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 2 marzo 2018


VIGILIA DELLE ELEZIONI : L’IMPAR – CONDICIO


Abbiamo assistito, specie in quest’ultima settimana, alla parata televisiva
di tutti i responsabili dei vari raggruppamenti politici, i quali hanno continuato a trastullarci con i loro programmi, da me definiti in altra occasione copia-incolla, dal momento che di poco differiscono tra di loro.
Gli intervistati si sono comportati tutti allo stesso modo quando è stato richiesto come procurare le enormi risorse per poter realizzare questo “grosso” programma; le risposte sono state sempre lacunose e fumose.
Ieri sera Berlusconi, intervistato anche a casa sua sul canale 5 di Mediaset, ha riservato la sua innata capacità nel vendere, anche a poco prezzo, il suo forbitissimo programma trovando un conduttore che difficilmente riusciva ad interromperlo e che gli ha consentito di fare quasi un monologo, senza rispettare i tempi previsti dalla par condicio.
Berlusconi, come al solito, ha parlato di quanto bene avevano fatto i suoi governi e che è caduto per l’effetto di un “ Colpo di Stato “.
Ha sottolineato che è stato l’ultimo Presidente del Consiglio democraticamente eletto, dal momento che dopo le sue dimissioni ci sono stati in Italia ben altri quattro colpi di stato: Governi Monti, Letta , Renzi e Gentiloni.
Quello che ho rilevato in tutte le apparizioni televisive, non solo di Berlusconi, ed anche in tutti gli incontri elettorali, le discussioni sono state sempre improntate più sulla valutazione di fatti particolari ( immigrazione, scandalo 5 Stelle, interpretazione della espressione ” impresentabili, l’errore del Movimento Cinque Stelle per il modo come è stata ufficializzata la designazione dei possibili futuri Ministri ) e non approfondire i veri temi che interessano il nostro Paese.
In particolare Berlusconi continua a parlare delle “grandi” realizzazioni fatte dai suoi governi, ma nessuno degli interlocutori ha mai sottolineato il tempo occupato dalle due Camere per discutere dei suoi numerosi problemi.
Nessuno ha mai sottolineato che durante i suoi governi il debito pubblico è salito da 1500 a 2000/miliardi di euro, nessuno ha mai chiarito che le sue dimissioni sono intervenute perché era venuta meno la maggioranza, anche a causa della grave crisi finanziaria da lui lasciata nel 2011.
Per quanto riguarda i “famosi colpi di Stato” preferisco affidare alcune considerazioni che vennero da me fatte soltanto il 15 maggio 2014, circa quattro anni fa, con una nota pubblicata su diverse testate giornalistiche ed inserita alle pagine 179 e 180 del primo volume del mio libro “Cronaca e riflessioni sulla politica italiana” che integralmente trascrivo:

I COLPI DI STATO (15 maggio 2014)

Sempre più spesso Berlusconi ed i suoi collaboratori ci ricordano che in Italia negli ultimi anni si sono verificati ben quattro colpi di stato.
Le dimissioni del suo governo, la designazione e la nomina di Monti per la Presidenza del Consiglio, la designazione e la nomina di Letta, parlamentare ma non designato al momento delle elezioni per questo incarico e la designazione e la nomina di Renzi.
In ogni trasmissione televisiva questi fatti vengono continuamente richiamati alla mente degli ascoltatori, senza essere integrati da parte dei partecipanti e dei conduttori per chiarire qualche aspetto del problema.
Berlusconi ha presentato volontariamente le sue dimissioni da Presidente del Consiglio perchè era venuta meno la sua maggioranza e perche, forse, aveva intuito di avere portato l'Italia in un vicolo cieco in polemica con molti partners europei.
Monti, Letta e Renzi sono stati indicati al Presidente della Repubblica dalla maggioranza dei rappresentanti delle forze politiche esistenti in parlamento, parlamento che agli stessi ha dato ripetutamente ed esageratamente la sua la fiducia.
Non solo, ma nei governi Monti e Letta Berlusconi ha partecipato direttamente con propri rappresentanti.
Tirare in ballo il Presidente Napolitano, artefice e responsabile dei colpi di stato, significa che Berlusconi soffre di amnesia in quanto non ricorda, o fa finta di non ricordare, che è stato il primo ad indicare il nome di Napolitano per un secondo mandato, esattamente dopo oltre un anno del primo colpo di stato.
Ma una considerazione bisogna pur farla: nella ipotesi della veridicità di comportamenti contrari ai dettati costituzionali e di colpi di stato, nessuno ha considerato che tutti i rappresentanti della Camera e del Senato, che hanno votato decine di fiducia ai governi, dovrebbero essere tutti indiziati di concorso.
angiolo alerci


 

 


 

 

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