26 ottobre 2017
FINALMENTE APPROVATA LA
NUOVA LEGGE ELETTORALE
Oggi il Senato della Repubblica darà il suo voto definitivo
all’approvazione della nuova legge elettorale. Numerosi i
tentativi fatti nel corso della legislatura, numerose le
proposte ed alla fine di è giunti all’approvazione del nuovo “Rosatellum”.
L’iter costellato da continue manifestazioni di ostilità da
parte di diverse formazioni politiche, ricordiamo che in una
occasione c’è stato anche uno scontro fisico all’interno
dell’aula parlamentare, anche in questa occasione le violente
contestazioni non sono mancate.
E’ consuetudine consolidata che in occasione dell’esame di
proposte di revisione della legge elettorale, ognuno tende a
realizzarne una su misura per la propria componente, non tenendo
conto che anche le altre componenti cercano di ottenerne il
meglio. Esigenze diverse, ma contrastanti, impossibile poterle
realizzare. In questa occasione qualcosa di nuovo è successo:
l’interesse non era quello di realizzare una buona riforma ma
quello di danneggiare il Movimento 5 Stelle.
Infatti dall’assegnazione del premio previsto per il partito che
avrebbe ottenuto la maggioranza, si è passati alla coalizione
resa necessaria, anche con le difficoltà registrate in Sicilia,
dove si sono coalizzate liste disomegenee di destra e sinistra,
per battere il movimento 5 Stelle.
Ma la storia ci ricorda quanto avvenne al Senato, sempre per
l’approvazione di una legge elettorale, nel 1952 in vista delle
elezioni politiche del 1953.
Il Governo, su proposta del Ministro Scelba, presentò un disegno
di legge, composto di un solo articolo, con i quale si stabiliva
che alla coalizione vincitrice delle elezioni, qualora avesse
raggiunto il 50% +1 dei voti validi, sarebbe stato assegnato il
65% dei seggi sia alla Camera che al Senato.
La legge, definita dal PCI di allora “ legge truffa”, venne con
una certa difficoltà approvata dalla Camera.
Al Senato l’iter fu più travagliato, la tensione sia all’interno
che all’esterno del Palazzo fu estrema, ma l’insistenza e la
resistenza del Governo, per accelerare i tempi di approvazione,
portarono alle dimissioni del Presidente del Senato Sen Paratore
e, dopo poche giorni, anche quella del successore sen.
Gasparotto.
Soltanto il Presidente provvisorio sen. Ruini, nel corso di una
tempestosa seduta, riusci a fare approvare il provvedimento, con
la minaccia dell’opposizione che non avrebbe approvato i verbale
della seduta.
Il giorno successivo il Presidente della Repubblica Einaudi
promulgò legge e, contemporaneamente sciolse le Camere ed
indisse nuove elezioni.
La legge venne sottoposta a referendum che ottenne il 49,8 % e
non venne approvata per una differenza di soli 50.000 voti.
angiolo alerci
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