28 marzo 2018
LE
CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA
Terminata la campagna elettorale i politici continuano a
frequentare tutti i salotti delle TV, cercando di interpretare
in modo totalmente diverso tutte le promesse che sono state
fatte.
Si cercano, con molta difficoltà, specie da parte dei grillini e
del centro destra, punti programmatici di convergenza,
difficoltà che nel centro destra si manifestano di maggiore peso
per la “sottile” differenza tra la Lega e Forza Italia.
Ad aggravare le discussioni molti conduttori televisivi spesso
alimentano le rituali contrapposizioni, per creare una maggiore
audience, invece di un serio approfondimento nel merito.
Oggi in una delle tante televisioni Laura Ravetto, in
rappresentanza di Forza Italia, ha affermato “ vedi dove è
arrivato il debito pubblico che Berlusconi lasciò a
2000/miliardi di euro ?
Conduttrice e rappresentanti di altri movimenti politici,
compreso quello del P.D., hanno lasciato senza risposta quella
domanda facendo credere ai normali telespettatori che la Ravetto
avesse ragione.
Invece aveva torto, perché al momento dell’inizio dell’era
Berlusconi i debito pubblico era di 1500/miliardi di euro e
Berlusconi lo lasciò a 2000/miliardi di euro.
Oggi il debito pubblico, dopo sette anni è aumentato di
284/miliardi di euro, lievitato principalmente per effetto di
una crisi che , speriamo alla fine, si è trascinata da un
decennio.
Berlusconi non solo fece aumentare il nostro debito pubblico di
500/miliardi di euro ma, da grande imprenditore, firmò
all’Europa delle cambiali con scadenza a “babbo morto”.
Le cambiali firmate nel 2011 da Berlusconi sono le cosiddette
“Clausole di salvaguardia”, che sono impegni del governo
italiano nei confronti della Commissione europea sul rispetto di
dati target fiscali.
Al fine di vincolarsi al loro raggiungimento vengono approvate
norme, che in assenza di tagli alla spesa o di aumenti delle
entrate entro una determinata scadenza, fanno scattare rialzi di
tasse, nel nostro caso aumento delle aliquote IVA.
Si tratta di una spada di Damocle che pende sui contribuenti
italiani, e la legge di bilancio predisposta ha già destinato
circa 15/miliardi di euro, nel tentativo di procrastinare ancora
una volta il rispetto degli impegni assunti.
Ogni anno, in sede di approvazione dello strumento di previsione
si parla, dal 2012 in poi, di interventi per sterilizzare il
nostro impegno che, da una parte riduce le possibilità di
utilizzare bene delle somme, dall’altra crea una costante
preoccupazione di vedere ulteriormente aumentata la già cospicua
aliquota IVA.
Purtroppo, con queste premesse, non sarà facile attuare anche in
minima parte i programmi elettorali presentati da quasi tutti i
movimenti politici.
Gli elettori, ancora una volta, resteranno delusi.
angiolo alerci
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