RICORDI DEL PASSATO
LA SUPERVINCITA ALL’ENALOTTO
La supervincita all’enalotto di circa 130 milioni di
euro, fatta da un giocatore di Caltanissetta in questa
settimana, mi ha fatto ritornare alle mente un fatto accaduto
intorno al 1980.
Nel corso della mia permanenza alla Direzione della Filiale
della Cassa di Risparmio V.E. si verificarono diversi episodi
degni di ricordare.
Raggiunsi Caltanissetta dopo qualche mese che si era verificato
un importante furto: lo scasso di numerose cassette di
sicurezza.
Il giorno del mio arrivo uno dei maggiori imprenditori edili di
Caltanissetta, dopo avere tentato di sistemare bene le sue
carte, si era reso inadempiente nei confronti di fornitori e di
diversi istituti di credito operanti in città per importi
rillevanti.
Ma un evento di particolare rilievo si manifestò agli inizi
degli anni ‘80.
La Cassa tra gli altri servizi svolgeva quello di tramite, tra i
vincitori del lotto e gli uffici dell’Intendenza di Finanza, per
il pagamento delle vincite.
L’ufficio incaricato notò, con una certa frequenza, che un
gruppo di giocatori presentava schedine vincenti di ambi e terni
con giocate di modesto importo. Gli interessati commentavano che
i sistemi da loro adottati consentivano frequenti vincite.
Un giorno l’impiegata addetta mi comunicò che il gruppo aveva
presentato per l’incasso una schedina vincente la cinquina.
Trattandosi di una vincita di un importo intorno a quaranta
milioni di vecchie lire, consigliai la dipendente di non servizi
della spedizione ordinaria, ma di recarsi all’Intendenza di
Finanza per recapitare direttamente la fortunata schedina.
Dopo meno di un’ora la dipendente, molto agitata, entrò nel mio
ufficio e mi comunicò che l’impiegato, il quale aveva ricevuto
la schedina, era uno dei soci del gruppo dei giocatori.
Informai del caso il mio Direttore Generale il quale, pur
rimanendo molto perplesso, tenuto conto della particolare
composizione della commissione prevista mi consigliò di non
tenerne conto e, nel contempo, di comunicare in occasione di
altre vincite che la Cassa non svolgeva più questo servizio.
Ma nel pomeriggio dello stesso giorno un altro componente del
gruppo presentò in banca una seconda schedina vincente altra
cinquina con gli stessi numeri.
Comunicai immediatamente il mio Direttore Generale l’evento e,
senza attendere le sue valutazioni , lo informai che l’indomani
sarei andato dal Procuratore della Repubblica per informarlo
dell’accaduto.
Fatti che rappresentai personalmente all’allora Procuratore
Patanè il quale in prima battuta mi disse: lei lo sa di chi è
formata la commissione prevista. Lei potrebbe anche correre il
rischio di essere incriminato per calunnia.
Al Procuratore feci presente che i calcoli di possibilità di
vincere una cinquina erano limitatissimi, se poi le cinquine
erano due la cosa diventava molto strana; io sono venuto per
prospettare un caso che ritengo possa essere oggetto di una
valutazione del suo ufficio.
Il Procuratore chiamò subito il Colonnello della Finanza di
Caltanissetta il quale si presentò nel giro di pochi minuti ed
al quale rappresentai la situazione.
Anche da parte del Colonnello venne richiamata la composizione
della Commissione e rivolgendosi a me disse: secondo lei come è
possibile commettere qualcosa di rilevante penalmente ?
Io che avevo molto meditato sulle varie ipotesi risposi: secondo
me tra i membri del gruppo ci sarà il titolare di un botteghino
il quale, nel consegnare le matrici delle bollette, lascia uno o
più fogli in bianco.
La settimana successiva quando vengono riportate le nuove
matrici l’impiegato addetto, mentre la commissione prendeva il
solito caffè, entrando nella stanza particolare , segnava nei
biglietti lasciati in bianco i numeri già estratti la settimana
prima, determinando le vincite.
Il Colonnello telefonicamente ordinò l’immediato controllo, da
parte della Guardia di Finanza, del caveau che custodiva le
matrici e rilevò che in effetti due matrici erano state lasciate
in bianco.
I Giornali del giorno successivo, su pagina intera, davano la
notizia:
IMPORTANTE SCOPERTA DELLA GUARDIA DI FINANZA DI CALTANISSETTA.
Il processo a carico dei responsabili si concluse con una severa
condanna.
angiolo alerci
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