3 luglio 2016
DIFFERENZA TRA GIUSTIZIA
ITALIANA E QUELLA AUSTRIACA
Nella mia nota “ La
riforma elettorale ritorna alla Camera”, pubblicata il 30 giugno
scorso su questa testata giornalistica on line, avevo
sottolineato il diverso comportamento della nostra Corte
Costituzionale che ha dichiarato incostituzionali molte parti
del cosiddetto “porcellum” e del TAR del Piemonte nella
valutazione delle irregolarità riscontrate in occasione dell'
elezione di quell' all'Assemblea Regionale.
La nostra Corte non aveva ritenuto di considerare nulla l'
elezione della Camera dei Deputati del 2013, consentendo ad un
Parlamento illegittimo di continuare a svolgere, per diversi
anni, le importanti funzioni istituzionalmente previste, mentre
il TAR del Piemonte, accertate le irregolarità verificatesi per
le elezioni regionali del 2010, nonostante la vicina scadenza
ordinaria del mandato, aveva decretato l'immediato scioglimento
di quell'assemblea regionale.
Decisioni assunte dalla Corte Costituzionale dopo due anni
dall'evento e dal TAR del Piemonte dopo quattro anni.
La stampa, soltanto due giorni dopo la citata nota, riporta con
grandi titoli la notizia che “Per i Giudici in Austria elezioni
da rifare: nullo il voto che aveva detto si ai Verdi”.
La Giustizia dell'Austria ha fatto “giustizia” a distanza di
solo due mesi del fatto elettorale annullando, per una
irregolarità nel computo dei voti pervenuti per posta, l'
elezione del Presidente della Repubblica, non tenendo in alcun
conto gli effetti che questo provvedimento potrebbe provocare
non solo all'interno dell'Austria ma all'intera Europa.
Provvedimento adottato all'indomani del brexit inglese che, nel
clima che in questo periodo si respira, potrebbe creare serie e
nuove preoccupazioni
aumentando le notevoli tensioni che giornalmente si registrano
all'interno dei paesi dell'unione europea.
Speriamo che la decisione dei Giudici dell'Austria possa servire
a migliorare il comportamento dei diversi organi di garanzia
esistenti nel nostro Paese, una volta riconosciuto “Patria del
Diritto”.
Angiolo Alerci
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