28 ottobre 2021
LETTA
COME RENZI
Ventitre voti hanno affossato la legge ZAN.
Il centrosinistra era sicuro di avere 140 voti sulla carta, ma
due Senatori si sono astenuti e sedici hanno votato assieme al
centrodestra, determinando il risultato di 154 voti si contro
131 no e l’approvazione della proposta di sospensiva presentata
dai Fratelli d’Italia della Meloni.
La dichiarazione di Letta: hanno voluto fermare il futuro, hanno
voluto riportare l’Italia indietro poteva essere evitata, dal
momento che è stata esclusivamente sua la responsabilità di
quanto accaduto in Senato.
Al passaggio della famosa campanella da Letta a Renzi, così
commentavo l’evento con una mia nota pubblicata il 15 febbraio
2015 su diversi giornali on line, inserita alle pagine 62/63 del
mio terzo libro di Cronaca e riflessioni sulla politica
italiana: “Al momento del conferimento dell’incarico di formare
il nuovo Governo, Renzi dia una regolata alla sua irruenza che,
se da una parte è stata determinante per vincere le primarie,
potrebbe essere determinante per una brevissima durata del suo
mandato. Deve considerare, inoltre, che una coalizione di
Governo non è la direzione del suo partito e dovrà comportarsi
con la necessaria moderazione, non solo con la minoranza del suo
partito, ma con gli altri partners.”
Il 29 marzo 2015 (pagine.66/67 dello stesso libro) scrivevo che
“Avere fatto presente alla due Camere l’urgenza di sottoporre
all’esame ed all’approvazione determinate leggi, può anche
essere una prerogativa del Presidente del Consiglio, ma il tono
arrogante con il quale ha posto e continua a porre queste
esigenze, fissando il giorno, l’ora e i minuti per l’esame delle
sue proposte che dovrebbero essere approvate, mi sembra un po’
esagerato.
Strano il comportamento di un Presidente del Consiglio, non
parlamentare.
Stesso comportamento è stato usato da Letta con l’affermazione
che la legge ZAN, approvata da molto tempo dalla Camera dei
Deputati, avrebbe dovuto essere approvata dal Senato senza
alcuna modifica, ridicolizzando così la funzione della seconda
Camera.
Senato che da me è stato sempre definito un organo dello Stato
doppione, superato, inutile, dannoso e costoso che dovrebbe
essere abolito.
Ma finché esiste dovrebbe anche essere rispettato.
Dopo la soddisfazione di Letta per il buon risultato elettorale,
è stato quanto meno inopportuno commettere questo autogol, che
ne ridimensiona il personaggio.
angiolo alerci
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