9 giugno 2017
LETTERA APERTA PER IL
DOTT. MATTEO RENZI
SEGRETARIO NAZIONALE DEL P.D.
ROMA
Caro Segretario.
Il 27 aprile 2014, nel momento in cui le polemiche avevano
assunto toni forti e forme inaccettabili, non solo nel
Parlamento, ti avevo trasmesso nello spirito della tua richiesta
di collaborazione una possibile proposta per la composizione del
previsto nuovo Senato.
Alla mia proposta, accettata integralmente dalla Commissione
parlamentare, vennero dalla stessa inserite clausole che, con le
ulteriori integrazioni che ne stravolgevano la funzione
prevalente di “ Senato delle Autonomie” apportate in sede di
discussione dal Parlamento, furano la vera causa
dell’affossamento della riforma del Senato , sancito dal
risultato negativo del referendum.
Oggi è stato dichiarato il fallimento dell’iniziativa tentata
con il fasullo accordo con Berlusconi, Grillo e Salvini.
Già le esperienze fatte da te e da D’Alema con Berlusconi, che
per ben due volte non aveva rispettato un accordo “raggiunto”,
ne facevano prevedere un complicato esito tenuto anche conto del
nuovo ingresso di altri due elementi particolari: Grillo e
Salvini.
Anche in questa occasione, dopo l’infelice esito dell’ultimo
tentativo,
ho pensato di ripetere quella mia iniziativa nella speranza che
possa questa volta possa contribuire ad ottenere un risultato
diverso.
Da circa cinquant’anni, con una meticolosità particolare, mi
sono soffermato sulla necessità della totale modifica del nostro
sistema elettorale, con numerosi articoli pubblicati su diversi
giornali on line e consacrati nei miei due volumi di “ Cronaca e
riflessioni sulla politica italiana” che ho avuto il piacere e
l’onore di farti pervenire.
A maggiore conferma di ciò ti trasmetto fotocopia della lettera
indirizzatami il 13 marzo del 2012 dalla Presidenza della Camera
dei Deputati che così si espresse:
“Al riguardo desidero comunicarLe che il Presidente ha disposto
che copia della sua lettera sia trasmessa alla Commissione
parlamentare competente, affinchè i deputati che ne fanno parte
possano prenderne visione e assumere le iniziative che ritengano
opportune” .
Questa mia proposta, di una sconcertante semplicità, potrà non
solo trovare largo spazio all’interno del Parlamento, ma essere
accettata dagli elettori che tornerebbero ad essere il vero
centro del motore in occasione delle elezioni.
Il nostro paese conta circa 60/milioni di abitanti ed è
suddiviso, per il Senato, in 218 collegi elettorali per la
elezione di n. 315 Senatori.
Suddividere il paese in 315 collegi uguali sia per la Camera che
per il Senato,
Da una parte verrebbe corretta l’anomalia creata per Senato,
della elezione di n.315 senatori in m.218 collegi, dall’altra
aiuterebbe a realizzare il consiglio del nostro Presidente della
Repubblica di armonizzare le due leggi.
Per il Senato confermare il sistema uninominale ”puro” e
consentire la elezione del candidato maggiormente suffragato nel
collegio.
Per la Camera liste formate da 5/6 candidati per l’elezione dei
deputati con il sistema proporzionale di ripartizione dei seggi
a livello nazionale, e con l’ indicazione del voto di
preferenza.
Si otterrebbe la vera rappresentanza territoriale che potrebbe
contribuire a riavvicinare il popolo alle istituzioni.
Spero che questa mia ” semplice “ proposta possa essere valutata
c on serenità.
Con gli auguri di buon lavoro, cordialmente
Angiolo Alerci
I
|