9 marzo 2018
FORSE RENZI
SI E’ DIMESSO
Nella conferenza stampa tenuta da Matteo Renzi all’indomani
della sonora sconfitta elettorale, ha annunziato le sue
dimissioni dalla carica di Segretario del partito. Ma anche in
questa occasione la sua decisione lascia perplessi per le
diverse condizioni da lui poste.
La prima: continuare a gestire il partito in questo momento
particolare per la formazione di una maggioranza e nelle
trattative per i tentativi già avviati per la formazione del
nuovo governo, la seconda: intraprendere la lunga prassi per la
elezione del nuovo segretario, con modalità tali da consentirgli
una nuova rielezione..
Renzi ha pagato tutti gli errori che ha fatto nel corso della
sua gestione, errori commessi per il suo carattere, la sua
convinta superiorità nei confronti di tutti, il suo tono
arrogante ed il disprezzo nei confronti di tutti coloro non la
pensavano come lui, errori che continua con disinvoltura fare
anche nella sua pseudo nuova condizione.
Ho seguito con particolare interesse e simpatia l’affacciarci di
Renzi nel panorama politico nazionale. Io fondatore della D.C.
di Enna, lui giovane ex D.C. figlio di un Assessore Comunale di
Firenze con Sindaco l’indimenticabile Giorgio La Pira .
Ho scritto molti articoli di apprezzamenti, di suggerimenti e di
critiche che sono stati sempre trasmessi all’interessato e
inseriti nei miei tre libri “ Cronaca e riflessioni sulla
politica italiana”.
Mie osservazioni sono state sintetizzate nelle pagine 136,137 e
138 del mio terzo volume di “ Cronaca e riflessioni sulla
politica italiana” in una sezione dal titolo Te l’avevo detto”
che per completezza di informazione trascrivo:
RENZI: Presidente del Consiglio
Ho seguito da vecchio democristiano con particolare interesse
l’ascesa politica di Matteo Renzi, dedicando allo stesso
numerose mie note pubblicate su diversi giornali on line e
riportate sui tre libri pubblicati dal titolo “ Cronaca e
riflessioni sulla politica italiana”, allo stesso omaggiati.
Apprezzamenti molto positivi sia per il risultato ottenuto con
la sua elezione a Segretario del Partito sia, successivamente,
con la nomina a Presidente del Consiglio.
Il tono delle mie note si è andato via via modificando con il
modificarsi del comportamento dell’ex Presidente del Consiglio.
Tutte le note che lo riguardavano venivano regolarmente
trasmesse all’interessato il quale le ha riviste pubblicate sui
libri ricevuti, note che hanno meritato la sua attenzione, come
risulta da questa mail pervenutami:
“ da Matteo Renzi ( matteo@governo.it) a angalerci@virgilio.it
Gentile Angjolo, la ringrazio per le sue mail, per le sue
proposte e per le sue critiche. Le ho lette molto volentieri. A
volte, come vede, rispondo un po’ in ritardo ma tengo molto ad
avere un contatto diretto con i cittadini, attraverso questa
casella di posta elettronica. Mi scriva quando vuole. Un saluto
Matteo Renzi”.
Ho seguito con particolare interesse l’evoluzione di Renzi
commentandone i vari stati, soffermandomi prevalentemente sul
suo comportamento nella doppia veste di Segretario del Partito e
di Presidente del Consiglio.
Diverse le mie proposte: la più importante delle quali, datata
27 aprile 2014, riguardava la possibile riforma del Senato
“composto da 100 membri: n.60 in rappresentanza delle regioni,
(Presidente della Regione. Presidente dell’Assemblea,
Rappresentante delle minoranze), n.20 (Sindaci dei Capoluoghi di
Regione), n.10 in rappresentanza delle parti sociali e n. 5
scelti dal Presidente della Repubblica tra personalità del mondo
accademico e delle professioni.”
