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Catania 17 Ottobre 2020
A che e quando “Cultura”
Prima di affrontare il tema, bisogna mettersi d’accordo su cosa si intende col termine ‘cultura’. Il pensiero comune prevede che la persona ‘acculturata’ sia a conoscenza di cose, fatti e pensieri inerenti un determinato settore dello scibile umano. Quindi essere conoscitori di cose da altri sperimentate ed abbondantemente dimostrate, tanto che ormai fanno parte del vivere e del pensiero comune. Ed a noi tutto questo piace perché ci dà certezza, ci dà sicurezza, ci fa vivere in un mondo ‘riconosciuto’ e comunemente apprezzato. Riflettiamo però sul fatto che l’uomo ha migliorato il suo stato di qualità e durata della vita in virtù del motto continuo con cui sperimenta cosa nuove, cose che possono innovarsi ed innovare. L’innovazione e il continuo divenire di uomini e cose è frutto di acculturamento? È frutto dell’individuo ‘acculturato’, dell’uomo conoscitore e propagatore di cultura? La risposta è “No!”. La vera cultura è frutto di strade impervie e sconosciute, a proprio rischio e pericolo. I “divulgatori” sono solo coloro che ne traggono profitto, “roboandovoxpopuli” l’innovazione. Traggono frutto dalla conoscenza innovativa che rappresenta la vera cultura. Il vero “acculturato” è colui che, partendo dal ‘trampolino di lancio’ della base ‘acclarata’, entra nei ‘meandri oscuri’, nella ‘selva vergine’, nella ‘nebulosa’ dell’innovazione. Entra in una ‘battaglia’ con se stesso, con e per il mondo che lo circonda, sino a quando, “eureka!”, trova la soluzione per l’applicazione universale dell’idea innovativa. Ciascuno di noi può entrare a far parte dell’innovazione, se non scartiamo a priori il sogno che spesso si nasconde dietro una strada innovativa. Nessun lavoro di ricerca e di profonda riflessione va perso. Quando una nuova strada viene ‘imbroccata’, pur se non arriva al suo termine, ad un obiettivo finale, servirà a chi riprenderà il percorso, nel tentativo di trovare la soluzione. La vita, in tal guisa, diventa interessante da vivere, ed allontana le tentazioni di ‘autoannientamento’ che albergano negli animi dei delusi, nei sogni e nelle aspettative. Tutti i movimenti umani basati sulla violenza sono frutto di ‘ignoranza’, di non conoscenza del proprio potenziale di grandezza che alberga nel nostro animo. Quel potenziale che ogni religione riconosce quale ‘scintilla divina’. Dono incommensurabile ed eterno presente profondamente nel creato. “Sia luce, che illumini le tenebre! E fu cosa buona”. (Genesi 1:1-5)
flf
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Ass.
Socio-Cult. «ETHOS
- VIAGRANDE»
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