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                                                                        26 novembre 2016

           CORTE COSTITUZIONALE E RIFORMA DELLA P.A.


Dobbiamo abituarci ad assistere a provvedimenti assunti con la precisione degli orologi svizzeri.
Una volta, secondo Berlusconi, una certa Magistratura era molto attenta a chiamarlo i n causa alla vigilia di importanti scadenze o, come verificatosi
a Napoli, mentre presiedeva una Assemblea alla quale partecipavano i rappresentanti dei Paesi di tutto il mondo.
Nella scorsa primavera è stata la Presidente della Commissione antimafia a rendere pubblico un elenco di “ impresentabili” due giorni prima delle elezioni amministrative, includendo anche nominativi indiziati di reato ma successivamente assolti, con la giustificazione che il lavoro della Commissione era stato completato proprio quel venerdì.
La Corte Costituzionale conosciuta per i lunghi, e spesso lunghissimi tempi, che impiega nella valutazione di problemi posti alla sua attenzione, vedi il “porcellum” dichiarato incostituzionale dopo anni, consentendo ad un Parlamento illegittimo di continuare a svolgere serenamente il proprio lavoro, forse per dimostrare che la musica è cambiata nel giro di meno di due mesi ha emesso due provvedimenti che per la loro tempestività meritano una particolare attenzione.
Il primo alla vigilia del fatidico 4 ottobre, giorno dalla stessa Corte fissato per rendere nota la decisione già assunta sulla costituzionalità di parte della legge elettorale, la stessa Corte decise di procrastinarla a dopo il referendum.
Decisione che comunicata il 4 ottobre avrebbe potuto ridurre la tensione giornalmente cresciuta, dal momento che il problema della riforma elettorale non riguardava direttamente la materia referendaria, mentre la ritardata informazione potrà influire pesantemente sull'esito della consultazione.
Il secondo ieri , mentre contestualmente la Camera dei Deputati con il voto di fiducia approvava la riforma della p.a. la Corte, con la famosa precisione degli orologi svizzeri, comunicava la incostituzionalità di uno dei decreti collegati alla riforma
Caro Presidente Renzi certi comportamenti assunti da organi dello Stato vanno interpretati.
Berlusconi parlò troppo spesso di riforma della Magistratura e una certa Magistratura gli riservò trattamenti particolari.
Lei da un po' di tempo parla della riforma della Corte Costituzionale e la Corte Costituzionale le sta riservando trattamenti analoghi.
Se supererà lo scoglio del referendum un consiglio: con un decreto d'urgenza modifichi la sua posizione e preveda che i componenti della Corte Costituzionale vengano nominati a “vita”.


angiolo alerci

 

                                                                                       

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