COLPO GROSSO DEL COMUNE
DI ENNA A DANNO DELLA C.R.I.
Il trasferimento della Sede della Croce Rossa dai locali
ottenuti in comodato dal Comune di Enna, in ambienti situati
all’interno del vecchio ospedale, è stato festeggiato come un
“avvenimento” mentre ha rappresentato una grande sconfitta.
I locali dati dal Comune in comodato alla CRI erano stati dallo
stesso Comune dichiarati inagibili,perché in pessime condizioni
di manutenzione e di igienicità.
Lo dimostra il fatto che l’asilo da molti anni situato in quei
locali, venne trasferito in altri locali viciniori, presi in
affitto da parte del Comune.
La CRI si impegnò ad effettuare i lavori per rendere agibili
tutti i locali che si sviluppavano in tre piani: piano giardino,
2° piano e piano sottotetto, mentre il piano terra restava
utilizzato dal Comune.
I Lavori riguardavano il rifacimento dei pavimenti, coperti da
linoleum in pessime condizioni, tinteggiatura dei vani,
sistemazione dell’impianto elettrico a norma, manutenzione e
nuovi servizi.
Per dare una indicazione di quanto realizzato in quel tempo per
la sola sistemazione del 2° piano, come risulta da una relazione
documentata alla Corte dei Conti di Palermo, erano stati spesi
dalla CRI Eu 107/mila.
Altri eu 100/mila vennero spesi per la sistemazione del piano a
livello del giardino e del sottotetto, metà adattato
all’alloggio degli obiettori di coscienza e metà trasformato in
salone con circa ottanta poltroncine, utilizzato per le attività
didattiche e di formazione dei Volontari del Soccorso, delle
Infermiere volontarie, della sezione femminile, del Corpo
Militare consentendone l‘uso a diversi enti ed associazioni.
Nel 2009, alla vigilia delle mie dimissioni da Presidente della
CRI , allo scopo di lasciare la pratica amministrativamente in
regola, anche perché un consigliere comunale aveva chiesto al
Sindaco di richiedere alla CRI la restituzione dell’immobile,
interessai l’Avvocatura dello Stato di Caltanissetta per la
valutazione del problema.
Questa è stata la risposta data dall’Avvocatura dello Stato di
Caltanissetta con la nota n.1424 del 19 novembre 2009:
“ Codesta amministrazione ha diritto al rimborso delle spese
fatte per le opere straordinarie ed una indennità per i
miglioramenti arrecati all’immobile, nella misura dell’aumento
di valore conseguito dallo stesso immobile per effetto dei
miglioramenti ( art.1150 C.C.). (art.2020 C.C.)”
Dopo otto anni la nuova Amministrazione della CRI, dopo tante
sollecitazioni e minacce “ vi faremo uscire con i carabinieri “
ha rilasciato l’immobile trasferendo la sede in locali situati
nel vecchio ospedale.
La fortuna parziale degli Amministratori locali è quella che la
CRI oggi non è più considerata Ente pubblico, quindi non
soggetto a controllo da parte della Corte dei Conti che avrebbe
potuto contestare agli amministratori il procurato danno
erariale; ma gli stessi amministratori devono considerare la
possibilità di essere chiamati a rispondere di procurato danno
patrimoniale all’associazione.
Il danno procurato, tenuto conto delle spese sostenute e della
differenza di valore dell’immobile dopo gli interventi, può
oscillare intorno a 400/mila euro.
Il colpo grosso del Comune, a danno del più importante Ente di
volontariato del mondo, potrà considerarsi definitivo solo se
gli attuali amministratori, in forza del parere espresso
dall’Avvocatura dello Stato, non chiederanno alla Presidenza
Nazionale di valutare ed intraprendere tutte le iniziative
previste dalla legge, per ottenere quanto nel loro diritto.
In ogni caso do la mia disponibilità a testimoniare sugli
effettivi rapporti con il Comune, dal momento che amministratori
e funzionari di oggi, diversi di quelli di dieci anni fa, hanno
ritenuto di interpretare a loro modo il rapporto Comune CRI.
angiolo alerci
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