4 dicembre 2017
GRASSO LEADER DELLA NUOVA
SINISTRA
La sinistra italiana ha un nuovo leader: Pietro Grasso
Presidente del Senato.
Per molti sarà la novità, ma è quel nuovo che nel giro di una
sola legislatura è riuscito a realizzare più di quanto vecchi
leader non hanno potuto realizzare nel corso di diversi decenni.
A Grasso, che aveva saputo utilizzare bene la sua carica di Capo
della divisione nazionale antimafia, venne offerta da Renzi l’
occasione di candidarsi con il PD in un ottimo collegio
senatoriale, offerta che venne subito accettata e che, come
previsto, risultò vincente.
Da neo Senatore a Presidente del Senato la strada fu molto breve
e, nella prima fase della sua presidenza, con il noviziato
dimostrò quel senso di equilibrio indispensabile per presiedere
un’assemblea difficile come quella del Senato.
Ma a distanza di un anno dalla sua elezione iniziò una nuova
fase che poteva far intravedere quello che oggi si è verificato.
Il 6 febbraio 2014 con una mia nota pubblicata su diversi
giornali on line e riportata alla pagina 142 del primo libro “
Cronaca e riflessioni sulla politica italiana “ dal titolo La
Ghigliottina parlamentare, decisione che venne applicata per la
prima volta dalla Camera dei Deputati , avevo sottolineato che
suo malgrado la Presidente Boldrini era stata costretta, per
chiarire la sua posizione, ad una sovraesposizione mediatica.
L’8 febbraio 2014, con altra nota resa pubblica in maniera
analoga, scrivevo:
“Forse questa sovraesposizione è stata considerata utile e
positiva dal Presidente del Senato Grasso, il quale ha trovato
modo di applicare anche lui, per la prima volta al Senato, la
costituzione di parte civile da parte del Senato in un processo
che vede imputato l’ex Presidente del Consiglio Berlusconi.”
Due considerazioni vennero fatte:
- l’iniziativa del Presidente del Senato non fu autonoma, ma
sollecitata da organi estranei al Senato, anche se molto vicini
a Grasso:
- avere mortificato l’ufficio di presidenza del Senato chiamato
a valutare su una decisione già ufficializzata dal Presidente.
Iniziativa da molti considerata un siluro lanciato contro Renzi,
nel periodo di vigenza dl cosiddetto patto del “Nazareno.
La stessa nota, infatti, così continuava:
“ Ma altra considerazione diversa potrebbe essere fatta. Non
quella di essere ancora subordinato al suo vecchio ordine, ma di
iniziare una strategia politica in vista di possibili, probabili
e non lontani avanzamenti di carriera”.
Avanzamento di carriera che non si verificò perché, mentre
circolava anche il suo nome per la elezione del Presidente della
Repubblica, la scelta più oculata portò all’elezione di Sergio
Mattarella.
Più recentemente Grasso è rimasto offeso da parte della
dirigenza del P.D. per le continue pesanti sollecitazioni per
una sua candidatura alla Presidenza della Regione Siciliana,
Sollecitazioni che con molta probabilità miravano a far fuori
Grasso, considerato ormai soggetto incontrollabile, dal momento
che tutti sapevano quello che, con Grasso o senza Grasso,sarebbe
accaduto in Sicilia: la sconfitta del P.D.
Grasso ha ben compreso il tipo di aria che ormai si respirava
all’interno del P.D., ha preso al volo una occasione unica che
lo metterà in condizione di togliersi qualche sassolino e
ripagare quel P.D. che gli ha consentito si essere la seconda
carica dello Stato.
Ma serietà oggi imporrebbe le sue dimissioni dalla carica di
Presidente del Senato, sia perché eletto su indicazione di quel
partito che oggi ha abbandonato, sia perché non è politicamente
tollerabile che le presidenze delle due Camere siano affidate a
due nominativi espressione della stessa sparuta rappresentanza
parlamentare.
Angiolo Alerci
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