11 Settembre 2021
America, gendarme del mondo
Vent’anni fa L’America subiva il più efferato atto terroristico
della storia, successivo alla seconda guerra mondiale. Sembra
che da Hitler, con l’occupazione della Polonia; il Giappone con
Pearl Harbor; Francia ed Inghilterra con l’attacco a Gheddafi;
l’America con l’attacco a Saddam Hussein, la scelta dell’atto
proditorio stia diventando un sistema.
Dopo, magari, si danno o si inventano idee fantasma - vedi le
armi di distruzione di massa o nucleari inesistenti dell’Iraq -
paventando ragioni internazionali di sicurezza.
I latini dicevano: “Cui prodest (Seneca)”, cioè a chi, e quale,
il vantaggio di un’azione delittuosa, al fine di smascherarne
l’artefice.
Per rendersi conto dei motivi reali, basta scrostare, è
sufficiente l’unghia tenera di un dito, la sottile patina che
nasconde l’obiettivo reale: l’interesse economico; l’illecito
arricchimento.
L’uomo, da tempo immemorabile, fa tutto per “interesse” che
sommato all’interesse delle masse crea non solo il consenso, ma
anche “giustificazioni morali inesistenti”. Una “blasfemia
sociale”.
Sorge in questo iato, in questo “spaccato”. La politica definita
“democrazia”, che nel termine “gestione del popolo”, nasconde un
caleidoscopio di “specchietti per le allodole”. Per i tanti
allocchi, abbondantemente e pesantemente presenti nelle suddette
masse.
Alla base di ogni atto politico c’è l’egoismo più sfrenato, del
singolo, della moltitudine, del più forte.
Dalla dichiarazione di indipendenza, alla democrazia reale, c’è
“sempre” un lungo, faticoso cammino che spesso “transita”
attraverso sanguinose guerre civili. In Italia, ancora oggi, si
sentono gli strascici del ventennio di dittatura fascista.
Messo al centro il concetto della capacità che hanno i politici
di presentare: ingiustizie, egoismi, rapacità, dietro belle
formule di maniera, mettendo in atto sottili strategie per
portare “i popoli” al consenso; esaminiamo le ragioni
dell’attacco all’America da parte di Osama Bin Laden.
Perché dobbiamo farlo? Perché è un nostro dovere. Perché ci
conviene. Perché solo ricercando la verità, e le sue radici,
l’uomo può “esorcizzare” il futuro.
Facciamo uno, due, tre passi indietro, se vogliamo capire, senza
“infatuazioni o sentimentalismi”, senza condizionamenti d’ogni
tipo, leciti ed illeciti, che ci vengono propinati dai
sostenitori del falso.
Teniamo presente che “il ricordo” nella mente dell’uomo è freddo
ed implacabile, e soprattutto si perde nella notte dei tempi.
Per capire le motivazioni profonde che scatenano fatti così
gravi, bisogna iniziare dalle origini.
Nel fatto specifico abbiamo due mondi che si fronteggiano nel
bene, ma essenzialmente nel male. Il mondo occidentale, con la
sua ricchezza, egemonia, culla di una civiltà che dall’Europa si
è propagata in altre parti del mondo. Bagaglio di una storia
culturale, sociale, economica e religiosa. Quest’ultima, non
solo come cultura, ma spesso quale primo termine di confronto e
di contrapposizione. Dietro la quale molto si nasconde e cela
per giustificare azioni illecite e sopravvaricazioni. A tal
proposito, il Cristo risponde: … il giusto, di qualunque
religione è Santo, perché la sua anima “è pura”.
Non esiste religione che propugni e sostenga il male. È la
malvagità dell’uomo che impone le “devianze nei principi
religiosi”.
Sempre il Cristo dice che ogni religione è giusta e santa purché
rispetti un solo principio: … ama il prossimo, quanto ami te
stesso. “Il Bene” ne deriva di riflesso.
Ogni altra regola, o legge, che sostiene: odio, uccisioni,
stragi, ingiustizie, è frutto dell’albero del male.
Il giusto ha “il diritto” di mostrare come il male ha una unica
faccia “la menzogna”, e non va accettato a nessun costo,
condizionamento o vantaggio.
C’è cascata, in questo tranello dell’interesse, dei vantaggi
economici ed egemonici, anche la Chiesa, Cattolica, Apostolica,
Romana.
Si!, avete ragione, lo diceva anche Girolamo Savanarola, e gli
costò di essere impiccato e bruciato sul rogo, da Papa
Alessandro VI, detto “il Borgia”.
Ciò non toglie che, come dice Ignazio Buttitta: … la verità/oggi
e sempre/resta mmenzu all’omini (nel cuore degli uomini).
Certo è che la Chiesa Cattolica dovrebbe farsi perdonare, più di
qualsiasi altro “Regno”, tanti di quei peccati, che messi
insieme oscurerebbero il sole; dopo avere già oscurato le menti
umane, nei secoli.
Come “corpo ecumenico” non è che abbia dato, storicamente, un
“fulgido esempio”.
Come può insegnare “la giusta via” ai popoli ed alle altre
religioni sparse nel pianeta, con le sue azioni?
Agli islamici, agli induisti, ai confuciani, e così via,
dovrebbe confessare, spargendosi la testa di cenere e facendo
ammenda, di avere indetto dal 1095 al 1274, ben otto crociate.
