9 marzo 2018
I SEGGI
MANCANTI AL MOVIMENTO 5 STELLE
Da un po’ di giorni si è sviluppata la polemica riguardante la
mancata attribuzione di alcuni seggi al Movimento Cinque Stelle,
specie in Sicilia, per avere ottenuto un maggior numero di voti
rispetto al numero dei candidati presentati.
Non si tratta di un fatto imprevisto o imprevedibile.
Solo trent’anni fa avevo rappresentato questo problema, nel
corso di una una mia conferenza tenuta al Lions Club di Enna
nell’aprile del 1988 sulle Leggi elettorali, pubblicata sulla
rivista THE LION del novembre 1988 e riportata integralmente
dalla pagina 90 alla pagina 97 de mio libro “ Il Lions
International compie cento anni. Contributi e considerazioni di
un charter member dopo cinquantaquattro anni di appartenenza”.
In questa sede desidero soltanto stralciare dalla mia relazione
la parte che riguarda la elezione del Senato, in quanto si
collega bene con la situazione determinatasi oggi.
Questo il problema: la normativa approvata dalla Assemblea
Costituente prevedeva la suddivisione del territorio in 218
collegi elettorali per la elezione di n.218 Senatori .Con la
legge costituzionale del 27/12/1953 il numero dei Senatori da
eleggere venne aumentato da 218 a 315 senza aumentare, nel
contempo, il numero dei seggi rimasti 218. Questo è stato il
primo colpo al sistema che prevedeva la elezione di un senatore
per ogni collegio. Il principio uninominale venne manipolato
fino a non garantire la elezione di un candidato in ogni
collegio, di consentire la elezione di più candidati nello
stesso collegio e di svuotare, nella sostanza, lo stesso
principio voluto per diversificare il sistema di elezione delle
rappresentanze.
In Sicilia in 22 collegi dovevano essere eletti 26 Senatori
determinando, anche per una modifica al sistema elettorale, una
condizione più favorevole dei 26 Senatori uscenti i quali
potevano concorrere con i candidati di 22 collegi.
Inoltre era stato considerato un caso allora “in astratto”, oggi
di grande attualità per quanto accaduto al Movimento Cinque
Stelle che riporto integralmente:
“Inoltre, se per ipotesi in occasione di una competizione
elettorale, per motivi imprevedibili, un partito politico
dovesse ottenere tanti voti per la elezione di un numero di
Senatori maggiore rispetto al numero dei collegi cosa accadrebbe
?
Non c’è dubbio che un partito politico che avesse avuto “tanta
grazia” si vedrebbe penalizzato, non potendo avere una
rappresentanza maggiore rispetto al numero dei candidati
presentati. E questa possibilità, seppur remota, esiste dal
momento che il legislatore, anche se in modo non perfettamente
ortodosso, ne ha disciplinato la materia. L’art.19 della citata
legge 6/2/48, infatti, stabilisce che se ad un gruppo
spettano più posti di quanti sono i suoi candidati, i posti
esuberanti sono distribuiti secondo l’ordine di graduatoria dei
quozienti. Cioè se non è possibile dichiarare, per effetto del
risultato elettorale un senatore democristiano, il seggio non
assegnato alla D.C. verrebbe assegnato automaticamente al PCI,
con tanto rispetto per la volontà di quegli elettori che, pur
avendo espresso una precisa volontà politica, vedrebbero
rappresentate le proprie idee ed i propri interessi da un
rappresentante eletto con i loro voti, che tale idee e tali
interessi non solo non condivide ma che abitualmente contrasta.”
Quello che io avevo ipotizzato, e che allora venne considerato
una “ipotesi” da discutere tanto per passare la serata; a
distanza di trent’anni viene dimostrato che non si trattava di
una situazione non impossibile a verificarsi, tenuto conto il
famoso 61 a 0 di Berlusconi che ne fu vicino, che oggi si è
concretamente verificato a danno del Movimento Cinque Stelle.
Purtroppo dobbiamo continuare ad assistere a certi programmi
televisivi fatti esclusivamente per ” farci passare le serate”
angiolo alerci
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