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17 ottobre 2014

 

Patto di stabilità 2015

 

 

Dopo tante discussioni il Governo ha varato il pattò di stabilità (ex finanziaria) per il prossimo anno.

Un documento atteso da tutti per la  importanza che potrà avere per  contribuire al superamento dell'attuale momento di crisi.

Come era facilmente intuibile la conoscenza delle decisioni assunte, con l'aiuto dei mass media, ha scatenato una valanga di giudizi sia positivi che negativi.

Quello che ancora una volta si è verificato è che le valutazioni negative, colorate con espressioni non sempre pulite, sono state in gran parte fatte da esponenti del partito del Presidente Renzi.

Va bene la Camusso che per la sua qualifica deve necessariamente vedere sempre il bicchiere vuoto o al massimo mezzo pieno, va bene per l'on. Fassina  che a distanza di un anno non ha ancora digerito la infelice espressione di Renzi “ chi è Fassina ?” ma le critiche della vecchia guardia confermano, quanto da me più volte scritto, che i veri pericoli per Renzi potranno venire dal cosiddetto fuoco amico. gestito da quella vecchia guardia che si voleva rottamare.

Ma l'attacco più violento è venuto dall'on. Chiamparino. Presidente della Regione Piemonte, in occasione della riunione dei Governatori delle Regioni.

L'on. Chiamparino nel tentativo di fermare il provvedimento, che prevede un taglio alle risorse delle regioni, ha usato toni inusuali e sotto certi aspetti offensivi.

La maggior parte delle risorse previste dalla legge di stabilità deriva dalla prevista riduzione delle spese da parte dei Ministeri.

Altra parte prevede la riduzione dei trasferimenti alle regioni.

L'affermazione del Presidente Renzi di cercare di ridurre le spese delle regioni  tra “certi” abusi, ha scatenato l'ira di Ciamparino.

All'on. Ciamparino, responsabile del Consiglio dei Governatori, è opportuno ricordare che il 90% della responsabilità della attuale crisi è da addebitarsi al modo come sono state e sono amministrate tutte le regioni italiane, nessuna  esclusa.

 

Solo tre o quattro regioni hanno commesso peccati veniali, mentre tutte le altre  a statuto ordinario hanno sperperato miliardi di euro, non solo per maldestra amministrazione, ma compiendo atti di grave rilevanza penale come è dimostrato da centinaia di Consiglieri Regionali, Assessori e Presidenti indagati e condannati.

Una considerazione a parte meritano le regioni a Statuto Speciale che, in virtù della specialità del loro Statuto, hanno commesso abusi in tutti i campi di loro competenza con maggiore disinvoltura.

In vista dell'esame della legge di modifica del titolo V della Costituzione è utile ricordare al Presidente Renzi che da molto tempo  sono venuti meno i motivi della concessione degli statuti speciali e la Sicilia è la più evidente  prova che sono stati utilizzati soltanto per consentire abusi di ogni genere.

Un racconto a parte meriterebbe l'analisi dell'utilizzo delle somme attribuite ai Gruppi Parlamentari delle regioni se si considera che. nella regione Molise dove vengono eletti trenta consiglieri, sono presenti ben 17 gruppi di cui sette di questi sono monocellulari.

 

Angiolo Alerci

 

 

 

 

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