Enna 3
marzo 2015
MATTEO RENZI
EX D.C.
In un mio articolo pubblicato sul giornale on line start news il
giorno 15 gennaio 2014, dal titolo Partito Democratico e
Democrazia Cristiana, mi colpi la dichiarazione fatta da Renzi
in merito alla costruzione di un patto di governo per la
definizione del programma: “ che il patto non sia un documento
democristianese”.
Dichiarazione fatta da Renzi il quale conosce bene la storia
della Democrazia Cristiana per averla vissuta, anche
indirettamente, dal momento che suo padre è stato un esponente
di punta della D.C. fiorentina in diverse giunte comunali.
Forse Renzi voleva dimostrare di non essere stato contagiato dei
molti discutibili comportamenti della D.C. di allora, ma degli
insegnamenti del mitico Sindaco di Firenze il siciliano Giorgio
La Pira che aveva amministrato la città quasi interrottamente
dal 1951 al 1964. Ma Matteo Renzi , avendo forse il DNA simile a
quello del suo importante conterraneo Amintore Fanfani, sia
rimasto più contagiato da Fanfani che da La Pira.
Amintore Fanfani dotato di un carattere schietto, divenne in
pochi anni uno dei dirigenti politici più apprezzati all'estero,
ma meno stimati nel paese e addirittura avversato ed odiato nel
suo stesso partito. Del tipico dirigente d.c. aveva poco.
Non la moderazione e la capacità di mediazione di Moro, non la
furbizia ed il sarcasmo di Andreotti né la eterogeneità di Rumor
e Forlani aveva,invece, un forte carattere e voleva determinare
da solo la linea guida del partito e del paese.
Nel 1953 il fallimento del referendum sulla riforma elettorale,
definita legge truffa, segnò la fine dell'era degasperiana e
Fanfani venne eletto Segretario della D.C mettendo in crisi,
dopo solo quindici giorni di vita, l'ultimo governo De Gasperi,
senza assicurarlo con “Alcide stai sereno”.
Successivamente Presidente del Consiglio, con qualche breve
interruzione, dal 1954 al 1963, mantenendo per molto tempo anche
l'incarico di Segretario del Partito.
Nei rapporti appariva discostante e nei discorsi spesso
arrogante.
In quel periodo iniziavano le prime trasmissioni televisive dei
telegiornali al termine dei quali molto spesso appariva il
Presidente del Consiglio Fanfani, per commentare l'attività del
suo governo.
Discorsi sempre importanti, fatti con un tono particolare che
sommava arroganza e presunzione e che faceva dire ai
rappresentanti dell'opposizione che ad ogni apparizione di
Fanfani in TV la D.C. perdeva almeno centomila voti !
Presidente Renzi valuti attentamente quello che ancora oggi si
dice di Giorgio La Pira e di Amintore Fanfani.
Angiolo Alerci
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