20 febbraio 2017
DEBITO
PUBBLICO
Periodicamente, ma sempre con maggiore frequenza, i nostri
governanti assicurano che il debito pubblico, tenuto sempre
sotto osservazione, scenderà progressivamente entro limiti più
accettabili.
Sono le assicurazioni che il governi sistematicamente danno agli
organismi europei per richiedere lo sforamento del rapporto
debito-pil previsto dai trattati.
Il rapporto debito-pil è stato veramente tenuto sotto controllo
fino a gli anni ottanta, iniziando la sua ascesa durante i
governi presieduti dall’on. Craxi che raggiunse il 70,3%.
Il primo governo Berlusconi aveva ereditato un rapporto debito
pil del 115%, sceso successivamente con i governi Prodi, D’Alema
e D’Amato al 105% e rilasciato dall’ultimo governo Berlusconi al
125% per successivamente risalire fino al 132% odierno.
Per essere un po’ più chiari dobbiamo sottolineare che il debito
pubblico lasciato dall’ultimo governo Craxi corrispondeva a
450/mila miliardi di eu odierni, mentre quello lasciato da
Berlusconi ammontava a oltre 2000/miliardi di euro ed oggi
sfiore i 2300/miliardi.
Durante i governi Berlusconi il debito pubblico aumentò di 500
mila miliardi, determinando, anche per la forte speculazione,
uno spread di oltre 570 punti e conseguentemente un forte
aumento degli interessi pagati.
Proprio oggi il Ministro Padoan si trova a Bruxelles per cercare
di definire con la Commissione Europea l’annoso problema dello
sforamento del nostro rapporto deficit-pil.
Speriamo che riesca a raggiungere lo scopo perché, tenuto conto
delle possibili conseguenze della dichiarata scissione
all’interno del P.D.,una ulteriore situazione di incertezza in
questo momento potrebbe determinare gravi conseguenze per la
nostra ripresa.
L’enorme debito pubblico condiziona seriamente non solo i
rapporti con l’Europa ma anche il ritardato rilancio della
nostra economia.
Al Presidente Gentilomi ricordiamo che da oltre venti anni i
governi che si sono succeduti hanno sempre parlato della
dismissione dell’ingente patrimonio immobiliare e delle
partecipazioni azionarie, da destinare alla riduzione del
debito.
Un privato in dissesto corre ai ripari alienando i gioielli di
famiglia.
Il Governo avrebbe dovuto, da molti anni, alienare i propri
gioielli che, col passare del tempo, sono diventati oggetti di
bigiotteria.
Ma questa bigiotteria, soltanto tre anni fa, era stata valutata
circa 500/miliardi di euro e poteva, quindi, ridurre l’allora
debito di 2000/miliardi di eu del 25%.
Anche recentemente il Ministro Padoan ha parlato della
dismissione di parte del patrimonio che, unitamente alla
riorganizzazione ed alla riduzione delle società partecipate (
circa 8000?), che producono ogni anni miliardi di perdite,
possono creare seri presupposti per una sensibile riduzione del
debito pubblico.
Bisogna evitare di continuare a prendere in giro le persone con
l’affermazione che il debito comincerà ad essere ridotto con i
“presunti avanzi” di bilancio.
Quando i presunti avanzi saranno veri, rappresenteranno la
classica goccia versata nell’oceano del nostro debito.
Presidente Gentiloni: avanti con una nuova serietà.
angiolo alerci
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