23 maggio 2016
ANCORA SUL REFERENDUM
In data 6 maggio scorso ho pubblicato su questa, e su altre
testate on line, una nota relativa a “ La campagna per il
referendum”.Dopo avere elencato gli argomenti che potrebbero in
un certo senso influenzare l'elettorato in senso negativo,
concludevo “ spero che le polemiche che si svilupperanno nel
corso della campagna referendaria sulle modifiche sopra
riportate, e su certi aspetti della legge elettorale che
tratterò con altra mia nota, non determineranno un risultato
negativo”.
Il referendum non riguarda la legge elettorale, ma l'acceso
dibattito che si verificò nei due r ami del Parlamento creando
all'interno del P.D. una tensione che, non solo non si è
affievolita, ma che giornalmente viene alimentata anche da parte
di coloro i quali invece di essere “pompieri” si comportano da
“fuochisti”
.La mia nota pubblicata sempre sugli stessi giornali on line il
27 febbraio2015 “CHE SUCCEDE NEL P.D.” riportata nel mio libro
“Cronaca e riflessioni sulla politica italiana” così si
esprimeva: “ Le dichiarazioni in sede di voto della Bindi e di
Civati per l'approvazione della legge elettorale da parte della
Camera dei Deputati, l' assenza di Cuperlo e Letta al momento
della votazione, le pesanti dichiarazioni di Bersani, di D'Alema
e dela Finocchiaro con le quali annunciavano di aspettare Renzi
al varco del voto del Senato, rappresentavano una vera
dichiarazione di guerra”.
La dimostrazione che la guerra continua si è avuta anche
all'interno dell'ultima riunione della Direzione Centrale del
P.D.
Molti punti della legge elettorale approvata hanno trovato
profondo disaccordo, non solo tra alcuni vertici e molti
elettori del P.D., ma molte perplessità in gran parte della
pubblica opinione la quale non ha digerito che dopo il Porcellum,
che nominò centinaia di Parlamentari, l'Italicum ne potrà
nominare .molti di più.
La nomina di coloro i quali i vertici dei partiti collocheranno
al primo posto nei vari collegi, è stato il più grosso degli
errori e dell'arroganza di chi ne è stato il regista. Questo
aspetto, tra l'altro, è all'esame di costituzionalità da parte
degli organismi competenti, per i numerosi ricorsi presentati.
Il Presidente Renzi non ha tenuto in considerazione quanto da me
riportato in data 3 marzo 2015 nella nota “ MATTEO RENZI EX
D.C.”, pubblicata sugli stessi giornali on line ed inserita nel
mio libro sopra indicato “Nel 1953 il fallimento del referendum
sulla riforma elettorale, definita legge truffa, segnò la fine
dell'era degasperiana e Fanfani venne eletto Segretario della
D.C.. Successivamente nominato Presidente del Consiglio mantenne
per molto tempo anche la carica di Segretario del Partito. Nei
rapporti appariva discostante e nei discorsi spesso arrogante.
In quel periodo iniziavano le prime trasmissioni televisive del
telegiornale al termine del quale molto spesso appariva il
Presidente del Consiglio Fanfani per commentare l'attività del
Governo.
Discorsi sempre importanti fatti però con un tono particolare
che sommava arroganza e presunzione e che faceva dire ai
rappresentanti dell'opposizione che ad ogni apparizione di
Fanfani in TV la D.C. perdeva almeno centomila voti”.
Da oltre trent'anni il popolo italiano attende l'abolizione del
Senato, struttura concepita nel particolare momento politico che
attraversava il nostro Paese all'indomani della fine della
guerra, ha visto modificare il termine di “abolizione” a “
riforma” e ora vede il rischio che, per atteggiamenti e
comportamenti sbagliati, anche questa riforma possa essere
bocciata da un negativo risultato del referendum.
Io turandomi il naso, come consigliava in altri tempi Indro
Montanelli, voterò SI ma non so quanti elettori saranno disposti
a turarsi il naso.
Presidente Renzi ci sono cinque mesi ancora prima di andare al
voto. Cerchi di copiare un po' quello che faceva Berlusconi: si
affidi ad una seria Agenzia di sondaggi per conoscere quel che
in merito pensano gli italiani, specie coloro i quali da un po'
di tempo si astengono dal voto, evitare di commettere nuovi
errori e, possibilmente, tentare di correggere quelli commessi.
Angiolo Alerci
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