28 giugno 2017
L’ATTIVISMO DI
PRODI
Dopo diversi anni in cui l’ex Premier Romano Prodi, a seguito
dell’impallinatura della sua candidatura alla Presidenza della
Repubblica, si era ritirato dall’attività politica, da un po’ di
tempo ha assunto la funzione di traghettatore della sinistra
estrema, e di coloro che in tempi recenti hanno abbandonato il
P.D., nel tentativo di riformare l’Ulivo.
Una iniziativa, senza dubbio, di un certo rilievo politico se
non fosse notevolmente adombrata da molti dubbi.
Prodi in questi ultimi anni non ha mai smesso di dimostrare una
forte antipatia, non solo politica, nei confronti di Matteo
Renzi Segretario del P.D. e Presidente del Consiglio.
A Renzi molti dei seguaci di Prodi riconoscono la responsabilità
di avere organizzato l’impallinatura di Prodi, in occasione
della sua candidatura alla Presidenza della Repubblica.
Prodi, con il suo atteggiamento sornione, si muove nel tentativo
di riavvicinare la sinistra estrema ed i fuoriusciti per
ricucine lo strappo.
A parte la seria iniziativa da tempo presa dall’on Pisapia per
un avvicinamento politico, il tentativo di Prodi è
principalmente quello di riportare all’interno del P.D. i
transfughi che, in occasione del referendum, hanno organizzato
gazebi e manifestazioni contro le decisioni legittimante prese
dagli organismi responsabili del Partito e che, da allora, si
comportano in Parlamento come gruppo di opposizione..
Prodi si ricorderà benissimo che i suoi due governi : il primo
durato dal 17 maggio 1996 al 21 ottobre 1998 cadde per il ritiro
dell’appoggio da parte di Rifondazione Comunista, il secondo
durato dal 17 maggio 2006 all’8 maggio 2008, a seguito di una
fronda che, l’Ulivo di allora, non seppe o non volle gestire
meglio.
Il regalo che Prodi si è riservato di dare a Renzi, nel caso di
una sua nuova Presidenza del Consiglio, è di rimettere dentro il
Partito i “traditori”.
Renzi, dopo l’esito del referendum, avendo vinto le primarie ed
essendo ritornato alla guida del P.D. ritiene di essere
legittimato a comportarsi come meglio crede.
La Francia insegna che a spazzare via anche partiti
tradizionalmente strutturati , basta un Macron mentre Renzi
continua a dimostrare di non aver fatto esperienza di quanto
accaduto nel suo partito, ha dato una
particolare interpretazione al risultato dei ballottaggi,
trascurando di considerare che tutti i collegi attribuiti alla
destra si sono avvantaggiati di voti estranei, dati alle liste
di destra per danneggiare i candidati del P.D. di Renzi.
Matteo: meno arroganza, meno furbizia devi dimostrare che sei
veramente “maturato”.
angiolo alerci
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