6 dicembre 2014
STANDARD&POOR'S
Un colpo mancino
Nel momento in cui in Italia si lavora con il massimo sforzo per
approvare quelle riforme che dovrebbero riportare il nostro
paese tra quelli “normali”, l'agenzia di rating Standard&Poor's
inaspettatamente decide di tagliare il rating dell'Italia in
BBB- che rappresenta il penultimo stadio della valutazione.
Lo stadio successivo è quello definito, per quanto riguarda la
valutazione del nostro debito, spazzatura.
Non è la prima volta che S&Ps, che è una società di diritto
privato,si comporta in questo modo.
La motivazione è che in Italia il problema della riduzione del
debito pubblico non è stato e non è considerato primario ed
urgente da parte dei governi che si sono succeduti in questi
ultimi anni.
Sarà una coincidenza, ma la decisione dell'agenzia di rating che
è arrivata a distanza di poche ore dalla chiusura della nostra
borsa, che aveva registrato un spread intorno a 115 punti il più
basso degli ultimi cinque anni, non convince molto.
Da molti anni si parla di privatizzazioni, di vendita
dell'immenso e inutile patrimonio immobiliare da utilizzare per
la diminuzione del nostro debito,ma nessuna seria iniziativa è
stata presa in questa direzione.
La decisione della società di rating potrebbe avere serie
ripercussioni sul nostro spread, tenuto conto che ogni punto di
interesse sul nostro debito pubblico costerebbe al nostro paese
oltre 20 miliardi di eu all'anno.
Ci sono voluti circa tre anni di sacrifici per riportare il
nostro spread da circa 570 punti a 115 punti, ma basta una
“interessata”
valutazione negativa per creare le condizioni di non uscire,
anzi di aggravare questa crisi.
Il Governo valuti attentamente i provvedimenti da attuare con la
massima sollecitudine, nel tentativo di evitare che altre
società di rating possano seguire la decisione di S&Ps, come
spesse volte è accaduto.
Angiolo Alerci
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