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                                                                                           30 Novembre 2021

Perché la Mafia alligna in Sicilia da più di 160 anni?

Mafia, termine complesso, e sempre più composito, le cui commistioni, le cui mescolanze, crescono alla velocità di un cancro che si estende, giorno dopo giorno, nel singolo come nel sociale, dal basso verso l’alto e dall’alto verso il mondo .
Anch’essa si è “allineata” ai tempi: si è globalizzata.
Dopo il periodo stragista e lo scioglimento del Pool Antimafia, successivo, per raggiunti limiti di età “promoveatur ut amoveatur”, del Giudice Antonino Caponnetto: chi gli succedette ritenne opportuno oscurare i meriti del Pool.
Il passo successivo fu relegare nell’angolo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, artefici e fautori delmaxiprocessoa Cosa Nostra. La bomba atomica sulla testa della “piovra mafiosa”, il cui obiettivo era sferrare un colpo mortale ad essa. A questo cancro sociale, subdolo e presente a macchia d’olio in Sicilia, con mire nazionali ed internazionali.
La reazione verticistica delle “menti raffinate”, come definite da Falcone, assise su comodi e lussuosi scanni del potere politico (alla mercé del potere economico), fu quella di iniziare da Caponnetto (promoveatur utamoveatur), per delegittimare il Pool ed emarginare, “isolare” Falcone e Borsellino, massimi esponenti operativi. Il fine era: chiudere in gabbia i due “guerrieri senza macchia e senza paura”, Cavalieri della Giustizia, dopo averli spogliati d’ogni arma.Furono sbranati da un’orda di bestie feroci.
D’altronde “le menti raffinate” avevano già sperimentata la strategia, con l’isolamento del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa; pur essendo questi l’eroe capace di debellare il terrorismo di destra, sinistra, centro, qua e là in Italia. Personalmente credo che “il tradimento per lucro, vendetta, sete di potere”, è insito nell’animo del vile, già nei suoi globuli rossi.
Perché “vili”, “egoisti”, “approfittatori”, “venduti”, “deboli”, “servi nell’animo”, si nasce. Difetti di nascita, purtroppo, che si evidenziano alla prima occasione favorevole . Così come, si sceglie di essere “giusti”, “eroi”, “idealisti”, “forti”, “coriacei al dolore”.
Ci sono “doti” unanimemente “elargiti” da chi “vigila sulle nostre teste ed assegna i destini”, che il singolo può, se vuole, accettare o rinnegare.
Lo dico nel Narconte: “la strada del bene è lastricata di infinite difficoltà e dolori; la strada del male è facile, vi si scivola sopra come su una corda insaponata” ,, assaporandone gli effimeri vantaggi, occultandosi dietro “il potere” pervicacemente agognato, per esercitarlo su deboli e indifesi.. Tronfi, questi ominicchi, come il “pongo pygmaeus” (l’orango), col suo animalesco istinto, dopo l’annientamento dell’avversario.
Atteggiamento espresso con il detto “lupus est homo homini” (Planto‘Asinaria’), ripreso da Erasmo da Rotterdam “Homo homini aut deus, aut lupus”, e Thomas Hobbes “Homo homini lupus”, chiudendo in bellezzaall’apogeo del pessimismo di Artur Schopenhauer : sintetizzato “mors tua vita mea”.
Tali aforismi potrebbero felicemente essere inseriti nei riti di iniziazione “du punciutu”, atto di affiliazione mafiosa, magari con l’acronimo “HHL - homo omnilupus”. Può darsi che i “colletti bianchi” all’acme delle organizzazioni mafiose “le menti raffinate”, nel loro lungimirante acculturamento, lo recepiscano come una promozione socio-culturale: loro che sanno, loro che possono.
Con la definizione “menti raffinate”, Giovanni Falcone, non credo volesse indicare solo gli “scalzacani” che lo circondavano da vicino, compresi i corvi… e gli sciacalli, divoratori di carcassa; ma soprattutto, su su per le scale, verso coloro che , adulcorandoparole melliflue , partecipano un falso cordoglio per l’assassinio da loro ordito .
Non mi ricordo dove e quando, in un film di mafia (credo il Padrino), viene pronunciata questa frase: “Sappi che al funerale, a portare per primo i fiori è l’assassino”. Metafora tratta per deduzione dalla criminologia forense : ricercare l’esecutore di un omicidio fra gli sconosciuti ed i curiosi che si accalcano per guardare e possibilmente fotografare “la scena”. Si sa, i mandanti se ne stanno “in panciolle “ , davanti al televisore, a godersi il successo della realizzazione del delitto da loro ordito fin nei più piccoli particolari . Incuranti degli innocenti che pagano ingiustamente con la vita la loro efferatezza.
