10 agosto 2018
NON C’E’
RIMEDIO CON I SORDI
Nel settembre 2013 il prof. Giovanni Pitruzzella, neo Presidente
dell’Antitrust, dichiarò che “prima di pensare a vendere quote
di società pubbliche, come ENI e ENEL , sarebbe più opportuno
concentrare l’attenzione sulle dismissioni dell’enorme
patrimonio immobiliare pubblico”.
Problema che si trascinava da tempo, sempre promesso dai vari
governi succeduti negli ultimi vent’anni, ma mai risolto.
Nonostante l’autorevole intervento del prof. Pitruzzella nulla è
stato fatto nei cinque anni successivi.
Nel 2013, prendendo spunto dalle dichiarazioni del Presidente
Pitruzzella, avevo prospettato la possibilità di conferire in
una società l’ammontare del patrimonio mobiliare ed immobiliare,
valutato allora circa 500/miliardi di euro, e chiedere agli
Istituti di credito (allora non in crisi), a gruppi assicurativi
e finanziari la sottoscrizione del relativo capitale.
Operazione che, con una oculata gestione, avrebbe potuto far
realizzare delle plus valenze ai sottoscrittori.
In quell’occasione non avanzai la possibilità di un intervento,
anche parziale, della Cassa Depositi e Prestiti perché pensavo
potesse essere considerato dagli organismi europei “intervento
di stato “ non consentito.
Quello che successivamente ha fatto e continua a fare la Cassa
Depositi e Prestiti può considerarsi una vera e propria attività
di “mutuo soccorso” e ha già pronti 5//miliardi di euro da
buttare nel vano tentativo di salvare l’ALITALIA.
L’operazione proposta avrebbe ridotto di 500/miliardi il nostro
debito pubblico, allora di circa 2000/miliardi, ed oggi molto
vicino ai 2400/miliardi, e che avrebbe potuto creare quelle
disponibilità per la realizzazione di tutti i programmi che dal
2013 sono stati presentati e mai realizzati.
Tra l’altro non saremmo stati costretti a pagare annualmente, da
oltre cinque anni, 12,5 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA.
La mia proposta è stata spesso reiterata con note pubblicate su
diverse testate on line, trasmesse ai Ministri dell’ Economia in
carica, tutti tecnici succeduti all’ultimo Ministro politico
Tremonti, al quale si deve, nel corso della sua lunga gestione,
di avere fatto aumentare il debito da 1500/miliardi a
2000/miliardi di euro.
Note che sono stare inserite nei miei tre libri di “Cronaca e
riflessioni sulla politica Italiana” e trasmesse nel luglio
scorso anche al Ministro Tria.
In una nota da me pubblicata l’11 novembre 2013 su “LE
PARTECIPAZIONI STATALI” scrivevo : “ La società ARCUS
partecipata al 100% definita carrozzone, inutile cassaforte dei
beni culturali” in liquidazione, per il suo ufficio di via
Barberini, con dieci impiegati, pagava un canone di eu.18/mila
mensili.
Questa è l’Italia che va cambiata |!
angiolo alerci
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