20 novembre 2014
Anche la RAI rema contro
Da circa 50 anni siamo abituati a registrare le lotte tra i
partiti per la scelta dei membri del Consiglio di
Amministrazione della RAI. Negli anni '80 un armistizio. tra la
D.C. di De Mita, il P.S.I. Di Craxi ed il P.C.I. Di Berlinguer,
portò ad un accordo che prevedeva l'assegnazione alla D.C. della
prima rete RAI ,al P.S.I. della seconda rete ed al P.C.I. della
terza rete .
Nel rispetto di questo accordo divenne meno difficile procedere
alla nomina dei Presidenti e dei Consigli di Amministrazione
della RAI.
Dopo l'avvento della seconda repubblica la cosa è diventata
sempre più difficile perché, oltre all'equilibrio tra i partiti,
si è innescata anche la necessità da parte di una componente
politica di garantire in modo preminente la presenza ed il
potenziamento di una rete privata.
L'entrata in funzione del digitale terrestre ci ha dato la
possibilità di valutare il vero ed effettivo potere che viene
esercitato dal Consiglio di Amministrazione della RAI e
,conseguentemente ,le maggiori difficoltà nella scelta degli
amministratori..
Eravamo abituati a considerare per la TV soltanto tre reti.
Il digitale ci ha informati che la RAI gestisce anche i canali
di RAI 4, RAI 5, RAI Sport 1 e 2, RAI News, RAI Movie, RAI
Premium, RAI Gulp, RAI yoyo, RAI Storia, RAI Scuola e si
appresta a creare numerosi canali per l'attivazione dell'HD.
Queste novità ci hanno fatto comprendere meglio il perchè
dell'accanimento da parte della casta di accaparrarsi i posti
nel consiglio di amministrazione della RAI.
Ma la situazione all’interno della RAI oggi appare da un unto di
vista più chiara e da altro punto di vista molto più confusa.
Nello stesso giorno il consiglio di amministrazione festeggia il
buon esito del collocamento in borsa di parte del capitale di
RAI WAY e contemporaneamente delibera di fare ricorso contro il
governo che ha richiesto un taglio di 150/milioni di eu con il
decreto Irpef.
E’ inconcepibile pensare che la costosissima struttura attuale
della RAI , circa trenta canali tra radio e TV con altrettanti
Presidenti e consigli di amministrazione, non può sopportare la
richiesta del governo creando, con il ricorso presentato, un
pericoloso precedente.
Situazione paradossale ma, visto il buon esito del collocamento
in borsa di RAI WAY, dovrebbe far valutare al governo la
sollecita privatizzazione della RAI che non ha mai saputo, o
voluto, svolgere il suo ruolo istituzionale per entrare in
competizione con le televisioni private.
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