22 aprile 2015
RIFORME
ALL'ITALIANA
Da oltre venti anni da molte parti è stato considerato inutile e
dannoso il nostro sistema bicamerale, dal momento che al Senato
sono stati attribuiti gli stessi compiti che ha la Camera dei
Deputati.
Questa scelta, con grandissimo senso di responsabilità, venne
fatta dai nostri Padri Costituenti all'indomani della fine della
guerra, della fine del fascismo e per garantire meglio la
ritrovata democrazia, anche nei confronti di una possibile
involuzione comunista.
Superato il tempo per l'assestamento di tutti gli organi nuovi
dello Stato, venuto meno il pericolo comunista cominciarono a
manifestarsi idee ed iniziative per tentare di superare il
nostro bicameralismo perfetto.
Con precisione quasi cronometrica il problema veniva posto
periodicamente, non tanto per tentare di risolverlo, quanto come
arma di ricatto per ammorbidire posizioni non condivise.
Personalmente sono stato sempre dell'opinione che il Senato,
superato il momento di assestamento delle nostre Istituzioni,
fosse divenuto oltre che ente inutile e dannoso anche molto
costoso.
Sistematicamente, quando si è parlato di riduzione della spesa
pubblica, in particolare di quella politica, la eliminazione del
nostro sistema bicamerale perfetto veniva considerato uno dei
primi passi da fare. Questo problema è stato da me attenzionato
con numerose note pubblicate su diversi giornali on line.
Proprio sfogliando queste note il 15 febbraio 2012 trattando il
problema della riduzione della spesa pubblica così scrivevo “ Si
parla di riforme istituzionali e di attribuzione al Senato di
nuove funzioni. Senato completamene inutile ed anzi dannoso
nella struttura di uno stato moderno”.
Il 18 agosto 2012 in una lettera aperta per il Presidente Monti
scrivevo “ Bisogna considerare il fatto che una gran parte della
spesa collegata alla politica è rappresentata dal costo del
nostro antiquato sistema bicamerale”.
Il 25 gennaio 2013 “ Nessuno parla più della inutilità del
Senato che ritarda solo l'approvazione delle leggi “.
Il 19 settembre 2013 “ Oggi la speciale Commissione nominata dal
Presidente della Repubblica per le riforme istituzionali, dopo
avere affermato la necessità di superare il nostro sistema
bicamerale, propone una soluzione all'italiana: mantenere in
vita il Senato ed attribuire allo stesso la funzione di Senato
delle Regioni”
Il 20 gennaio 2014 Incontro Renzi Berlusconi “ Sembra che non si
sia trattato il problema della riduzione del numero dei
Deputati, mentre si è accennato alle modifiche dell'attuale
bicameralismo, non della soppressione del Senato ma attribuendo
alla seconda camera la funzione di Senato delle regioni a costo
zero”.
Il 30 aprile 2014, accettando l'invito rivolto agli italiani di
collaborare con il governo con iniziative e suggerimenti da fare
pervenire al sito “matteo@governo.it”, superando le mie idee
formulate nelle note sopraindicate e nella convinzione di poter
dare un contributo, anche per la mia lunga esperienza maturata
in politica, avevo trasmesso al Presidente Renzi la seguente mia
proposta di modifica del Senato.
Composizione del Senato di n. 100 membri, così suddivisa:
Da parte delle Regioni n. 3 rappresentanti (Presidente della
Regione, Presidente dell'Assemblea e una terza persona in
rappresentanza della minoranza) in totale n 60 rappresentanti.
Da parte dei Comuni i Sindaci dei Capoluoghi di Regione in
totale n. 20 rappresentanti
Da parte dei Sindacati n. 6 rappresentanti
Da parte delle organizzazioni dei datori di lavoro 4
rappresentanti
Da parte del Presidente della Repubblica n. 10 rappresentanti da
scegliere tra le personalità del mondo accademico e delle
professioni.
Questa nota così concludeva:
Il Senato potrebbe assorbire anche quelle funzioni che il
soppresso CNEL ha, di tanto in tanto, svolto.
Proposta trasmessa via e mail al Presidente del Consiglio nello
spirito della sua richiesta collaborazione.
Il 21 giugno 2014 la Commissione Affari Costituzionali del
Senato esitò la seguente proposta:
Composizione n. 100 membri
75 Consiglieri regionali
21 Sindaci
5 Nominati dal Presidente della Repubblica
Si è trattato, in sostanza, di un copia-incolla della mia
proposta, trasmessa circa due mesi prima, differenziandola con
le seguenti modifiche peggiorative.
- La introduzione della immunità per i nuovi membri;
- la eliminazione della rappresentanza delle forze sociali.
Ancora si discute sul modo di elezione dei rappresentanti della
nuova Camera e sulle competenze da attribuire, non tenendo in
alcun conto che la indicazione primaria di “Senato delle
Regioni” ne circoscriveva bene le competenze.
Si lotta per affidare nuove competenze che interferiranno con
quelle della Camera dei Deputati.
Non hanno compreso che l'iter della modifica del Senato poteva
far imboccare una strada pericolosa, mentre la sua soppressione
avrebbe creato meno problemi e risolto in modo più serio, e non
all'italiana, un problema che si trascina da oltre venti anni.
Ancora, purtroppo, niente è stato definito.
L'esame dei risultati delle prossime elezioni amministrative
potrà determinare qualche terremoto, mentre le possibili nuove
elezioni faranno cadere nel nulla tutto il tempo trascorso
nell'esame delle leggi di riforma costituzionale e della
modifica del Senato.
Angiolo Alerci
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