12 luglio 2017
DA NIXON A
TRUMP
Richard Nixon venne eletto Presidente degli Stati Uniti due
volte: la prima nel 1968 venne regolarmente completata, mentre
la seconda nel 1972 venne traumaticamente interrotta nel 1974,
con le sue dimissioni per evitare l’impeachment a conclusione
degli accertamenti sullo scandalo “ Watergate”.
La notte del 17 giugno del 1972 una guardia di sicurezza che
lavorava all’interno dell’Hotel Watergate, ove si trovavano gli
uffici del Comitato nazionale democratico che gestiva la
campagna elettorale delle presidenziali, notò che la porta era
stata forzata e che diversi individui si trovavano ancora
all’interno degli uffici alla ricerca di dati da poter sfruttare
nel corso dell’ imminente campagna elettorale a danno del
candidato democratico.
La polizia intervenuta immediatamente arrestò ben cinque
soggetti vicini al Presidente Nixon.
Questo l’antefatto che portò il Presidente Nixon a presentare le
sue dimissioni ed evitare l’avviata procedura di impeachment.
Questi fatti, paragonati a quelli che giornalmente ci vengono
propinati dalla stampa e dai media sui comportamenti della
famiglia Trump, appaiono come “peccati veniali”.
C’è una grande differenza tra “un furto di dati” e il richiesto
appoggio a chi storicamente è stato il nemico n.1 dell’America.
Nel corso della campagna elettorale, proprio alla vigilia delle
elezioni,
la notizia di essere in possesso di importanti informazioni su
comportamenti scorretti della Clinton, nell’espletamento della
sua funzione di Segretario di Stato, determinò nel giro di 24
ore il crollo nei sondaggi della Clinton che viaggiava con una
percentuale di gran lunga migliore di quella di Trump.
Quelle elezioni vennero definite dalla stampa americana le
“peggiori che ci riserveranno in quest’ultima settimana altri
colpi di scena che ne renderanno incerto il risultato fino
all’ultimo momento”
Le notizie sui contatti con la Russia per ottenere informazioni
riservate da poter utilizzare contro la Clinton, sono state
confermate con l’aggravante che la documentazione è stata
fornita dal figlio di Trump, il quale non si è limitato ad
incontrare “messaggeri” russi, ma che con gli stessi ha
scambiato numerose mail.
L’ammissione che da parte dei russi non era stata data alcuna
indicazione su comportamenti scorretti della Clinton, aggrava
maggiormente sia la posizione politica che morale di Trump.
Nixon per fatti che la stampa del tempo definì come un “ furto
di terz’ordine” si dimise dalla carica di Presidente, evitando
l’impeachment.
Trump dovrebbe dimettersi prima che possa formalmente iniziare,
cosa ormai certa, una procedura per l’impeachment.
angiolo alerci
|