“Giustizia Terrena” – “Giustizia Divina” – “Giustezza”
Con il termine “Ius”, sostantivo neutro, i latini indicavano il
diritto, la giusta misura. Esso si può applicare per indicare un
fattore morale, legale, religioso, universale (il diritto di
tutto un popolo, ...alla sopravvivenza… di una specie animale o
vegetale…), e il diritto personale che riguarda il singolo.
L’abitudine a filosofare spesso è quella che partendo da un
piccolo punto, che i molti ritengono “fermo ed assoluto“, si
apre una immensa voragine di domande, inesattezze,
incompletezze, errori, storture; e qui mi fermo, non volendo
passare per saccente e petulante.
Ma una cosa la devo aggiungere, queste voragini che si aprono
sotto i piedi delle certezze assolute sono come “buchi neri”
nell’universo della natura umana.
Coperchi a chiusura di pozzi artesiani, profondi, tanto da
arrivare sino al magma incandescente del nucleo centrale.
Sembra quasi l’enunciazione di un concetto apocalittico.
Ogni “giudizio” la cui natura porta ad una assoluzione o ad una
condanna in effetti è, o può essere, “apocalittico”.
“Non giudicare se non vuoi essere giudicato, poiché come
giudichi sarai giudicato”. (Giovanni 7:24; Matteo 7:1-5; Luca
6:39-40; Marco 4:24 – Discorso della montagna).
Mi chiedo e vi chiedo se coloro che sono preposti a giudicare,
fra bene e male, si rendono conto di questa “spada di Damocle”
che pende sulla loro testa, sempre oscillante e pronta a
decapitarli per “ingiustizia manifesta”.
Almeno i romani, nella loro eloquenza si resero conto di come la
giustizia terrena sia contorta e fallace, tanto che riassunsero
questo concetto in un detto lapidario: “maxima iustitia maxima
iniuria” (il massimo del diritto, equivale al massimo
dell’ingiustizia. Cicerone – De officiis1-10); il quale messo
insieme al proverbio: “lex, dura lex, sed lex” (legge, dura
legge, ma è la legge – Domizio Ulpiano, politico e giurista
romano), ci danno un panorama sconcertante di quanto la
giustizia terrena sia piccina e fallace.
Gli uomini ad essa preposti, spesso fanno parte della schiera
degli “omuncoli”.
E ci va ancora bene … , almeno sino a quando non scadono fra i
“quacquaraquà” di sciasciana memoria.
Ora capite perché considero la classe politica e quella
giuridico-legislativa alla stregua dei sofisti, che nell’ambito
evangelico si identificano con scribi, farisei e sadducei,
propugnatori del “Crucifige!”, sobillatori della folla per
convincere Pilato a condannare Cristo alla croce.
Forse per questo nelle aule del tribunale si usa mettere una
croce, con o senza il Cristo. Così come in tutti i tribunali
occidentali si usa far giurare l’imputato sulla Bibbia o sul
Vangelo, come se fosse al cospetto di Dio.
Viene spontaneo chiedersi se il giudice e tutta la giuria fanno
lo stesso giuramento o se sono esentati. Fatto sta che molto
spesso si sentono sentenze processuali che fanno accapponare la
pelle, per inconsistenza, ingiustizia e squallore.
A me pare che si possa facilmente considerare la giustizia umana
viziata da una tale corruttela, sconsideratezza ed inesattezza
che non fa differenza fra il bianco e il nero, e una miriade
infinita di altri colori, come un caleidoscopio.
Traspare nell’umana giustizia tutta la piccolezza microscopica
della coscienza umana.
Solo l’infinita carità del Creatore può trovare l’essere umano
ancora degno d’amore.
Purtroppo personalmente non riesco ad essere così benigno, né
benevolo, verso queste belve, il cui unico fine sembra essere
l’odio e la distruzione; e quando posso, me ne tengo a debita
distanza.
Ci sono azioni umane che emanano una tale agrezza:
• L’uccisione di creature viventi per fini alimentari,
nonostante è più che ampiamente dimostrato che cibarsi delle
carni degli animali a sangue caldo è l’origine principale di
tutti i tipi di cancro che affliggono il genere umano. (Vedi
Otto Henrich Warburg, premio Nobel per la medicina 1931 –
Trattato sulla causa primaria del cancro).
• Gli egoismi e gli abusi economici che tante sofferenze e morti
causano.
• La menzogna assurta a principio di vita.
• La violenza gratuita il cui unico fine è l’affermazione della
propria supremazia su deboli, indifesi, buoni d’animo, imberbi.
• L’imbroglio, il raggiro, lo sfruttamento di chi non può
difendersi.
• Leggi che tutelano il diritto del più forte e dei più
disonesti, a scapito di chi non può opporsi.
• Lo sfruttamento della scienza e della medicina ad esclusivo
lucro.
• Il materialismo più osceno istituzionalizzato, il cui fine è
stravolgere la mente e la morale sin dalla più tenera età, per
fare di ogni essere umano una coscienza manipolabile a proprio
piacimento. A piacimento della tecnica, della scienza, della
economia di mercato.
• Instillare nell’animo degli sprovveduti concetti di rifiuto
nei confronti dei dettami filosofici, religiosi, morali.
Siamo solo all’inizio ma mi fermo, anche perché sotto ciascuna
di queste voci si annidano azioni, concetti, pensieri,
organizzazioni, finalità e quant’altro sia in grado di
avvelenare l’esistenza di questa bestia, nata intelligente e
trasformata in microcefala disumanizzata che si chiama, ancora
per poco “uomo”, ma che presto si chiamerà “macchina vivente”,
destinata al consumismo più becero, il cui obiettivo è
l’illecito arricchimento.
Vi prego ditemi che qualcosa ancora capite… che ancora non siete
totalmente “anestetizzati”.
Sto provando a tastare se esiste ancora in voi un barlume di
coscienza, di consapevolezza. Lo sto facendo come si fa con i
fantasmi: “se ci sei batti un colpo!”.
Esclamate qualcosa, che mi indichi una frangia di sentimento. In
contrasto con la ciurma degli “automi viventi” che davanti ad
un’azione efferata, esercitata da imbecilli chiamati “bulli”,
guardano la scena per soddisfare la ferocia che si portano
dentro, e non muovono un dito, se non per fotografare l’orrore e
divulgarlo.
Appurata la inconsistenza della giustizia umana, cosa dire di
quella Divina? Mi chiedo come fa Dio infinitamente giusto a
sopportare tanta ingiustizia, terrena ed ultra, senza avere
voglia di distruggere tutto?
Dall’altra bisogna riconoscere che ognuno di noi, se si guarda
dentro, non può non accorgersi del male che lo alberga e lo
porta a commettere atti orripilanti di cui serberà ricordo sino
alla fine dei suoi giorni.
Ecco perché il Creatore nella Sua Onniscienza e infinita pietà,
per chi si ravvede, salva "i giusti".
Quella sparuta genia che all'insegna della "giustezza" ha
calpestato, calpesta, calpesterà questo granello di sabbia dal
nome "Terra".
Concetto filosofico che accomuna “i giusti” d’ogni tempo e
paese.
29 luglio 2021
flf
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