Dal 1179 al XVI secolo, ed a seguire dal XVI secolo al 1797, per
più di seicento anni, con la Santa Inquisizione ed il Santo
Uffizio, avere perpetrato: torture, abusi, ladrocini, indebite
sovranità, ingiuste protezioni.
Mi fermo poiché vedo avanzare verso di me fiumi di sangue.
Non credo che siano questi esempi storici che possono diffondere
la giustizia, all’insegna del bene.
No, state tranquilli, non sono Martin Lutero, sono e rimango un
buon cristiano, ma con la mente, gli occhi e le orecchie ben
attenti, a giudicare con equità.
Premesse queste idee generali, le quali servono a capire
l’accumularsi nell’animo dei singoli di quelle motivazioni
profonde, che portano ad azioni inconsulte, magari coltivate ed
accarezzate da decenni e decenni antecedenti; cerchiamo di
entrare nella mente e nei cuori di questi “dispensatori di
morte”. Cerchiamo di distinguere, di capire le ragioni fra le
parti opposte.
Siamo in Oriente, in una zona del mondo che da secoli, da
millenni, non ha pace. Tormentata da continue lotte intestine,
senza trovare un’idea politica unitaria, come la coperta corta
che tirata da una parte lascia scoperte le altri parti.
Questa mancanza di pace porta i singoli e le masse a guardare le
altre terre ove prospera una “parvenza” di serenità; ove la
ricchezza cresce più facilmente, e migliore è la qualità di
vita.
Anche se il fuoco della discordia ed i bracieri covano occulti.
Spesso, quelle terre del benessere sono frutto di razzie,
colonialismo, schiavismo, sottomissioni secolari, occupazioni di
terre, ostacoli alla crescita sociale, culturale e morale di
interi continenti. Africa, America del Sud, etcetera, etcetera,
etcetera, docet; oggi, agognano pur loro ad una vita più umana,
a pieno diritto.
Ci viene incontro Buttitta, il quale inveisce contro “i
conquistadores” d’ogni tempo e paese:
“uprivilrgiu piaci / a tradizioni di l’abuso / a disumanità / u
sfruttamentu piaci, / l’aviti ntosangu; / e vurrissivuristari a
cavaddu / cu elmu e scutu / e li spati puntati; / crociati di
l’ingiustizia, / a massacrari i poviri”.
Dall’impero romano: civiltà, grandezza e ricchezza fondate sulla
schiavitù. Ai “gendarmi” di ieri e di oggi, i quali ammantati di
corazza e lancia, come San Giorgio, partono all’insegna della
difesa degli oppressi, imbellettati di moralità; per
trasformarsi subito dopo, in quello che sono: razziatori di
ricchezze, a scapito e impoverimento dei popoli.
Quando portiamo la guerra all’esterno, così come all’interno, ci
chiediamo quale prezzo, prima o dopo, dovremo pagare? O pensiamo
che tutto possiamo commettere per … diritto divino, come
sostenevano Re e Imperatori di un tempo non molto lontano?
Queste corbellerie lasciatele recitare a tutti quei bellimbusti,
uomini, donne e quacquaraquà, prezzolati e venduti per
diffondere, difendere ed inculcare nelle menti dei “minchioni”,
le verità posticce costruite da infami: in giacca, cravatta,
colletti bianchi, e le mani in tasca lorde di sangue.
Avviene così che qualcuno raccoglie i rigurgiti causati dalle
ingiustizie e, facendosi forte dei rancori dei popoli oppressi,
trova terreno fertile per efferate azioni terroristiche. “Menti
sottili”, deviate dal male; più grezze delle vostre, ma
certamente altrettanto feroci. O pensate che la perversione
morale dei popoli dominanti possa essere sempre e comunque
egemone, con elmo, scudo, spada e lancia in resta?
Quanto succede oggi lo avevo già pronosticato circa quarant’anni
fa, in una mia lunga e dettagliate lettera a Joseph Fenech,
professore dell’Università di Malta, che me ne chiedeva lumi, ai
fini della stesura di un saggio per conto dell’Ateneo. Lo avevo
conosciuto a Palermo in un convegno internazionale. Ritengo di
essere stato “facile profeta”.
La storia, non sempre è motivo di riflessione, poiché “le masse”
confondono ed identificano “il singolo” come unica ragione di
disgrazia e di scelleratezza, e non considerano che il singolo
“assurge” dalla volontà del popolo. Tutti i più feroci dittatori
o esecutori di distruzioni e atrocità sono il frutto di “un
lievito” generale. Hitler, Mussolini, PolPot… ecc., guerrafondai
e politici assassini, alti-medi-mezze calzette; tecniche e
tecnologie sempre più moralmente condizionanti e schiavizzanti;
il progressivo ottundimento delle menti, dal basso, all’alto di
ciascuno di noi. Anche di coloro che si ritengono “diversi” e
“incorruttibili”.
Dalle “masse” incolte sono frutto gli Osama Bin Laden,
Al-Baghdadi, Brigate Rosse, Nere e gialle, Mafie, ‘Ndrangheta,
Camorra e tutte le organizzazioni criminali, piccole, medie e
grandi, sintesi della mentalità comune “deviata” delle masse.
Fulgido esempio di “idiota imbecillità”.
flf
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