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                                                                                         1 ottobre 2016

 

REDERENDUM COSTITUZIONALE:

la posizione di D'Alema

 

L' 8 settembre scorso ho pubblicato su questa stessa testata una nota dal titolo “D'Alema esce allo scoperto” commentando la nascita dei comitati del NO al referendum costituzionale organizzati dall'On. Massimo D'Alema,  in contrapposizione alle decisioni adottate dal suo partito.

Avevo sottolineato che D'Alema aveva più di un sassolino da togliersi nei confronti, non del suo partito, ma del Segretario/Presidente  Matteo Renzi.

Oggi ho voluto confrontare il pensiero di D'Alema quando nel 1997 presiedeva la ormai famosa Commissione Bicamerale per le riforme Costituzionali Commissione concordata con Berlusconi, con il comportamento tenuto oggi.

Dalla relazione presentata al Parlamento il 4 novembre 1997 da  D'Alema Presidente, ho voluto evidenziare questa affermazione:

 

“ L'Italia è forse l'unico tra i grandi paesi del mondo che per la seconda volta nell'ultimo cinquantennio sta costruendo  la sua Costituzione,  pezzo a pezzo, con il metodo parlamentare di confronto e votazione sui singoli punti, attraverso fasi successive aperte a tutti gli apporti e a stimoli molteplici.

E' una grande impresa democratica che, se dovesse concludersi positivamente, darà un premio di credibilità e di legittimazione democratica a quanti avranno partecipato e contribuito, pure da posizioni differenziate, al realizzarsi di quell'obiettivo.”

 

Per i rapporti personali che da molto tempo intrattiene con Renzi, D’Alema farà tutto il possibile che il premio di credibilità e di legittimazione democratica non dovrà essere riconosciuto al suo “nemico”.

Oggi la polemica si sposta sulla dichiarazione di Renzi che il SI al referendum di riforma sarà votato   anche da elettori del centro destra.

Bisogna, invece, ricordare che la riforma proposta dalla Commissione Bicamerale di D’Alema era stata definita con la diretta partecipazione del gruppo di Berlusconi e che l’attuale proposta  è, nella sostanza, un copia/incolla di quella approvata dalla Commissione D’Alema.

 

Purtroppo l’entusiasmo porta spesso  Renzi  a delle “battute” che creano la possibilità di instaurare discussioni polemiche, alimentate da noti giornalisti e personaggi dei mass media.

Invece di affermare che molti voti in occasione del referendum verranno dal centro destra avrebbe potuto, trattandosi di riforma costituzionale, esprimersi in modo diverso e fare   appello indistintamente a tutti gli elettori qualunque  fosse la loro appartenenza.

Ma senza queste battute Matteo non sarebbe più Renzi !

 

angiolo alerci

 

 


 

 

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