LA
GRANDE SCOMMESSA CON LA NATURA
Cap. 3° -
UN VERO GIOCO D’AZZARDO
Gaugin intitolò un suo dipinto con quell’interrogativo che
induce a meditare parecchio: "chi siamo, da
dove veniamo, dove andiamo” ?
Isaac Newton, forse il più grande scienziato di tutti i tempi, a
sua volta, paragonò se stesso ad un fanciullo intento a
raccogliere sulla riva di un grande fiume ciottoli levigati
dalle acque che scorrono possenti e inarrestabili. Le acque
rappresentano la natura e la vita, i ciottoli sono i frammenti
di conoscenza che l'uomo riesce a captare attraverso lo studio e
la sperimentazione.
Il funzionamento della grandiosa macchina dell'Universo è stato
oggetto, attraverso i secoli, delle più disparate teorie
interpretative, dell’enunciazione di mere ipotesi, dell’attenta
verifica o della confutazione delle stesse. Le esperienze
scientifiche, sempre più approfondite e sofisticate, hanno
condotto l'uomo "sapiens" a percorrere speditamente l’itinerario
di un lungo viaggio a tappe, attraverso una realtà già
oggettivamente esistente. La scienza ha scoperto e seguita a
scoprire, nuove leggi fisiche, formula nuove importanti teorie,
va decifrando razionalmente parecchi antichi misteri che, da
sempre, hanno circondato la pur tangibile esistenza del Pianeta
Terra che vive dell'Universo immenso ed infinito, entro cui si
svolge il corso e il divenire di ogni cosa.
La scienza ha instaurato, così, una "scommessa con la natura" ed
è assurta a simbolo della poliedrica attività dell'uomo tesa
alla costante ricerca dei misteri dell’Universo e della verità
sulla presenza della vita sulla Terra. Uno sforzo che, per altri
versi e ove si possieda la Fede per credere nella esistenza del
Creatore, riguarda da vicino il rapporto tra l’incommensurabile
e suprema divinità di quest’ultimo e il suo Creato, nella misura
in cui, per sua intercessione, molti mali che lo stanno
debilitando - e forse gli stanno facendo correre il rischio di
una ingloriosa fine - dovrebbero trovare una valida e
rigenerativa soluzione.
Lo studio della materia e dell'Universo che ci circonda,
s’arricchisce continuamente di nuovi traguardi, specie adesso
che la decifrazione di ogni teorema viene affidata alla
strabiliante tecnologia dell'epoca dei transistor e del digitale
informatico ed elettronico. Si scopre, così, che la vita anima
ugualmente ogni cosa d’infinitamente piccolo o d’infinitamente
grande e che essa si manifesta attraverso una serie di continue
reazioni chimiche o di una sequenza modulata di "bip bip", cioè
di impulsi elettrici.
S’è compreso, ad esempio, che tali sono anche i segnali che
giungono dalle "pulsar" o da altri sistemi stellari.
Jean Perrin, fisico francese - premio Nobel 1926 -, ha lasciato
detto che in natura, attraverso l'analisi matematica,
"l'invisibile semplice si sostituisce al visibile complicato".
Ciò significa che l'uomo, più s’addentra nei misteri della
natura o del cosmo e più è costretto ad affrontare nuove
problematiche, spesso conseguenti ed interdipendenti ma non
sempre agevoli e non sempre foriere di positivi riflessi
pratici. S’impara, in ogni caso, "a vedere" attraverso la lente
della ricerca, del ragionamento, della progressiva conoscenza.
I prossimi decenni ci diranno se le recenti e spesso
rivoluzionarie conquiste scientifiche, non poche e non
marginali, consentiranno di pervenire ad un più alto e migliore
livello di vita collettiva, sia in campo umano (soddisfacimento
dei bisogni primari), sia in campo medico e biologico
(oncologia, immunologia, genetica, neurologia, farmacologia,
ecc. ecc.) che in campo planetario (esplorazione del sistema
solare o delle altre lontane galassie).
Affascinanti progetti, validissime ricerche scientifiche,
utilissime innovazioni tecnologiche, sono tuttavia altrettante
equazioni con svariate incognite.
La rapida avanzata lungo la strada del "progresso" non porta
solo verso ambiti traguardi, utili o ripaganti che siano, ma può
condurre anche su strade perigliose, sull’orlo d’infidi dirupi,
col rischio di precipitare, anche per sola forza d'inerzia, in
profondi e rovinosi baratri.
Il "gioco della vita", adoperando l'espressione ed il pensiero
del Nobel tedesco Manfred Eigen, è un gioco di "codici", in
perenne divenire, che va dal "gioco biochimico" al "gioco
genetico", dal "gioco ecologico" al "gioco socio - economico".
Tutta una serie di nuove problematiche si stanno combinando fra
loro, talvolta pericolosamente, con la conseguenza che la
partita doppia aperta con la natura potrebbe sfuggire di mano
agli amministratori di turno, non sempre menti eccelse e
responsabili, e condurci verso paurosi disavanzi, forse
irreversibili e incolmabili.
Un tipo di "gioco d’azzardo" molto spericolato che pone sul
tappeto una posta molto alta. Mettere in gioco l’avvenire della
umanità è, in ogni caso, riprovevole e ingiustificabile, specie
se la scommessa con la natura si trasforma in un gioco
d'azzardo, irrazionale e dall’esito quasi scontato.
Ci si deve augurare, a tal proposito, che le generazioni a
venire intuiscano il rischio, abbiano il necessario intuito,
sappiano percepire a tempo i segnali d'allarme posti dalla
natura stessa e provvedano a tempo, prima che il Pianeta Terra
varchi il confine di non ritorno.
Un fragile diaframma separa, in definitiva, l'umanità
dall’attuale pericolo della propria autodistruzione !
A. Lucchese
(1992) (2015)
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