Questa rubrica, senza velleità di natura poetica, è solo una
raccolta di
Pensieri e
riflessioni
di
Augusto
Lucchese
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E’ sera
Fantasia di un sognatore
Guardo il cielo,
brulicante
d’argentei astri
e fluorescenti stelle.
Aggirarsi lassù,
penso,
che bel viaggio sarebbe.
Poi,
un sogno torna alla mente,
come se un tempo nel silente spazio
a girovagar fossi stato,
fra mondi lontani e sconosciuti.
Come se
nell’immenso cielo,
impetuosi impulsi e misteriose energie,
alla ricerca di Te m’avessero spinto.
E quando vicina apparisti,
qual luminosa meteora ti dileguasti,
fra sperduti astrali orizzonti.
L’anima mia,
non paga,
in spazi infiniti ancor vaga!
Enna,
1954
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Ad un amico “sfiduciato”.
Iattura può sembrarti
non essere “qualcuno”.
Guai a pensare, però,
che la partita è chiusa,
che tutto è perso,
che inutile è la vita.
Che vale essere “importanti”,
…. solo per la gente?
Animo, amico mio,
non dubitare mai di te,
pur se “importante” ritieni di non essere,
pur se pochi apprezzano ciò fai.
Sappi che in te tutto è racchiuso,
il passato, il presente, il futuro.
Niente e nessuno
potrà mai farti divenire “importante”
più di quanto già sei,
di quanto ancora, se
vuoi,
potresti essere.
Siracusa, 1956
Caserma “Abela”
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Richiami
Nell’animo vicina sei,
ma lontana rimani
dall’affanno mio d’ogni dì.
Amore infondi,
ma il cuore invano attende
la dolce disiata compagna.
Il tuo corpo m’inebria,
il tuo viso m’esalta,
il tuo sorriso m’incanta.
Al mio fianco
però non sei
e sperduto mi sento.
Nel parco giardin di mia vita
rosa mirabile sei,
bocciolo odoroso e vellutato,
fragrante e delicato.
Bellezza e sensi ardenti hai,
pur se di spine pungenti
ricca sei.
Son pronti a morder
tuoi aculei insani,
ma bella e desiderabile
rimani.
Fleri 1986
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Fantasia
Pensieri in libertà, sulla sponda del lago.
Alberi svettanti,
ali di farfalle colorate,
uccelli cinguettanti,
e Tu,
come su un manto di fior distesa,
radiosa m’appar,
fra luccicanti stille di rugiada.
Qual luce per anelante falena
m’attrai
e fra le braccia, gioiosa,
m’accogli.
Fra brulicanti inermi formiche,
al primo tepor del mattino,
in dono m’arrechi
il tuo amor sublime.
Ed io, soffrendo,
a nasconderti fatico,
geloso.
Sol d'ansia
e di silenzioso affetto
ad avvolgerti riesco.
Pergusa 1987
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Poesia di
Carmelo Butera Bruno per la sua
Insegnante
Maria Elena Pispisa
ALLA MIA MAESTRA
Ch’è
duci stamattina
‘stu
cantu d’acidduzzi
mentri
supra li rami
si
vasunu ni’ guzzi.
Lu
suli li guarda,
prufumunu
li ciuri,
chi
festa pi’ lu cori
fattu
tuttu d’amuri.
Lu
iornu è tuttu nostru
ammenzu
l’alligria
e
lu cori innamuratu
è
sempri in compagnia.
Enna
1985
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In ricordo del Sacrario di
EL-ALAMEIN
In linea appaiono,
sotto i torridi raggi del sole,
i bianchi cippi dal tempo levigati,
alla memoria affidati.
Come un’eco
offrono,
al mediterraneo vento,
il ricordo dei Martiri,
tracciando
d’infinita gloria,
la fronte corrugata del deserto.
Raccontano d’impavidi Eroi,
che da cingoli e piombo nemici falciati,
con fede e tenacia lottarono
per l’onore della Patria lontana,
e s’immolarono.
Fra le dune che
d’Alessandro e dei Cesari
le orme conobbero,
di sacro li onora la terra straniera e
la luce dell’immortalità
le gesta n’esalta!
Alessandria
1987
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SOLITUDINE
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Oh,
quanto pesante è il prezzo
d’indesiderata solitudine.
Le braccia apro,
alla ricerca di qualcuno,
ma a mani vuote rimango,
insicuro, come cieco.
Spalanco gli occhi,
sperando,
ma nulla scopro di vero,
solo il passato.
Amore, passioni,
amicizia, affetti,
più nulla valgono ?
Trionfa il banale,
l’apparenza, il pretesto.
Per non sentirmi in colpa,
stare al passo tento,
ma non riesco.
Non provo alcuna angoscia,
però, pur se il deserto
avvolge ormai le città.
Nella mia parca oasi,
nondimeno,
ancor fioriscono
sentimenti puri,
ideali sicuri!
2001
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SENNO
ANTICO
Sebbene
il tempo avessegli
la chioma incanutita,
pur fresco e vègeto rimanea,
qual'era nell’età fiorita.
Modesto, affabile, umano,
ai doveri ligio,
ognun merito gli elargiva.
Aperta la mente,
cuor sincero e candido,
di ragion prudente era.
Donde giungono, gli dicean,
tanti pregi e lumi ?
….Consigli seppi prender
da semplice natura,
di cui tutti siam figli, rispondea.
…Dalla tortora appresi
ad esser fedele,
dalla formica ad esser operoso,
dall’ape provvido e industrioso,
dalla colomba l’amor per la pace trassi.
…. Dall’avita saggezza, l’umil gratitudine e
l’amicizia vera appresi.
…. A star lontano m’avvezzo
d’ogni tal che
merita sprezzo,
d’asservimenti, vizi e screzi,
non sono oppresso.
…. A gufo arrogante somiglia
chi prepotente e greve
è;
chi troppo ciarlier diventa
ridicol ad ognuno appar.
… Chi ad altri ruba,
a gazza
ladra somiglia.
.
…. Della vipera è pari
chi odio e invidia nutre.
…. Chi il debole opprime,
o mal dispensa,
lupo perfido o iena vorace è.
D’animal grifagni e infidi, come vedi,
le città
abbondano,
più assai che selve e dirupi.
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Testo tratto dall’Enciclopedico Almanacco per
l’anno 1833 –Tipografia Eredi Abbate – Palermo -
(rielaborato da LUAU,
nel 2004)
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