7 novembre 2016
LETTERA APERTA
PER
LA MINISTRA DELLA RIFORMA DELLA P.A.
MARIANNA MADIA
ROMA
Egregia Ministra,
ho seguito e continuo a seguire con particolare interesse i
provvedimenti varati nel corso della sua permanenza al Ministero
della riforma della Pubblica Amministrazione.
Fatti che continuano ad accadere in molte regioni d'Italia,
portati continuamente all'attenzione, mi hanno spinto ad
indirizzarle questa mia nota per farle una proposta che, se lo
riterrà opportuno, potrà inserirla in uno dei prossimi
provvedimenti che sottoporrà all'attenzione del Parlamento.
I media in questi giorni hanno portato a conoscenza di tutti il
grave fatto accaduto per il crollo del ponte sulla superstrada
Milano-Lecco
Sono in corso iniziative per accertare le responsabilità di
coloro i quali, a conoscenza dell 'imminente pericolo, non sono
intervenuti in tempo, ma non si deve escludere la ricerca di
altre responsabilità che possono riguardare l'impresa che ha
effettuato i lavori, la direzione dei lavori e i collaudatori.
In Sicilia, purtroppo, di analoghi eventi ne abbiamo avuto
tanti.
- Nel maggio del 2009 si è verificata la rottura di un giunto
che ha causato il crollo del viadotto “Geremia 2°” della Strada
Statale 646 Caltanissetta-Gela, a distanza di soli tre anni
dalla sua inaugurazione;
- nell'estate del 2014 si verificato il crollo del viadotto
“Petrella” della Strada Statale 626 Ravanusa-Licata;
- il 30 dicembre 2014 si verificato il crollo del viadotto
“Scorciavacche” della strada Statale Agrigento-Palermo,
inaugurato in “pompa magna” esattamente una settimana prima alla
vigilia del Natale, ancora non collaudato;
- nell' aprile 2015 si è verificato il crollo del viadotto
“Imera” dell'autostrada Catania Palermo, a causa di una grossa
frana individuata e seguita da oltre dieci anni.
La maggiore responsabilità oggi è riservata ai collaudatori i
quali vanno scelti tra coloro quali “ non sia intervenuto in
nessun modo nella progettazione,direzione ed esecuzione
dell'opera” così come previsto dall'art.67 del testo unico per
l'edilizia
(decreto n.380 del 6 giugno 2001).
I collaudi delle grandi opere vengono effettuati con prelievi “
a campione” ed è facile intuire come in molti casi i “campioni”
vengono scelti documentando così, ad esempio, la regolare
composizione della malta cementizia, causa prima di tutti i
disastri verificatisi.
Inoltre la stessa legge prevede che che la nomina dei
collaudatori spetta al committente che “ ha l'obbligo di
comunicarla al Genio Civile entro 60 giorni dalla ultimazione
dei lavori.”.
Questa norma determina quello che normalmente accade: il
collaudo delle opere avviene dopo molti mesi e spesso dopo anni
dalla loro ultimazione.
Il collaudatore dovrebbe essere nominato contemporaneamente al
Direttore dei lavori, dal momento che le diverse funzioni non
sono incompatibili, mentre assicurerebbe invece un serio
controllo nel corso delle opere e si eviterebbero quei collaudi
pilotati, causa prima di tutti i disastri verificatisi.
Si tratta di una “piccola”modifica che individuerebbe
immediatamente il responsabile, nel caso di “ difetti” nella
realizzazione delle opere.
Conoscendo bene la sua sensibilità, sono certo che questa mia
proposta sarà attentamente valutata dagli organismi di
competenza.
Con l'augurio di buon lavoro
Angiolo Alerci
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Questa lettera viene pubblicata sui giornali on line ennapress,
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