ELEZIONI UMBRIA
L’argomento, come prevedibile, è
finito fra le grinfie della triste congerie dei molti
“picconatori” o “guastatori” di turno che, da mane a sera -
camuffati da pseudo “professionisti” - affollano a dismisura gli
“studi” dei mass-media. E’ opera buona, tuttavia, nutrire un po’
di considerazione per molti di costoro: in fondo non fanno altro
che guadagnarsi da vivere imbastendo talk show e vendendo
chiacchiere, più o meno arricchite con preconfezionati
interventi di personaggi d’alto lignaggio o con discutibili
“servizi esterni”. Un modo come un altro per lenire
l’imperversante crisi occupazionale Il frequente risultato è,
però, quello di fornire confusionarie informazioni allo
sprovveduto ascoltatore, specie quando, maleducatamente, si
scade in poco edificanti schiamazzi di gruppo. Di contro, ciò
che sta palesemente avvenendo nella giungla del mondo politico
nazionale (il termine “partitico” sarebbe forse più
appropriato), e di riflesso in campo regionale e comunale, non
lascia che poche speranze circa il futuro, prossimo e meno
prossimo, di questa benedetta ITALIA che non riesce a trovare la
strada maestra di una concreta unità d’intendi e di una
augurabile concordanza di obiettivi, a livello collettivo e
sociale, in materia di programmi e riforme.
Il senso della famosa favoletta della “torre di babele” - di
biblica memoria (1) - è niente al confronto di ciò che accade,
purtroppo sconsideratamente, nei luoghi ove si esercita il pur
costituzionale diritto alla democrazia. Fatte salve, ovviamente,
le debite eccezioni e nella misura in cui è arcinotorio il
comportamento di una folta schiera di arrivisti, di galoppini
ingordi e spregiudicati, di personaggi pubblici, spesso
impreparati e di bassa caratura, è amaro constatare, a quale
strumentale rango siano ridotte, oggi, talune funzioni del
sistema democratico elettorale da cui scaturiscono il potere
legislativo del Parlamento, quello esecutivo del Governo e
giurisdizionale degli Organi preposti.
Sembra giusto precisare, però, che la corrente tendenza alla
deviazione dai principi di linearità politica, non riguarda solo
talune note consorterie, ma si estende al complessivo quadro dei
partiti e dei movimenti che rappresentano l’apparato del sistema
democratico di base e che, ai sensi dell’art.1 della
Costituzione, partecipano alle varie competizioni elettorali. Si
è avvezzi, ormai, ad assistere, magari “tappandosi il naso” agli
accordi sottobanco e ai “compromessi” da cui scaturiscono i
reiterati e multiformi giochi di potere. Le disfide verbali
assumono spesso caratteristiche e toni ben poco rispettosi, sino
a divenire, talvolta, maldestramente provocatorie, oltre che,
spesso e volentieri, affatto rispondenti all’etica di una sana
competizione politica. La cosa più riprovevole è che, di
massima, parecchi esponenti dell’alta gerarchia partitica -
d’ambo i sessi, per “par condicio” - si atteggiano,
spavaldamente, a super tutori delle regole democratiche e dei
canoni costituzionali, o a integerrimi e fedeli “servitori”
della Patria. Platone, ben oltre 2000 anni fa, la pensava in ben
altro modo in materia di “abuso di democrazia” (2) e,
chiaramente, non avrebbe dato meriti o riconoscimenti alla
malfida condotta di costoro. Per fortuna, non sempre la finzione
o l’ipocrisia ripagano chi ne fa una regola di vita.
Le elezioni regionali dell’Umbria (ancorché riguardanti una
modestissima fascia di aventi diritto al voto, circa 700/mila,
di cui solo il 64,7 % ha partecipato, ivi compreso il 5,1 % di
voti dispersi) hanno dimostrato ancora una volta quanto e come
il complessivo quadro politico della Nazione Italia sia confuso,
ambiguo, incoerente, permeato da mire contingenti, influenzato
da mutevoli umori del momento o da strategie poste in essere,
spregiudicatamente, da arruffa popolo di lungo corso che
cambiano maschera secondo le lizze o i tornei cui partecipano.
Nella realtà nazionale, alla fine, cambia ben poco o niente.
Riassumiamo e sintetizziamo:
* Ha vinto la Lega di
Salvini. Sicuro, ma come e perché? Non è certo
difficile rispondere.
* E’ stato malamente
trombato il “5 stelle” di Di Maio. Il suo maestro e
mentore, un certo sfuggevole e prosaico Grillo, afferma che
c’era da aspettarselo, anche peggio. I controversi motivi sono
sotto gli occhi di tutti.
* E’ stata
incisa la pietra tombale sul sacrario che custodisce i resti
della ex Forza Italia dell’avvizzito Principe di Arcore?
- Tutti lo capiscono, … tranne l’interessato.
* E’ stata
ulteriormente irrisa e decolorata la già sbiadita immagine
dell’Avvocato di Palazzo Ghigi? - Il colore “grigio”
non è certo il più bello fra quelli radiosi dell’iride.
* S’è dato
avvio alla virtuale procedura mirata a porre sugli altari della
gloria l’ancora fiorente icona di “mamma coraggio” Meloni? -
Pur apprezzando il suo temperamento che positivamente la
distingue fra i “compagni di merenda”, non sarebbe male che si
desse da fare per trarre dall’archivio storico dei suoi
predecessori, rispolverandole ben bene, talune contraddittorie
vicissitudini e taluni autocratici orientamenti - in parte
ereditati da una pregressa sepolta realtà - che nulla hanno in
comune con i pur disattesi principi di una vera democrazia.
30/10/2019
Augusto Lucchese
NOTE:
(1)
- (Genesi 11,1-9) …. «Tutta la terra aveva
una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli
uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si
stabilirono. …. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e
una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome,
….." Il Signore disse: "Ecco, ….. questo è l'inizio della loro
opera …. (vogliono raggiungere il cielo); ….Scendiamo dunque e
confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la
lingua dell'altro". ….. Per questo la si chiamò Babele, perché
là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il
Signore li disperse su tutta la terra.»
(2) –
(Tratto da: Platone, La Repubblica – Cap.
VIII) …. “Quando la città retta a democrazia si ubriaca di
libertà confondendola con la licenza, … con l’indulgenza verso
ogni sorta di illegalità e di soperchieria; ... quando i capi
tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di
una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; …
quando l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella
molteplicità e moltiplicazione dei favori; … quando tutto è
concesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici; …
quando, in un ambiente siffatto, si raggiunge il culmine
dell’anarchia, c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a
tutto e che dappertutto nasca l’anarchia che penetra nelle
dimore private e perfino nelle stalle? Ecco, secondo me, come
nascono le dittature. Esse hanno due madri. Una è l’oligarchia
quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra
è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine
dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi.
Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla
condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi
sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è pronuba e
levatrice. Così la democrazia muore: per abuso di se stessa. E
prima che nel sangue, nel ridicolo .
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