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Antologia antiborghese 

Dai “I signori dello zolfo” di Michele Curcuruto – edizioni Lussografica –, ricco panorama del mondo delle miniere del passato e di un ceto sociale da esso discendente transitato nei ruoli- spesso parassitari – della burocrazia e della politica, in cerca di visibilità borghese e di posti di lavoro per i loro figli che “hanno studiato”.



“Ittammu u pilu vicchiu”

In una sola generazione a Caltanissetta siamo passati dallo scialle nero alla pelliccia di visone, dallo scapolare al doppiopetto gessato del Club Settanta, dallo scecco con le visazze alla Mercedes, dal brodo di ciciri di donna Titina al filetto flambè di Villa Isabella, dai catoi del quartieri Angeli alle villa con piscina di Sant’Elia.
Eravamo un esercito di bunache e di coppole, siamo diventati un esercito di impiegati…Tutti avvocati, tutti architetti! In una sola generazione “ittammu u pilu vicchiu”!
E pensare che vestivamo alla surfarara!

Abbiamo voluto dimenticare il nostro passato di figli di surfarari.
Ce ne vergogniamo, non siamo orgogliosi di essere discendenti da famiglie di minatori, così come avviene in tutte le antiche regioni minerarie d’Europa.
Da quella fossa dei serpenti che era la zolfara, nella quale tuttavia stava nascendo, anche se a fatica, una nuova cultura imprenditoriale e industriale, siamo voluti fuggire, alla caccia di uno stipendio sicuro. Ma considerando il vuoto di prospettive della “ capitale dello zolfo” dei nostri giorni, è stata una vaga fuga!
Eravamo fino a pochi decenni fa un popolo di carusi, pirriaturi, spisalori, lagunari, ricivituri, trummiaturi, inchiuturi, ardituri, carritteri, vurdunari, cravunari, masci firrari, capumastri ….
Siamo diventati oggi un popolo di cantuneri, infirmeri, barellieri, pustini, bidelli, uscieri, forestali….assessuri!

 

 

 

 

Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  
Presidente Augusto Lucchese
e-mail: augustolucchese@virgilio.it