13 maggio 2017
ALLO
STUDIO LA NUOVA LEGGE ELETTORALE
Il 29 aprile 2014 nel momento in cui le polemiche sulla riforma
del Senato avevano assunto toni e forme inaccettabili, inoltrai
al sito “matteo@governo.it”questa mia proposta per la modifica
della composizione del Senato.
COMPOSIZIONE n.100 membri
n.60 in rappresentanza delle regioni
n.20 i Sindaci dei capoluoghi di regione
n.10 in rappresentanza delle parti sociali
n.10 di nomina del Presidente della Repubblica
sottolineando che con questa composizione il Senato avrebbe
potuto anche svolgere le funzioni del CNEL, allora in fase di
pre - scioglimento.
Proposta accolta dopo due mesi dalla Commissione Affari
Costituzionali del Senato, alla quale vennero apportate quelle
modifiche che hanno contribuito a determinarne la bocciatura.
Oggi che le nuove tensioni riguardano le nuove leggi elettorali,
ho elaborato un mio pensiero che, se valutato con serietà,
potrebbe contribuire a sciogliere il grosso difficile nodo che
riguarderà la composizione dei nuovi collegi elettorali.
Il primo punto riguarda l’adeguamento degli attuali collegi
previsti dalla normativa vigente per la elezione del Senato e
correggere uno dei grossi errori commessi dalla cosiddetta prima
repubblica.
Sulla base delle norme approvate dall’Assemblea Costituente, il
territorio nazionale veniva suddiviso in 218 collegi elettorali
per la delezione di n.218 senatori, con un rapporto un senatore
ogni 200.000 abitanti.
La legge costituzionale del 27/12/63 svincolò da questo rapporto
il numero dei senatori da eleggere e, nel contempo, ne aumentò
il numero in 315 senza curare di aumentare il numero dei collegi
esistenti , per adeguarli al nuovo numero dei senatori .
Così non solo venne stravolto il valore del sistema uninominale,
ma venne manipolato al punto di non garantire la elezione di un
candidato in ogni collegio e la elezione di più candidati nello
stesso collegio, realizzando un ibrido pastone frammisto tra
sistema uninominale e proporzionale.
Per la elezione della Camera dei Deputati potrebbero essere
confermati i collegi definiti per l’elezione del Senato, anche
se con sistema diverso dall’uninominale, che eviterebbero così
le grandi differenze fra le diverse circoscrizioni .
Infatti non si sono trovati in condizione di eguaglianza i
candidati della circoscrizione di Roma, con oltre 6/milioni di
abitanti, con quelli della circoscrizione di Potenza con circa
700/mila abitanti, cosi come non si troveranno in condizione di
eguaglianza i candidati della circoscrizione Sarda, che si
estende su 24000 Kmq, con quelli della circoscrizione di
Campobasso che si estende su 4500 Kmq.
Queste due considerazioni da sole bastano a sottolineare il
mancato rispetto dell’art.51 della nostra Costituzione che
prevede “ tutti i cittadini possono accedere alle cariche
elettive in condizioni di eguaglianza”.
Si tratta di condizioni assolutamente diverse sia per l’impegno
organizzativo, psico-fisico e finanziario nel corso della
campagna elettorale, che per il rapporto con l’elettorato dopo
l’eventuale elezione.
Ho voluto esaminare solo questo particolare aspetto tecnico, che
ritengo di grande importanza, mentre lascio alla fantasia di chi
ha la competenza risolvere tutte le complesse problematiche
collegate al sistema elettorale che sarà prescelto.
angiolo alerci
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