LA PACE MONDIALE
e LA METASTASI DEL MILITARISMO EGEMONICO.
Risaputamente smembrato in una precaria
varietà di frontiere, di stati e staterelli, nell’ambito dei
quali si contrappongono le due principali ramificazioni
monoteiste dell’Islam, Sunniti e Sciiti, il Medio Oriente e i
Paesi Arabi in generale, sono divenuti il cratere principale di
un pericoloso vulcano guerrafondaio che preoccupa sempre più e
danneggia pesantemente l’aspirazione alla pace mondiale. La
millenaria rivalità tra le varie fazioni islamiche, talvolta
straripata in aperti conflitti armati, ma prevalentemente
affidata alla criminale prassi del terrorismo e degli attentati,
ha indirettamente coinvolto, per svariate motivazioni di
interesse economico, prevalentemente legato al petrolio, o di
egemonia politica e strategica, anche talune Nazioni del
cosiddetto Mondo Occidentale.
Sono abbastanza note le cause che, dalla fine del periodo
colonialista in poi e dopo la creazione dello Stato di Israele,
hanno innescato in quella particolare zona del Mondo tutta una
serie di conflitti locali. Implacabili e spietati conflitti che
ancora oggi seguitano ad interessare e ad insanguinare parecchi
territori facenti capo a Israele, Egitto, Gaza, Siria, Libano,
Giordania, Iraq, Iran, Kuwait, Stato Islamico (ISIS),Yemen,
Libia. Senza dire delle violente lotte fratricide e dei genocidi
che tuttora sconvolgono parecchie zone dell’Africa. Gli
insanabili contrasti, anche per effetto della interessata e
talvolta pesante interferenza, diretta e indiretta, delle
cosiddette Superpotenze mondiali, non sembra che si possano
facilmente dirimere o eliminare. Oggi il Medio Oriente è
divenuto una sorta di Santabarbara che potrebbe maggiormente
esplodere, in un crescendo incontrollabile, finendo con
l’innescare, di fatto, varie concause e conseguenze che
potrebbero degenerare in un pericolosissimo “terzo conflitto
mondiale”.
L’attentato, motivato o meno, che ha portato alla morte il
generale iraniano Quassem Soleimani, condotto a termine da
“droni” USA, su specifico ordine dell’imprevedibile e cinico
Presidente Trump, ha fornito al Mondo una ulteriore
dimostrazione che certi ambienti guerrafondai (dell’una e
dell’altra parte in causa) sono vocati più all’esercizio della
violenza che a quello della diplomazia e del dialogo. In alto
loco si è però scientemente (o solo incoscientemente) trascurato
il fatto che l’omicidio a sangue freddo, per motivazioni di
rivalsa o di vendetta, è pur sempre un omicidio e non può essere
equiparato alla ragionevole “punizione” di un presunto
colpevole, pur se presentato e chiamato in causa come
responsabile ed organizzatore di attentati, di azioni
terroristiche o solo perché a capo di unità speciali per
operazioni segrete all’estero. Non siamo più nell’epoca dei
giudizi sommari parecchio in uso, a suo tempo, nel Far West o
dei criminali metodi alla Al Capone. Può darsi che l’impulsivo
inquilino della Casa Bianca, esprimendo in pieno la mentalità
prepotente di chi detiene il potere, non abbia valutato le
possibili conseguenze e non si sia reso conto a quale pericolosa
“escalation” abbia dato il via. Nella misura in cui sostiene che
è suo dovere difendere gli americani (purtroppo intrufolati
dappertutto), ha sicuramente creato condizioni di grave rischio
per milioni di altri cittadini del Mondo. Non basta avere alle
spalle un potenziale militare di assoluta superiorità per fare
la faccia feroce contro chiunque. Decantata quanto costosissima
superiorità militare che si estrinseca, purtroppo, oltre che
parallelamente alla continua ricattatoria minaccia di “sanzioni
economiche”, anche mediante l’eventuale automatico
coinvolgimento dei Paesi in atto aderenti alla NATO, fra cui in
prima fila l’Italia. Secondo le regole, neppure al pur potente
Presidente degli Stati Uniti dovrebbe essere consentito di
decidere “da solo” di varcare il Rubicone, come se la cosa
riguardasse esclusivamente la Nazione da lui temporaneamente
rappresentata.
