8 settembre 2016
D’ALEMA ESCE ALLO
SCOPERTO
La stampa riporta la notizia che Massimo D'Alema lancia i suoi
“Comitati del Centrosinistra per il No” per aprire una nuova
prospettiva alla sinistra progressista.
Dopo le sue continue dichiarazioni ed i tentativi di chiarire la
sua posizione personale per giustificare il suo NO al referendum
costituzionale, cosa normale all'interno di un Partito, esce
allo scoperto con la costituzione di comitati per il NO.
Conoscendo i trascorsi di D'Alema è lecito pensare che lo stesso
sta tentando di cogliere l'occasione per passare da “rottamato”
a “rottamatore” di Renzi.
Renzi che ha assistito con tanta indifferenza all'abbandono del
Partito da parte di Fassina e di Civati, perchè non si
riconoscevano più con le decisioni assunte dalla maggioranza,
non può consentire a D'Alema la organizzazione di comitati in
netta contrapposizione con le decisioni adottate dalla
maggioranza del suo partito.
La strategia di D’Alema, purtroppo, è ben diversa e più
pericolosa per il P.D. di quella responsabilmente adottata da
Fassina e Civati.
Forse l'invidia che il suo “nemico” Renzi possa ascriversi di
essere riuscito a realizzare quella riforma istituzionale da
circa quarant'anni ritenuta indispensabile, che lo stesso
D'Alema negli anni 1997/98, Presidente di una Commissione
Bilaterale concordata con Berlusconi, tentò invano di
realizzare.
Quello di D'Alema è stato il terzo inutile tentativo messo in
atto dal Parlamento.
Negli anni 1983/84 la Commissione bilaterale presieduta dall'On.Bozzi,
dopo aver concluso positivamente i lavori, trasmise tutti gli
atti al Parlamento all’interno del quale non venne raggiunto un
accordo per poterne iniziare la prevista discussione.
Negli anni 1992/93 la Commissione presieduta dall’on:De Mita,
successivamente sostituito dall’On.Nilde, Iotti completò i
lavori trasmettendo i risultati al Parlamento che non riuscì ad
esaminarli per l’anticipato scioglimento delle Camere.
Nel 2013 la Commissione presieduta da D’Alema, con la
benedizione di Berlusconi, è riuscita a predisporre una proposta
di modifica costituzionale portata in Parlamento ed affossata
dalla posizione negativa inspiegabilmente assunta dal gruppo
Berlusconi che l’ aveva condiviso .
La posizione assunta dall’on.d’Alema, valutata alla luce della
sua vocazione monocamerista manifestata per oltre trent’anni,
serve soltanto a creare difficoltà a Renzi cui spetta l’obbligo
di fare chiarezza.
Per fare un quadro completo del problema “ D’Alema” è utile
ricordare il modo come D’Alema si sbarazzò dell’On.Occhetto
dalla Segreteria del Partito, utilizzando gli stessi modi usati
da Renzi per far fuori Letta, mentre è stato Bersani da
Segretario ad escludere D’Alema dalla lista in occasione delle
ultime elezioni politiche.
Molte sono le perplessità sulle riforme sottoposte a referendum
e molte quelle relative alla legge elettorale approvata ma,
principalmente , due aspetti hanno avuto un maggiore impatto
nella pubblica opinione:
riforma del Senato “pasticciata” e riforma elettorale che
prevede la nomina e non la elezione di un numero di parlamentari
superiore a quelli nominati con il “porcellum.”
angiolo alerci
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