Questa proposta, con una lieve modifica ( escludendo le
rappresentanze delle parti sociali) venne esitata, dopo oltre
due mesi, dalla prevista Commissione Affari Costituzionali del
Senato, introducendo delle modifiche ( immunità
per i nuovi Senatori, elezione diretta, eliminazione dei
rappresentati delle parti sociali) che, con le ulteriori
modifiche peggiorative esitate dal Senato in un clima di
guerriglia, furono una della cause del negativo esito del
referendum costituzionale.
Altra causa il modo arrogante con il quale Renzi ha preferito
confrontarsi, non solo con i suoi parlamentari, ma con le
opposizione e con il nostro Parlamento.
In una mia nota del 3 marzo 2915, pubblicata sempre su diversi
giornali on line, trasmessa al Presidente Renzi ed inserita alla
pag .243 del primo libro “ Cronaca e riflessioni sulla politica
italiana” dal titolo RENZI ex D.C. così scrivevo:
“E’ possibile che Renzi, avendo forse il DNA simile a quello del
suo importante conterraneo Fanfani ne sia rimasto contagiato ? ‘
Amintore Fanfani, dotato di carattere schietto, divenne in pochi
anni uno dei dirigenti politici più apprezzati all’estero, ma
meno stimato nel Paese e, addirittura, avversato ed odiato nel
suo stesso partito. Del tipico dirigente D.C. aveva poco. Non la
moderazione e la capacità di mediazione di Moro, non la furbizia
ed il sarcasmo di Andreotti, né la eterogeneità di Rumor o
Forlani, aveva invece un forte carattere e voleva determinare da
solo la linea guida del Paese. Nel 1953 il fallimento del
referendum sulla riforma elettorale ., definita legge truffa,
segnò la fine dell’era degasperiana e Fanfani venne eletto
Segretario della D,C. Successivamente Presidente del Consiglio
dal 1954 al 1963, con qualche breve interruzione, mantenendo per
molto tempo anche l’incarico di Segretario del Partito Nei
rapporti appariva discostante e nei discorsi arrogante. In quel
periodo iniziavano le prime trasmissioni televisive dei
telegiornali, al termine dei quali molto spesso appariva il
Presidente del Consiglio Fanfani per commentare l’attività del
suo Governo. Discorsi sempre importanti, fatti con un tono
particolare che sommava arroganza e presunzione e che faceva
dire ai rappresentanti dell’opposizione che, ad ogni apparizione
di Fanfani in TV, la D.C. perdeva almeno centomila voti.”
Ritenevo che questa mia nota potesse dare un piccolo contributo
a Renzi per modificare certi atteggiamenti e certi toni e tener
conto, inoltre, che la situazione politica e parlamentare di
oggi è molto più difficile di quella di ieri.
In una delle mie tante lettere aperte indirizzate al Presidente
Renzi, pubblicata sempre sugli stessi giornali on line e
inserita alla pag.67 del secondo volume di Cronaca e riflessioni
sulla politica italiana, così scrivevo il 15 giugno
2016,esattamente sei mesi prima della data di effettuazione del
referendum:
“ Sorvoliamo su tanti altri problemi, ma non possiamo non
rilevare il grosso errore commesso dal Presidente Renzi
nell’aver considerato un atto del Governo le riforme
costituzionali e legare la sorte del suo Governo al risultato
del referendum. Tanto è bastato per compattare tutta
l’opposizione e gran parte delle minoranze del suo partito. Un
risultato negativo, infatti, potrà farlo fuori sia dal governo
che dal partito con la stessa facilità con la quale ha
conquistato le due cariche”
Te l’avevo detto e non hai saputo tenerne conto.
Giorni molto bui sono riservati al P.D. se, con la massima
sollecitudine, non esce dal trauma causato dal negativo
risultato elettorale, aggravato dal fallimento di quella che
doveva essere la nuova linea della sinistra ipotizzata dal
fallimento di Liberi e Uguali di Grasso, D’Alema Bersani & c.
Angiolo Alerci
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