19 maggio 2017
LA BOZZA DI
PROPOSTA ELETTORALE: IL “ROSATELLUM”
Con la mia nota pubblicata il 13 maggio scorso su questa stessa
testata, quando all’esame della Commissione Affari
Costituzionali vi era la proposta di riforma elettorale
presentata dal Presidente della Commissione on. Mazziotti,
immediatamente ritirata per il mancato consenso della
maggioranza dei membri, avevo suggerito di valutare la
opportunità di unificare i collegi elettorali ( Camera e Senato
) per realizzare uno dei tanti punti controversi che, fin
dall’inizio dell’era repubblicana, non hanno mai rispettato
quanto previsto dall’art.51 della nostra Carta Costituzionale :
la dimensione dei collegi.
Problema da me trattato e portato all’attenzione degli organi
competenti diverse volte, fin dal lontano 1986, come risulta da
numerosi articoli di stampa datati e dalle lettere pervenutemi
dalla Presidenza della Repubblica e dal Presidente della Camera
dei Deputati.
Oggi è stata resa nota la nuova proposta presentata dall’On.Rosato
per conto del P.D, che prevede la creazione di n. 303 collegi
elettorali uguali sia per l’elezione della Camera dei Deputati
che per quanto riguarda il Senato.
Finalmente una seria proposta che rispetta il disposto
dell’articolo 51 della nostra Costituzione che così recita “
Tutti i cittadini, dell’uno e dell’altro sesso, possono accedere
agli uffici pubblici ed alle cariche elettive in condizione di
eguaglianza.
Nella mia nota sottolineavo che non vi era una condizione di
eguaglianza tra un candidato della circoscrizione Sardegna di
24000Kmq e quello della circoscrizione di Campobasso che si
estende su 4500Kmq.
Speriamo che almeno questa proposta possa essere approvata con
una larga maggioranza.
Senza volere entrare nel merito della legge per quanto riguarda
il sistema elettorale, cosa che ha già creato e continuerà a
creare grandi difficoltà, non è accettabile, per la proposta
contenuta nel “Rosatellum” relativa alla quota del 50%
proporzionale, la espressione “ quattro candidati per lista
bloccati”.
Espressione che non parla del voto di preferenza e che
determinerebbe la nomina del 50% dei parlamentari.
Problema questo superficialmente sfiorato dalla Corte
Costituzionale
nell’esaminare la costituzionalità del porcellum.
Forse il testo della Costituzione è stato emendato ad insaputa
di tutti, perché la lettura dell’art.51 della Costituzione sopra
richiamato è di una chiarezza tale da non consentire a nessuno,
specie alla Corte Costituzionale, una “particolare”
interpretazione.
Corte che a volte vede, a volte non vede ed a volte stravede.
In una mia nota dell’8 luglio 2013, pubblicata sempre su questa
testata e inserita alla pag. 80 del primo volume del libro “
Cronaca e riflessioni sulla politica italiana”, così mi
esprimevo: “Quando la più alta Autorità di garanzia garantisce
niente, significa che siamo veramente alla frutta”.
angiolo alerci
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