28 aprile 2017
LA LEGGE
ELETTORALE : ricominciano le danze
Il Presidente della Repubblica Mattarella constatata la grande
confusione che al momento pervade l’intero mondo politico
italiano, ha rivolto un formale appello ai Presidenti dei due
rami del Parlamento per sollecitare l’esame di una nuova legge
elettorale che possa produrre risultati omogenei nelle due
Camere, in occasione delle prossime elezioni politiche.
Il problema delle leggi elettorali è stato da sempre uno dei
temi che, nelle mie diverse posizioni, ho sempre attenzionato.
Moltissimi gli articoli pubblicati sia sulla stampa che su
giornali on line, due le relazioni da me fatte in occasione dei
meeting del Lions Club di Enna ( nell’anno 1987 Presidente il
dr. Andrea D’Affronto su “Leggi elettorali” e nell’anno 2012
Presidente l’Architetto Angelino Fondacaro su “La evoluzione
delle leggi elettorali in Italia”) , relazioni che sono state
anche portate all’attenzione delle massime Cariche dello Stato,
come confermato dalle lettere che vengono allegate alla presente
nota.
Oggi mi sono deciso di partecipare, in modo costruttivo, alle
danze.
Considerato l’enorme divario esistente tra le diverse posizioni
politiche non conciliabili , rispolverando tra le mie
“scartoffie” ho trovato un appunto di grande importanza e di
assoluta attualità : una mia nota che riassumeva i lavori di una
tavola rotonda organizzata nel 1987 dal Giornale “Il Popolo”
quotidiano dell’allora D.C., alla quale parteciparono l’On.
Augusto Barbera Deputato del P.C.I. noto costituzionalista e
nostro comprovinciale, essendo nato ad Aidone , l’on. Adolfo
Battaglia Presidente dei Deputati del P.R.I., l’on. Adolfo Sarti
della Direzione Centrale della D.C., l’on. Lello Lagorio
Presidente dei Deputati del P.S.I. e l’on. Aldo Bozzi Presidente
dei deputati del P.L.I. sul tema “ Sistemi elettorali a
confronto”.
L’on.Augusto Barbera affermava “Il sistema proporzionale merita
di essere mantenuto, anche con alcune correzioni tali da
consentire o favorire il formarsi di coalizioni alternative di
Governo, sul filo di una dialettica tra i poli
moderato-progressista o conservatore-radicale.
La preferenza sarebbe per il sistema elettorale tedesco, sintesi
efficace tra uninominale e proporzionale, in subordine sarebbe
accettabile anche il sistema in vigore al Senato.
Le preferenze sono una anomalia tutta italiana dagli effetti
perniciosi e allarmanti.
L’on. Battaglia affermava “ la proporzionale è un valore:
l’esperienza di quarant’anni dice che la stabilità democratica
del paese è in gran parte merito del sistema proporzionale.
Le preferenze hanno fatto il loro tempo. La prospettiva utile è
quella di estendere il sistema vigente per il Senato: misto:
uninominale-proporzionale.
L’on.Sarti affermava “ Le preferenze sono spesso un correttivo
allo strapotere degli apparati dei partiti, ma sono anche le
maggiori fonti del frazionismo ( le correnti) e di corruzione.
Per garantire una maggiore stabilità dei governi la D.C. aveva
pensato nel 1953 una legge elettorale con premio di maggioranza
per la coalizione che avrebbe ottenuto la metà più uno dei voti,
legge uninominale-proporzionale. definita dall’opposizione
“legge truffa” e di cui noi DC ne portiamo ancora oggi un
complesso di colpa.
L’on.Lagorio affermava “ la proporzionale è stata percepita come
mito egualitario e quindi come unica espressione di democrazia.
Pensi nel 1953, quando la proporzionale venne definita
santificata, attraverso una mobilitazione di massa contro la
modifica della legge elettorale esistente.
Per le preferenze ne vedo pregi e difetti. Con le preferenze di
da ai cittadini la possibilità di intaccare il predominio delle
segreterie dei partiti e si da alle forze politiche – che sono
espressione di grandi interessi diversificati- di potersi
rivolgere con una lista di candidati in gara tra di loro, a
tutta la platea dei loro elettori.
Ma le preferenze costano, obbligano a spendere denaro, pesa nei
partiti e le differenze interne si trasformano in rivalità e
conflitti duraturi.
L’on.Bozzi affermava “per il voto di preferenza il problema è
quanto mai delicato. E’ vero che la lotta per le preferenze -
che si svolge spesso con metodi scorretti e con notevole
dispendio di denaro – è uno degli aspetti meno positivi delle
competizioni elettorali per la Camera dei Deputati.
Ma ho l’impressione che l’elettorato italiano accoglierebbe
ostilmente un sistema di liste rigide che attribuisca alle
Direzioni dei partiti la scelta degli eligendi,
Un sistema di collegi uninominali, con successivo ricalcolo dei
voti secondo criteri proporzionalistici, funziona già al Senato
senza dar luogo a troppi inconvenienti.
Questo è quanto espresso dai più illuminati costituzionalisti di
allora.
Forse oggi un pensierino alla tanto vituperata “legge truffa del
1953”
utilizzabile anche per la elezione del Senato potrebbe aiutare
il parlamento a superare molte delle differenze che
ostacoleranno l’iter dell’esame delle tante proposte già
presentate.
angiolo alerci
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