22 giugno 2018
EUROPA:
sempre più in basso
Ad una mia nota pubblicata il 16 marzo scorso su diversi
giornali on line avevo dato il titolo “ I NANI DELL’EUROPA”, per
il confronto fatto tra i nostri attuali governanti ed i Padri
che intuirono, subito dopo la fine della seconda guerra
mondiale, l’importanza di una Europa unita sotto forma di
federazione di stati.
Idea elaborata da Altiero Spinelli e da Ernesto Rossi, mentre
scontavano la “pena” di confinati politici nell’isola di
Ventotene. Idea che venne condivisa dai giganti che gestivano in
quel tempo le sorti di diversi paesi europei: Alcide De Gasperi,
Konrad Adenauer, Janne Monnet e Henri Spaak, i quali gettarono
le basi per la realizzazione di una Confederazione politica ,
molto simile a quella esistente in America,
La nuova generazione invece di mirare subito ad una Unione
politica, che avrebbe successivamente creato le strutture
necessarie comuni, ritenne di iniziare con la creazione di
numerosi carrozzoni messi nelle mani di quella burocrazia che ha
da sempre ostacolato il raggiungimento di quello che era stato
lo scopo primario. l’Unione Politica Europea.
Burocrazia che gestisce tutto con molta disinvoltura,
distribuendo “caramelline” agli eurodeputati che ne hanno
consolidato il potere.
I rappresentanti dei sei paesi fondatori, che purtroppo non
ebbero il tempo necessario per realizzare l’Unione politica,
avevano stabilito che i provvedimenti da adottare dovevano
essere presi con una responsabile decisione unanime.
I Nani dopo aver pubblicato un “bando”, riservato
indiscriminatamente a tutti i paesi europei che volessero far
parte dell’Unione, non pensarono di modificare la prevista
“unanimità” nell’adozione di importanti provvedimenti, clausola
che è tuttora in vigore.
Nel tempo l’Unione costituita inizialmente da sei Stati (Italia,
Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi) si è
andata sempre più ingrandendo, fino a raggiungere il numero di
ventisette e numerose altre nazioni sono in fila in attesa di
chiamata.
Nel 1973 l’ingresso di Irlanda, Regno Unito e Danimarca,
nel 1981 l’ingresso della Grecia
nel 1986 l’ingresso di Spagna e Portogallo
nel 1995 l’ingresso di Finlandia, Svezia e Austria
Nel 2004 l’ingresso di Lettonia ,Estonia, Lituania,Malta,
Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia,Ungheria e Cipro
nel 2013 l’ingresso della Croazia
Inoltre sono equiparati ai cittadini dell’Unione europea anche
gli abitanti di Svizzera , Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
Con le tensioni che da un po’ di tempo coinvolgono diversi
stati, bisogna tenere nella giusta evidenza che basterebbe un
voto contrario di Cipro o di Malta per mettere in crisi tutto il
sistema europa.
E’ stata grande responsabilità dell’alta Burocrazia europea di
non avere a suo tempo sottolineato ai politici, sempre
interessati da ben altro, la necessità della modifica della
richiamata clausola che da sola, senza bisogno di nuove Brexit,
potrebbe consegnare, non al popolo ma ai Magistrati, l’
effettuazione della relativa procedura di liquidazione dell’
Unione.
Si tratta della stessa Burocrazia che nel 1981 consentì
l’ingresso della Grecia, dopo avere valutato tutti i requisiti
previsti, non accorgendosi delle grosse irregolarità nel
bilancio presentato.
Irregolarità venute a galla solo al momento della crisi greca,
che è costata all’Unione europea molti miliardi di euro.
Una correzione sarebbe opportuno fare al titolo della mia nota
“ I NANI DELL’EUROPA” perché credo di essere stato, considerati
i fatti che nel contempo si sono verificati, “troppo buono”
Speriamo che gli incontri previsti per la prossima settimana non
ci riserveranno sorprese pesanti.
angiolo alerci
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