È stato coniato, a tale proposito, un termine, contorto, quanto contorta è l’anima di questi aristocratici assassini “ effetti collaterali ”, le morti di chi con il loro insaziabile odio e animalesca ferocia non hanno alcuna attinenza. Così, queste “menti raffinate” architettano e dispongono l’ arruolamento di : ignoranti, sprovveduti, deboli, esaltati, violenti… come “longa manus ”, esecutori di squallidi delitti. Li assoldano, sventolandogli davanti al muso il “vile denaro, macchiato di sangue”. Più si sale, per questa piramide, più questi esseri venduti al male si ammantano di potere discriminatorio, torbidi interessi, blasoni-patacche-pingui conti bancari, pubblici riconoscimenti, devoti servi, blindate porte, sentinelle prezzolate, ricche casseforti, opinionisti e sofisti striscianti , arzigogolati giuristi, sfrenato lusso, inesistente superiorità.
La cosa peggiore è il vedere che al loro schioccare delle dita, accorrono schiere infinite di esseri senza spina dorsale, che tutto hanno, tranne il sembiante di esseri umani. Sarebbe più giusto che si mettessero in testa le antennine da formica, tanto li vedo brulicare.
Mafia: identificatane l’entità, cerchiamone le origini, come si fa con la sorgente dei fiumi. Solo che: l’acqua è un bene; mentre la mafia è il maleimpersonificato
Questa “entità” ha origini che si perdono nella notte dei tempi. Si è “allignata” prendendo forma e consistenza, più in Sicilia che altrove, a causa delle infinite dominazioni che irrimediabilmente si sono susseguite e si susseguono in questa bella isola, al centro del Mediterraneo. Terra di conquista per averne il dominio, “il presidio” di quella parte del mondo in cui è nata e vive la civiltà: su terre e paesi che si affacciano nel Mediterraneo, e dal Mediterraneo verso l’Oriente.
Quando si parla e si scrive sulla mafia, si dichiara che è nata subito dopo l’avvento dell’Unità d’Italia. Non si dice che allora ci fu solo una “implementazione” del fenomeno mafioso, che si estese a macchia d’olio, passando dall’organizzazione dei pochi, tipo i “Beati Paoli”, i quali inizialmente combattevano lo strapotere economico e giuridico di stampo “baronale”; ad una organizzazione capillare che si dilatò in tutti gli strati sociali, pappa e ciccia con i poteri economici e legali.
Uno Stato dentro lo Stato, con le sue leggi, il proprio esercito, il proprio tribunale, i propri rappresentanti, emissari allocati in tutto il mondo . Ovunque trovi terreno fertile e sfruttamenti economici lucrosi. Insomma un vero e proprio Stato che impone rispetto, con la forza, la violenza , , il delitto.
Alle origini dell’attuale implementazione mafiosa, ormai purtroppo internazionale, ci furono fatti legati allo sbarco dei Mille . Fatti storici più che documentati.
Misfatti compiuti in Sicilia con il miraggio della liberazione dal governo borbonico, ultimo dominante nel “Regno delle Due Sicilie”.
I fatti più salienti furono: la promessa illusoria della spartizione delle terre incolte ai contadini tenuti alla catena dei bisogni e della miseria. Promessa mai mantenuta da Garibaldi, e repressa nel sangue, in nome e per conto dei Savoia.
Altro latrocinio: il furto delle risorse auree della Sicilia, che contribuirono per ben 45% alla costituzione del Regno d’Italia ; e che sanarono l’oceanico indebitamento del Piemonte, dissipatore di ricchezza.
L’ulteriore impoverimento della Sicilia, schiacciata sotto il giogo di tasse esorbitanti, centuplicate, e lo sfruttamento selvaggio, le truffe, i mancati investimenti, le emarginazioni economiche, esercitati dallo Stato Nazionale nei confronti della Sicilia e dei Siciliani : un popolo orgoglioso ridotto alla mercé dei bisogni e della miseria.
Come non poteva allignare il malaffare in una realtà volutamente impoverita, con l’aggravante della perpetrazione di questo stato di cose, nel tempo : purtrppo ancora in atto.
Questa non è una analisi impietosa nei confronti della gestione infausta del potere centraleverso la nostra isola, ma realtà inconfutabile. Disgrazie che questa bella isola subisce, mentre a pieno titolo si può definire: la terra più bella, colta , , intelligente, piena di sole, di luce, di storia, presente al centro di un bacino d’acqua, il Mediterraneo, la quale dovrebbe essere “il gioiello dell’Italia”. Invece viene tenuta quale propagine estrema e lontana, staccata, bistrattata e irriconosciuta , come se fosse una “figlia illegittima indesiderata”.

C’è un proverbio siciliano che dice: “guardati do bonupacinziusu!” …che quando esplode diventa “deflagrante” e non riesci più a contenerlo.
Cogitanthomines , cogitant !
Con la mente e con il cuore
fernando luigi fazzi
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    Ass. Socio-Cult. «ETHOS - VIAGRANDE»  
Presidente Augusto Lucchese
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