20 luglio 2015
RENZI: IL
GIOCO DELLE TRE CARTE ?
Ho ascoltato con particolare attenzione il discorso tenuto da
Renzi in occasione della festa dell'Unità , trasmesso in diretta
TV, e ne ho apprezzato la chiarezza con la quale ha ritenuto di
informare il popolo diessino ed il popolo italiano del suo
programma. articolato fino alla scadenza ordinaria del
Parlamento prevista per il 2018.
Realizzazione, però, gravata da una particolare condizione: se
il Parlamento approverà tutte le leggi di riforma che, nel
contempo, saranno presentate.
Si tratta più che di una condizione sospensiva, di una vera
forzatura che dovrebbe far ricadere su altri il mancato rispetto
di questo formale impegno, assunto nei confronti del popolo
italiano.
L'appello-minaccia rivolto alle minoranze del P.D. per
concordare eventuali modifiche a leggi già approvate in via
definitiva, già formalmente respinto da tutti, può aprire la
strada a nuove soluzioni con l'acquisizione, in sede di voto, di
parlamentari provenienti da diverse altre formazioni politiche.
La sinistra del P.D. d il SEL già denunziano la possibilità di
questa soluzione, non tenendo conto che il loro comportamento
non può in democrazia bloccare i provvedimenti approvati a larga
maggioranza, sia da parte degli organismi di Partito che dalla
maggioranza dei gruppi parlamentari.
Ma il lungo discorso di Renzi mi ha personalmente creato delle
notevoli perplessità dal momento che, spesso, tra il dire ed il
fare di Renzi non c'è il mare ma un oceano.
Nel tentativo di avvicinare la minoranza del suo partito e
costringerla a votare le riforme, si parla da tempo di
modificare la elezione dei nuovi senatori, da elezioni di
secondo grado ad elezioni a suffragio universale.
L'iter della abolizione del bicameralismo perfetto ha subito
troppe modifiche.
Dalla abolizione totale del Senato, organo che nel tempo si è
dimostrato inutile, dannoso e costosissimo, alla creazione del
Senato delle Autonomie, senza tener conto che sia i comuni, che
le province e le regioni avevano da sempre strutture proprie a
costo zero, che da sempre hanno interagito con gli organi dello
stato.
Ma nel corso delle discussioni al nuovo Senato delle Autonomie
sono state attribuite numerose nuove funzioni ,che nulla hanno a
che vedere con le “ autonomie”, e che anzi interferiscono con
quelle proprie della Camera dei Deputati.
Ai nuovi senatori (?) verrebbe accordata la immunità ed il
cosiddetto “costo zero” diverrebbe solo un pio ricordo.
Ed ancora si richiede di includere altre funzioni per ottenere
l'unico scopo serio “cambiare tutto per cambiare niente”.
Nel corso della lunga discussione una larga maggioranza si era
pronunziata per soppressione “sic et simpliciter” , che avrebbe
risolto il problema e non avremmo assistito ai balletti ed a
certe scene che resteranno nella memoria di quanti hanno avuto
la sventura di seguire in diretta le riprese dal Senato.
Presidente Renzi se la legge così approvata dovesse essere
rimessa in discussione, valuti la possibilità di proporre
soltanto la soppressione del Senato.
Ho seguito, come sopra ho detto, la intera relazione di Renzi,
ma la cosa che mi ha stupito maggiormente è stata la totale
assenza nel suo discorso del problema del debito pubblico.
Sottovalutare questo aspetto, nel momento in cui si parla di
circa 90/milioni di bonus per i cittadini e per le imprese dal
2016 al 2018, mi è sembrato un po' esagerato.
Angiolo Alerci
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