ UN
PIACERE, LASCIARE IL
BAGNO PULITO E’ UN DOVERE, non puoi che attribuire il gesto ad
una dimenticanza del piastrellista. Considerando il gusto per
l’orrido, quasi certamente lavorava in nero.
Ant.
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Quando
incontri una persona speciale
Quando incontri una persona speciale,
t'addormenti sperando di sognarla
e ti svegli ansioso di sentirla.
Sai che non puoi vederla,
che è lontana dai tuoi occhi
ma non dai tuoi pensieri.
T'è entrata nel cuore
quasi
senza rendertene conto.
Forse è troppo presto per dire amore,
ma è già tardi per tornare indietro
e non è possibile dimenticare.
Nel tuo cuore, inoltre,
ogni cosa ha
preso un nuovo aspetto:
il colore del mare lontano …,
il profumo della campagna portato dal vento …,
il verde dei prati…,
i germogli dei fiori ….
e non puoi fare a meno di riflettere.
Sai che non dovresti illuderti,
sai che è un sogno impossibile
ma hai voglia di sognare e non ti vuoi svegliare,
vuoi
ricordare il suo viso,
il limpido chiarore degl'occhi.
Se quella persona è per te speciale
sei felice nel pensarla,
nel sentirla
vicina pur se è distante,
pur se non è la “tua” persona speciale,
pur se incolmabile è il tempo che vi separa.
Ma quando tutto diverrà più chiaro
ogni sentimento sembrerà irreale.
Sarà allora, tra tristezza, malinconia e rimpianti,
che t'accorgerai di quanto quella persona fosse per te veramente speciale.
Da <marimarc2’S> - autore “anonimo”
2 ottobre 2011- rielaborata da Luau
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