Anthropos o
Thnetos
Anthropos, termine del greco antico che costituisce oggi
suffisso per parole composte, le quali indicano una “attività
umana”, come “antropologo”, “antropologia”, per indicare lo
studio delle molteplici attività umane.
Una scienza sempre più complessa che si evolve con la continua
evoluzione psico-fisica dell’uomo.
Studia popoli, luoghi, risorse, usanze e caratteristiche, le più
diversificate, del globo.
Spesso in contrasto con quanto sostengono le attuali scienze
moderne della tecnica e del tecnicismo che tutto intendono
classificare secondo il metro della produzione e dei consumi, a
fini prettamente economici, trasformando l’uomo in “unità di
consumo”.
L’uomo nasce e si evolve portandosi dietro, nel DNA (acido
desossiribonucleico), in quella doppia spirale, la storia
millenaria della sua esistenza.
Senza perdersi nessuno dei molteplici scalini ascesi, istante
per istante, nella sua lunghissima evoluzione rivolta al futuro
della specie umana, quale entità unica, e contro ogni legge
darwiniana che vorrebbe l’umanità provenire dalle scimmie.
Basta chiedersi, “chissà come mai di questi antropomorfi
"uomini- scimmia” o “uomini-anfibi” non ne siano più nati in
nessun altro punto più recondito del globo?”
Sarebbe come affermare che delfini e balene che partoriscono,
allattano ed hanno sangue caldo, sono una evoluzione darwiniana
dei pesci.
Specie che, pur retrocedendo di millenni nel tempo, non hanno
mai avuto antenati in comune. Anche se l’evoluzione delle specie
possono percorrere “regole rassomiglianti”. Questo non significa
niente, anzi confermano le leggi universali della creazione.
In virtù delle quali leggi, ipotizzo che pur in mondi diversi
dalla Terra, esistono regole fondamentali stabilite dal Massimo
Fattore.
Non immagino, né ipotizzo, quando sarà possibile “verificare”
ciò, in un futuro più o meno lontano, nei millenni a venire.
Ma in quella data, cortesemente, rammentatevi delle mie idee e
datemene
merito.
Ve ne saranno grati i nascituri.
Affrontiamo il secondo termine con cui i greci indicavano
l’uomo: “Thnetos (Platone)” e prima di lui “Brotos (Omero)”.
Entrambi i termini indicano una caratteristica comune a tutto
ciò che ha vita: “esseri destinati a morire”.
Per cui il termine “Anthropos” indica esattamente l’opposto di
“Thnetos e Brotos”.
Anthropos è fonte di ricchezza culturale e di scienza positiva.
Gli altri due sono scontati e banali.
Orbene, su questa “dicotomia linguistica”, ci sono
pseudo-filosofi, nichilisti, dal percorso filosofico ben
definito: Nietzsche ed altri a lui osannanti, sino ai nostri
giorni.
In Italia, da Emanuele Severino a Umberto Galimberti, per
citarne due agli “altari della cronaca”, sotto l’egida del
blasone universitario.
Ritenete il mio pensiero critico un po’ troppo severo? Allora,
cortesemente, prendete nota!
“Lignano Sabbiadoro — Convegno Finale del Forum Educazione — 16
Ottobre 2020”. Intervento di Umberto Galimberti sul tema “I
valori educativi”. Vi risparmio i contenuti, che comunque potete
trovare ripetitivamente in tutti gli interventi del Prof.
Galimberti.
Spesso assistiamo a1l’insorgere di teorici, con spiccate qualità
dialettiche, i quali “incantano le masse”, con la retorica,
infarcendo i loro discorsi con parole desuete, per rimbecillire
gli ascoltatori, i quali, non essendo in grado di discernere il
vero dal falso, fungono da “passa parola” di inaudite
corbellerie pronunciate dal retore, a sua volta forte di
altisonanti qualifiche.
È facile capire come i gonzi abboccano e pagano a peso d’oro la
fuffa.
Esempio, uno per tutti quel grande imbecille di Cesare Lombroso,
ideatore e “dispensatore” di una scienza inesistente e folle “la
fisiognomica”, che ancora oggi fa proseliti. Ha un “museo degli
orrori” a Torino, che bisognerebbe chiudere, bruciare e spargere
le ceneri, anziché specularci sopra.
L’Università tutt’ora non ha il coraggio di “squalificarlo” e
metterlo apertamente alla berlina, con una solenne “autodafé”.
Cesare Lombroso ha tutt’ora strade a lui intestate, una delle
quali a Catania. State attenti a quel che vi dico ora.
Il Prof. Galimberti, deflnito dagli organizzatori del suddetto
convegno “la ciliegina sulla torta”, ha raccontato, in mezzo ad
una marea di assunti personali legati al confronto tra panteismo
e cristianità, udite!, udite!: “Il teologo, umanista, filosofo e
saggista, Erasmo da Rotterdam, considerato il maggior esponente
del movimento umanistico cristiano del XV secolo
(rinascimentale), sintetizza le sue idee filosofiche e sociali,
nel suo scritto Utopia”.
Caro Umbertino, geniale professore, fllosofo, scrittore,
conferenziere..., e chi più ne ha (fantasia), più ne metta:
“Utopia” è stato scritto da Thomas More, oggi San Tommaso Moro,
canonizzato martire da Papa Pio XI nel 1935.
Gran Cancelliere di Enrico VIII d’Inghilterra, fatto decapitare
il 6 Luglio 1535 presso la Tower Hill di Londra, per essersi
rifiutato di firmare il divorzio del Re dalla prima moglie
Caterina D’Aragona e lo “Scisma Anglicano”, tutt’ora vigente.
Caro Umbertino, come spesso avviene, tu confondi nei tuoi
discorsi “capre e cavoli”.
Erasmo da Rotterdam scrisse “Elogio della pazzia”, dal titolo
più consono ai tuoi assunti nicciani, frutto della “lucida
follia di Nietzsche”, da te tanto amato.
Ti prego di prenderne buona nota.
11 Luglio 2021
Grazie flf
|