La storia si ripete, anche se oggi la fonte della forza bruta
dei guerrafondai non scaturisce più dalla vecchia e passiva
Europa, bensì da Paesi d’altri continenti che hanno fatto
proprio il credo della “superiorità” e della “invincibilità”. In
mano a codesti nuovi promotori e artefici di sciagure
planetarie, quale sarà il futuro dei popoli della Terra, tutti
inclusi e nessuno escluso?
Papa Francesco, in occasione del suo recente viaggio in Giappone
ove ha visitato i luoghi dell’esecrando misfatto di Hiroscima e
Nagasachi (città in cui l’arma atomica fu senza alcuno scrupolo
impiegata dagli americani, nell’agosto 1945, provocando, a parte
gli incommensurabili danni ambientali, l’ecatombe di diverse
centinaia di migliaia di morti), ha detto che il Mondo deve
mantenere viva la memoria storica dei nefasti avvenimenti del
passato se vuole evitare che possano ripetersi, in danno della
Pace globale. A prescindere dalla autorevolezza o meno del suo
messaggio, è pienamente condivisibile la convinzione che
conservare e trasmettere, particolarmente alle giovani
generazioni, la “memoria” di tante passate tragiche e criminali
sciagure, può stimolare efficacemente la coscienza delle masse.
E’ augurabile che tale convinzione possa anche indurre ad
approntare una valida invalicabile barriera contro quella lercia
minoranza di personaggi senza scrupoli che, magari in forza di
pilotati sistemi pseudo democratici, detengono e manovrano le
leve del potere economico e militare. Le cosiddette
“SUPERPOTENZE” mondiali (USA, Russia, Cina, e satelliti vari),
dovrebbero comprendere che non si può ottenere una duratura PACE
mondiale condizionando, per proprie motivazioni egemoniche o
economiche, le strutture portanti (ideologiche, religiose e
antropologiche) dei Paesi interessati, oltre che le stesse basi
esistenziali della compagine mondiale delle altre Nazioni. A
furia di scherzare col fuoco si potrebbe generare un
apocalittico incendio, un irreversibile disastro planetario. La
strada che conduce alla guerra viene costruita da costoro, passo
dopo passo, sino a giungere ad un presumibile punto di non
ritorno.
E, a proposito della “memoria del passato”, vale la pena
ribadire l’occorrenza che essa debba essere sempre fondata su
imparziali giudizi (non certo quelli unilaterali dei potenti di
turno o precostituiti ad arte da taluni ambienti interessati a
non far conoscere la verità) che mettano il più possibile in
luce i lati oscuri o taciuti degli avvenimenti, i comportamenti
dei personaggi politici e militari che su di essi hanno
influito, gli interessi egemonici ed economici dei vari centri
di potere mondiale che li hanno incentivati. Il tutto nel
quadro, più o meno rispettoso, delle convenute normative
internazionali.
Le svariate tendenze ideologiche o di fanatismo religioso, pur
se talvolta impiegate come paravento o come strumento
propagandistico, non dovrebbero mai divenire altrettante spinte
revansciste o assolutiste e non dovrebbero seguitare ad
innescare motivazioni strumentali per deleteri scontri armati
fra Nazioni.
E’ dovere di chi ancora non ha perso di vista la realtà
dell’oggi, manifestare solidarietà e condivisione a chi lotta,
nel Mondo già parecchio danneggiato ecologicamente, per
affermare l’aspirazione a vivere in PACE, senza la costante
paura di avere sul collo una sorta di spada di Damocle.
C’è solo da augurarsi che i nefasti dispensatori di morte che
sperimentano, costruiscono e vendono armi sempre più sofisticate
e micidiali anche a gente impreparata ad usarle e che le adopera
per spargere disastri, i vertici politici delle Nazioni
turbolente che pretendono di dominare con la forza tutto e
tutti, gli esecutori che formano i quadri militari di comando, i
mercenari o i fanatici che vivono e agiscono all’insegna del
terrore, comprendano, alla fine, che se il Pianeta Terra, mercé
la loro deprecabile opera, dovesse essere avviato verso la
catastrofe finale della autodistruzione, neppure loro potranno
godere di un lasciapassare verso la salvezza.
6 gennaio 2020 Luau
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